Numeri da numero uno: contro i Fab Four è tutto più difficile

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Numeri da numero uno: contro i Fab Four è tutto più difficile

Dal 2015 a oggi, di fronte a Djokovic, Nadal, Murray e Federer, qualsiasi situazione di punteggio è risultata più svantaggiosa rispetto a quanto è accaduto contro avversari”normali”

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Novak Djokovic - Wimbledon 2019 (foto via Twitter, @Wimbledon)
 

Quanto è complicato battere un numero uno del mondo (chiunque egli sia)? Prova a spiegarcelo – almeno con i numeri – Infosys, che gestisce il servizio statistico dell’ATP. Il periodo preso in esame nello studio di Craig O’Shannessy parte dal primo gennaio 2015, cinque anni che hanno visto alternarsi in vetta al ranking i Fab Four, con una netta prevalenza di Djokovic nel conteggio delle settimane (155) davanti a Nadal (68), Murray (41) e Federer (8). Il “resto del circuito”, termine di confronto, è rappresentato dai giocatori che da gennaio 2015 a marzo 2020 – quando sono state congelate le classifiche – sono scesi in campo almeno 50 volte nel tour. I dati riguardano le sfide tra questi giocatori e i quattro big, disputate nel momento in cui Djokovic, Nadal, Murray e Federer comandavano il ranking.

Lo sviluppo delle situazioni di punteggio ci racconta che, contro un numero uno del mondo, in meno della metà dei casi (45% di media, 43% se parliamo di Nadal) si riesce a difendere il servizio da 15-30. Contro tutti gli altri, il break viene invece evitato 58 volte su 100. Spostandoci dall’altra parte del campo: strappare il servizio a uno dei fenomeni da 15-30 è meno probabile dell’11% rispetto al farlo contro chiunque altro. La differenza si evidenzia anche nel primo punto del game: da 0-15, contro un numero uno, la rimonta è avvenuta solo nel 52% dei casi, addirittura nel 45,1% quando al comando c’era Andy Murray.

L’incrocio dei dati sullo scozzese produce uno scenario ancor più netto: nelle sue 41 settimane in vetta alla classifica, da 0-15, su campi veloci, solo 22 volte su 53 l’avversario “normale” ha difeso il turno di battuta (41.5%). La tendenza è riscontrabile: vincere il primo punto sul servizio di chiunque apre una buona strada verso il break (38%), ma le cose cambiano se hai di fronte uno dei quattro Fab (25%) e ancor di più, nello specifico, contro Djokovic (23%). Da 15-30, invece, chi ha recuperato più volte è Federer (contro lo svizzero il break avversario si concretizza solo nel 27.8% dei casi, dato che sale al 34% contro gli altri numero uno e al 45% contro il resto del circuito).

La tabella aiuta a ricostruire tutte le combinazioni.

2015-2020: % contro il N. 1 / % contro il “resto del tour”

Situazione di punteggiovs. Resto del Tourvs. ATP N. 1
Tenere il servizio da 15/3058%45%
Tenere il servizio da 0/1565%52%
Tenere il servizio da 30/3075%66%
Tenere il servizio da 40/3091%84%
Tenere il servizio da 0/3043%31%
Break da 0/1538%25%
Break da 15/3045%34%
Break da 30/3027%20%
Break da 40/3011%7%
Break da 0/3059%39%
Breaking after being broken20%14%

La tendenza che i big data vogliono sottolineare è che, alla resa dei conti, le classifiche non mentono. Due esempi. O’Shannessy – specialista di questo genere di lavori – di recente aveva evidenziato come da 0-30 solo 18 giocatori, nel 2018, fossero riusciti a mantenere il servizio in più della metà dei casi. Di questi ben otto erano top 10 del momento.

Tra i Fab 3 (qui Murray non è considerato) il servizio di Nadal (48.7%) è risultato quello meno adatto a togliere le castagne dal fuoco a partire dal doppio svantaggio (52.5% Federer, 53.9% Djokovic). Diversi gli equilibri in parità: nel 2019, è stato evidenziato come sul 30-30 proprio Federer e Nadal siano stati i più costanti nel mantenere il servizio, seguiti al terzo posto della speciale classifica da Matteo Berrettini. A proposito del maiorchino: se nello specifico non è forse quello più in grado di aggrapparsi al servizio quando è spalle al muro, risulta fuori discussione la sua capacità di uscire vincente dai momenti di pressione (indice derivante dalla media tra le percentuali di palle break convertite, palle break salvate, tie-break vinti, e set decisivi – terzi o quinti a seconda del format – portati a casa). In questa particolare classifica ha primeggiato nel 2019 davanti a Federer e Thiem. Con una serie di argomentazioni tecniche e statistiche che comunque non possono prescindere da una straordinaria forza mentale.

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