Palermo e dintorni: Vekic a cena fuori, le accuse di Gasquet e i tanti occhi addosso

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Palermo e dintorni: Vekic a cena fuori, le accuse di Gasquet e i tanti occhi addosso

Vekic: “Dicono che siamo in una bolla, ma vado a cena fuori in città”. Gasquet attacca l’organizzazione per l’hotel, mentre Bencic in Svizzera si rifiuta di giocare contro Kung. L’Italia si è fatta carico della ripresa, il mondo la guarda

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Qui tutti dicono che siamo in una bolla, ma non è vero“. Donna Vekic, prima del match vinto contro Arantxa Rus, ha firmato così la polemica più sostanziosa nel giorno della ripartenza. “Non voglio fingere di rimanere chiusa tutto il giorno in una stanza, perché non è così. Sono stata a cena fuori in città ha raccontato – chiaramente usando la massima attenzione tra dispositivi di protezione e distanziamento sociale. Ma non resto chiusa in una stanza e come me un buon 90% delle giocatrici. Spero che a New York la bolla sia reale“.

Le foto su Instagram testimoniano come la croata abbia anche apprezzato il centro di Palermo ma non sembrano esserci state violazioni delle principali regole. Almeno nel circolo a due passi da Mondello. Mascherine per staff e giocatrici (nei momenti di sosta), distanziamento anche nelle interviste post partita, pubblico limitato a un terzo della capienza, igienizzazioni costanti delle tribune e divieto di contatti con il pubblico (almeno a ridosso dei campi). Più difficile imporre lo stesso divieto in zona hotel o nelle vie della città, visto che gli appassionati qualche selfie a distanza non proprio di sicurezza – basta fare un giro sui social – riescono spesso a recuperarlo.

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IL PROTOCOLLO – I comportamenti al di fuori del Country Time Club attengono chiaramente più alla responsabilità individuale delle giocatrici – prudenti, nella maggior parte – che all’organizzazione, che ha predisposto ogni precauzione consentita dalle proprie possibilità logistiche ed economiche. La positività della bulgara Viktorya Tomova è stata gestita secondo le prescrizioni e – al momento – senza strascichi. “Il protocollo prevede che le giocatrici arrivino a Palermo dopo aver già fatto un tampone circa quattro giorni primaaveva già spiegato a Ubitennis il direttore del torneo, Oliviero Palma -, appena arrivate fanno un sierologico e un altro tampone per poi recarsi in albergo, dove non sono autorizzate a lasciare la propria stanza fino alla pubblicazione dei risultati dei test, che nella norma si hanno entro 12 ore. Una volta accertata la negatività, possono lasciare l’isolamento, ricevere il pass per il circolo, ed iniziare ad allenarsi”.

GASQUET PUNGE – Il confine tra ciò che è esplicitamente lecito e ciò che viene tollerato tra le righe rimane sottile, in una fase iper regolamentata ma – allo stesso tempo – di fisiologica fluidità organizzativa. Probabilmente sono ragioni di budget (le perdita stimata per questa edizione sembra essere di 50.000 euro) quelle che hanno costretto l’organizzazione a ospitare le giocatrici in un hotel che chiaramente rispetta gli standard WTA International, ma non è da intendersi a uso esclusivo essendo aperto anche ad altri ospiti. Richard Gasquet è intervenuto sul tema dalla Francia, parlando a L’Equipe (questo per dare l’idea dell’eco mediatica del torneo siciliano).

È uno scandalo assoluto che le tenniste siano nello stesso albergo con dei turisti – le sue parole al quotidiano sportivo -. Non sono come la Wta possa accettare una cosa del genere. L’hotel dovrebbe essere riservato al 100% alle giocatrici e ai loro team: se non si è in grado di farlo, tanto vale non organizzare il torneo“. Gli standard di sicurezza non sono da ritenersi mai eccessivi in questo momento, ma è anche onesto sottolineare come nemmeno per gli estremamente rigidi protocolli del calcio, in Italia, sia stato richiesto alle squadre di prenotare alberghi interi (mentre invece vanno riservati i piani e le sale dei ristoranti, insieme alla differenziazione degli ingressi).

RIFIUTATA – Chiude il cerchio degli effetti collaterali – almeno mediatici – la notizia che arriva dalla Svizzera. Belinda Bencic, numero 8 del mondo, si è rifiutata di scendere in campo contro Leonie Kung nella sfida del campionato nazionale a squadre tra il suo TC Chiasso e il TC Sursee. Kung (19 anni, 155 WTA) era rientrata in patria dopo aver perso a Palermo nel primo turno delle qualificazioni. “Belinda si è un po’ preoccupata visto che tra due settimane deve andare in America – ha dichiarato a Il Tennis Italiano il presidente del circolo ticinese – non voleva rischi e ha deciso di giocare solo il doppio. (…) Non abbiamo mai dato la formazione con Bencic singolarista“.

Al termine di surreali trattative e tensioni, secondo la ricostruzione, il TC Sursee ha preferito ritirarsi concedendo alle avversarie il successo a tavolino. Per Kung, nessuna evidenza di problematiche sanitarie. Per Palermo, da tutto il mondo, tanti occhi puntati addosso.

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