Annuncio rinviato, ma è questione di giorni. Lo US Open si farà, Washington solo maschile

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Annuncio rinviato, ma è questione di giorni. Lo US Open si farà, Washington solo maschile

Il calendario dovrebbe essere diramato mercoledì o giovedì. Palermo ancora in gioco, ma ha poche chance. L’ipotesi più probabile sembra la ‘tre settimane di New York’, che ingloberebbe Cincinnati

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Serena Williams e Bianca Andreescu - US Open 2019 (foto via Twitter, @usopen)
 

Doveva essere oggi la giornata dei nuovi calendari, attualmente privi di eventi ufficiali fino a fine luglio, ma sembra che la decisione tarderà ancora qualche giorno ad arrivare. Alcune fonti interne ai tornei ci segnalano la possibilità che la nuova data possa essere quella di giovedì, ma in ogni caso l’indirizzo sembra essere quello suggerito dal meeting della scorsa settimana: lo US Open si giocherà nelle date previste, ovvero a partire dal 31 agosto, ma il tennis americano dovrebbe ripartire già una settimana prima con il combined di Cincinnati, in procinto di traslocare a New York per configurare una tre settimane di tennis no stop a Flushing Meadows. I tornei di Winston-Salem e Albany, previsti in preparazione allo Slam newyorchese, verrebbero spazzati via delle circostanze.

Appare invece più complicata la situazione di Washington, che rischia di dover alzare bandiera bianca – quantomeno per quanto riguarda l’evento femminile. L’impossibilità di aprire le porte ai tifosi costituisce un ostacolo difficilmente sormontabile per i tornei di rango inferiore ai 1000/Mandatory, i cui introiti dai diritti televisivi sono troppo bassi per garantirne l’autosufficienza. Il giornalista di ESPN Peter Bodo, che in passato ha lavorato per la Tennis.com, ci ha confermato che difficilmente a Washington si disputerà un combined.

C’è però ancora una flebile speranza che il circuito femminile possa ripartire prima, in Europa, e nello specifico a Palermo. Abbiamo appreso dell’esistenza di trattative per la disputa del Ladies Open il 3 agosto, per il quale la WTA sarebbe intenzionata a concedere un upgrade di tabellone e di categoria (il torneo diventerebbe un Premier). Un grosso problema è costituito dal ‘buco’ di due settimane successivo all’evento siciliano: quante giocatrici sarebbero disposte a ripartire sulla terra battuta, sebbene con la prospettiva di contendersi 470 punti, per poi andare nuovamente in pausa e volare alla volta di New York per giocare l’accoppiata Western & Southern/US Open su un’altra superficie? Senza il supporto di un altro torneo europeo – una timida disponibilità sarebbe arrivata da Bol, 125k croato originariamente programmato in giugno che potrebbe diventare un International – la disputa del torneo di Palermo sembra assai difficile.

Per quanto attiene alla settimana di ferragosto, quella originariamente destinata alla Rogers Cup, il torneo femminile di Montreal si è chiamato fuori due mesi fa ma anche Toronto non sembra avere molte possibilità. Ad oggi le frontiere del Canada sono chiuse e non è prevista alcuna eccezione per gli atleti come negli Stati Uniti.

Riassumendo, lo scenario sembra questo:

  • 3 agosto: WTA Palermo (basse probabilità di disputa)
  • 10 agosto: /
  • 17 agosto: ATP Washington (medie probabilità di disputa)
  • 24 agosto: Masters 1000/Premier di Cincinnati a New York (buone probabilità di disputa)
  • 31 agosto: US Open (buone probabilità di disputa)

SITUAZIONE US OPEN – Tornando sul fronte Flushing Meadows, le altre (scarne) novità giungono oggi da Forbes ed ESPN, che riportano l’ipotesi di un imminente (ma non ancora ufficiale) semaforo verde da parte delle autorità sanitarie newyorchesi e citano due fonti interne a USTA. Secondo quanto riportato dalla rivista economica ‘l’accordo per lo US Open è cosa fatta, o quasi‘ mentre sulla rivista sportiva leggiamo le dichiarazioni di Chris Widmaier, direttore delle comunicazioni di USTA. “Stiamo seguendo tutti i passaggi per ripartire nella speranza che lo US Open 2020 si giochi nelle date previste. Speriamo di poter fare un annuncio molto presto“. Lo stesso Peter Bodo, autore dell’articolo su ESPN, invita però alla cautela fino alla pronuncia definitiva delle autorità sanitarie.

Insomma, lo US Open sembra vicino a un annuncio positivo ma la frattura tra giocatori rimane. I migliori (Djokovic in testa) vogliono giocare con meno restrizioni, e soprattutto con la possibilità di poter contare sullo staff al completo; un po’ tutti gli altri sono convinti che si debba giocare ad ogni costo e anche in caso di protocolli molto rigidi. Di questo avviso è anche Feliciano Lopez, che parla dall’alto del doppio ruolo di giocatore e direttore del torneo di Madrid. Tante teste, troppe ipotesi, quando per il bene del tennis sarebbe opportuno remare tutti dalla stessa parte.

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