I migliori colpi in WTA: le qualità agonistiche - Pagina 4 di 4

Al femminile

I migliori colpi in WTA: le qualità agonistiche

Penultima puntata della serie dedicata all’analisi dei colpi in WTA. Da Kvitova a Serena Williams, da Yastremska a Mertens e Andreescu: quale giocatrice riesce a mettere in campo il meglio di sé nelle occasioni più importanti?

Pubblicato

il

Sofia Kenin - Australian Open 2020 (via Twitter, @AustralianOpen)
 

LE GIOVANI VINCITRICI SLAM

4. Ashleigh Barty
Ashleigh Barty non è nata con le stigmate della giocatrice imbattibile; ha dovuto lavorare su se stessa, e su un carattere che forse non aveva un naturale killer instinct. Ma dopo i primi anni non esaltanti nelle finali, ha progressivamente migliorato il rendimento, tanto che i numeri cominciano a darle ragione. Dopo aver vinto la prima finale (febbraio 2017, contro una giocatrice non irresistibile come Nao Hibino), Barty aveva perso 4 delle 5 finali successive (contro Garcia, Kerber e due volte Kvitova); ma ha ribaltato il rendimento vincendo 5 delle ultime 6 (battuta solo da Osaka a Pechino 2019).

Pur essendo ancora giovane (è nata nell’aprile 1996), Barty rispetto alle teenager poco più che esordienti, vanta comunque un curriculum più lungo, che comincia ad aumentare il grado di attendibilità dei giudizi nei suoi confronti. In sostanza la mia tesi è che nel tempo sia progressivamente cresciuta sotto tutti gli aspetti: fisico, tecnico, tattico, e anche agonistico.

Rimane però da valutare la sua capacità di confermare i risultati ora che è arrivata in cima al ranking e le aspettative sono cresciute di conseguenza. Qualche fragilità è emersa per esempio nell’ultimo Australian Open 2020 quando ha perso contro Sofia Kenin in semifinale giocando, a mio avviso, ampiamente al di sotto delle sue possibilità. Scopriremo nel tempo se è il segnale di un crepa più profonda che potrebbe aprirsi in futuro o se è solo l’ultimo elemento da sistemare prima di diventare ancora più solida caratterialmente.

3. Naomi Osaka
Naomi Osaka, Serena Williams, Kim Clijsters. Negli anni ’10 solo queste tre giocatrici sono riuscite a vincere due Slam di fila (nel caso di Serena anche più di due e in diverse occasioni). Clijsters aveva compiuto l’impresa a cavallo tra 2010 e 2011 (Us Open 2010 e Australian Open 2011), Osaka ha rivinto gli stessi tornei fra il 2018 e il 2019. Salvo poi implodere per lo stress al Roland Garros successivo (sconfitta al terzo turno da Siniakova).

Perché racconto la sequenza? Perché forse Osaka anche sul piano agonistico non è un mostro di continuità, ma ha dimostrato di saper raggiungere picchi di rendimento impressionanti. Indimenticabile, per esempio, come ha saputo affrontare la situazione nella finale di Flushing Meadows 2018, mentre Serena, con l’appoggio di tutto il pubblico, si scontrava con il giudice di sedia rendendo lo stadio incandescente.

Ma ricordo anche l’andamento della già citata finale di Melbourne 2019, con Kvitova capace di salvare tre match point nel secondo set, vincere il parziale in volata e presentarsi all’avvio del set decisivo con il morale più alto. In quella occasione Osaka aveva saputo resettare tutto, gestendo il terzo set con sicurezza e finendo per vincere con autorità (7-6, 5-7, 6-4).

Altri numeri notevoli della sua carriera: 71,4 % di finali vinte (5-2) e fra il 2016 e il 2019 una striscia vincente di oltre 60 match dopo aver vinto il primo set: segno che quando fa partita di testa diventa quasi imbattibile. E questa è una dota di poche.

Per concludere: Osaka non appare sempre una giocatrice inscalfibile (per esempio ha dato prova di soffrire Belinda Bencic anche sul piano agonistico, come a Madrid 2019), ma è capace di avere giornate in cui diventa straordinaria. L’ultimo grande torneo in cui si è vista la Naomi quasi imbattibile è stato Pechino 2019, quando ha sconfitto Andreescu nei quarti, e in finale la numero 1 Barty.

2. Sofia Kenin
Combattività e sagacia tattica sono le qualità che caratterizzano il tennis di Sofia Kenin. La capacità di non mollare mai è sempre stato un suo punto di forza, e lei stessa lo dichiarava sin da giovanissima in ogni intervista. In più quando si è affacciata nel circuito WTA ha dimostrato di non soffrire di alcun timore reverenziale, nemmeno contro le avversarie più titolate. Lo si era capito, per esempio, quando aveva sconfitto Serena Williams al Roland Garros 2019, con un atteggiamento così sfrontato da inimicarsi anche una parte di pubblico sugli spalti.

