Anche Goffin in dubbio per gli US Open

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Anche Goffin in dubbio per gli US Open

“E se ci saranno casi di positività durante il torneo che succede?” si chiede il belga. Gaudenzi avrebbe programmato per oggi una call con i giocatori per fare il punto della situazione

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David Goffin - US Open 2019 (foto via Twitter, @usopen)
 

US Open sì o US Open no? È il dubbio di molte stelle del circuito ATP, in gran parte europee, in questi giorni. Da una parte della bilancia, c’è naturalmente la rilevanza di un torneo dello Slam, con la storia, i punti e il montepremi che si porta dietro. Dall’altra parte pesano la preoccupazione per i contagi da Covid-19, che continuano ad aumentare in maniera preoccupante negli Stati Uniti e anche nella città di New York, le misure particolarmente restrittive che sono già state adottate per prevenire ulteriori casi e l’incertezza rispetto a quelle che potrebbero essere decise ad evento in corso. Se poi ci si mette il fatto che alcuni tornei sulla terra rossa nel vecchio continente sono stati riprogrammati per fine settembre, è facile intuire perché in tanti, Rafa Nadal in primis, stiano pensando di rinunciare del tutto alla trasferta statunitense

Nei giorni scorsi il n.1 d’Italia Matteo Berrettini ha ben sintetizzato questi dubbi, mettendo in luce tanto la voglia di giocare gli US Open quanto le perplessità riguardo ad un contesto tutt’altro che ideale per disputare un torneo di tennis. David Goffin, che come Berrettini è stato grande protagonista all’UTS di Mouratoglou, sembra dello stesso avviso. “Mi piacerebbe potere inserire il torneo nella mia programmazione. Ma, in questo momento, non sono sicuro di andare”, ha affermato il tennista belga, n.10 della classifica mondiale. “I casi stanno aumentando là. Quindi non so se sarebbe saggio per me. Ci proverò. Nel frattempo, ho intenzione di allenarmi su campi veloci per prepararmi al Masters di Cincinnati (che si gioca a Flushing Meadows quest’anno, ndr) e per gli US Open”.

Come Novak Djokovic, anche Goffin non sembra essere molto contento delle limitazioni riguardo al numero di membri del team che ogni giocatore si può portare dietro. Ma soprattutto si chiede cosa potrebbe avvenire nel caso in cui qualcuno all’interno della bolla che verrà creata nel Queens risulterà positivo al Covid-19. D’altronde è quello già successo sia all’Adria Tour che nel torneo di esibizione di Atlanta. Anche se a New York non ci saranno spettatori.

“Il virus è in giro tra i tennisti. Si è visto di recente. Non sappiamo cosa potrebbe succedere nel caso in cui qualcuno dovesse risultare positivo. Verrà cancellato?” si domanda il 29enne di Rocourt. C’è poi anche spazio per una richiesta, con una vena polemica, nei confronti della ATP, che sta facendo di tutto per far ripartire il tour dagli Stati Uniti: “Ci piacerebbe avere maggiori informazioni a riguardo così da poter fare una scelta”. 

Proprio per venire incontro a questa esigenza di chiarimenti da parte dei giocatori, la stessa ATP avrebbe organizzato una conferenza d’emergenza virtuale su Zoom per oggi 13 luglio, secondo quanto scrive il quotidiano sportivo spagnolo Marca. L’ordine del giorno sarebbe proprio aggiornare i tennisti riguardo ai nuovi sviluppi sulla ripartenza del circuito negli Stati Uniti. Questa notizia ha alimentato le voci riguardo un clamoroso dietro-front della ATP, con la cancellazione completa della stagione sul cemento nordamericano. Ma è solo un’ipotesi al momento. Difficile pensare che Gaudenzi possa tornare sui suoi passi e la federazione americana rinunciare al suo Slam a questo punto. Ma nulla è da escludersi. 

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