Avevo scritto lo scorso anno, prima del suo successo nello Slam australiano del 2020: “In Kenin la spinta mentale è il motore decisivo decisivo della carriera. Probabilmente fra le nuove arrivate non è la giocatrice con le doti naturali fisico-tecniche migliori: non ha il puro talento tennistico, per esempio, di Bianca Andreescu. E nemmeno è nata con la struttura potente di Anisimova o di Osaka, che sono in grado di far viaggiare la palla a una velocità superiore quasi senza sforzo. Però possiede una rara forza di carattere. Se saprà tenerla sempre viva, significa che ha avuto in dono una delle doti fondamentali per avere successo nel tennis”.

In occasione della vittoria a Melbourne, ha dato prova di una forza di carattere impressionante nel terzo set della finale contro Muguruza, quando ha alzato il proprio livello per salvare tre palle break sul 2-2, 0-40. Ha messo a segno tre vincenti consecutivi, che sono stati il colpo del KO sul match: da quel momento ha vinto quattro game di fila chiudendo 4-6, 6-2, 6-2.

Finora la attuale numero 4 del mondo ha vissuto una costante progressione di rendimento e risultati. Rimane però da scoprire quanto saprà rendere una volta che si chiuderà la prima fase di affermazione e inizierà il periodo delle conferme. Cioè il periodo da Sophomore, che cambia completamente la condizione psicologica, perché non si è più nella posizioni di chi deve scalzare le avversarie, quanto in quella ben più scomoda di chi deve confermarsi mantenendo le attese.

1. Bianca Andreescu
In questa classifica legata soprattutto alle stagioni 2019-2020 penso si possano avere dubbi sulle posizioni di rincalzo, ma credo che il primo posto sul piano del rendimento agonistico spetti di diritto a Bianca Andreescu. Questo perché, in sostanza, da febbraio 2019 in poi ha perso un solo match da sana: il quarto di finale di Pechino contro Naomi Osaka. Altrimenti, quando è scesa in campo a posto fisicamente, ha sempre vinto.

Aveva cominciato a sorprendere in gennaio, quando da numero 152 del ranking aveva raggiunto la finale di Auckland. Poi è arrivata la serie di partite di Indian Wells, dove ha dimostrato notevole ricchezza tecnica, creatività tattica e grande convinzione nelle proprie forze. In quella occasione si deve essere definitivamente acceso qualcosa in termini di fiducia e autostima.

Superati i problemi fisici che l’avevano fermata a Parigi e Wimbledon, è rientrata nell’agosto canadese, ed è tornata subito a vincere, spesso in tre set. In tutte le partite ha sempre dato l’impressione di essere nella condizione di accelerare nei frangenti decisivi dei match, alzando il livello della sua prestazione. E così ha vinto il torneo di Toronto.

Poi, da esordiente nel main draw, ha conquistato addirittura lo US Open, in finale su Serena Williams. Da sottolineare il secondo set della finale, quando dopo avere mancato un match point sul 5-1 ha perso quattro game di fila, ma ha saputo riassestarsi per concludere il match sui 6-3, 7-5.

Diventata nel frattempo Top 10, sembrava virtualmente inarrestabile, prima di infrangersi contro lo scoglio di Naomi Osala a Pechino. Come detto, l’unico match importante perso da quando ha compiuto il definitivo salto di qualità. Una partita che le è sfuggita in tre set dopo aver dato l’impressione di essere superiore nella prima parte, ma nella quale ha pagato caro un leggero calo, sia fisico che mentale, nella seconda parte (5-7, 6-3, 6-4).

Purtroppo l’infortunio al Masters ci ha impedito di capire fino a che punto potesse spingersi nel suo rendimento straordinario, e se sarebbe stata in grado di dare continuità a un tennis che ha travolto il circuito per il suo eccezionale mix di qualità ed efficienza. Speriamo di poter scoprire al più presto quanto sarà ancora in grado di dare al tennis femminile, sempre che la salute non le metta ancora i bastoni fra le ruote.


Pagine: 1 2 3 4

Continua a leggere
Commenti
Advertisement

⚠️ Warning, la newsletter di Ubitennis

Iscriviti a WARNING ⚠️

La nostra newsletter, divertente, arriva ogni venerdì ed è scritta con tanta competenza ed ironia. Privacy Policy.

 

Advertisement
Advertisement
Advertisement