La sorte avversa non sembra voler abbandonare Kristina Mladenovic neanche a Parigi. Ieri contro Laura Siegemund la francese ha sperperato un grosso vantaggio nel primo set, e la mente non può che tornare a quanto successo agli US Open dove la francese aveva buttato via un match che conduceva per 6-1 5-2. Ma se in quel caso aveva poco da recriminare – se non la quarantena impostale – adesso ha di ché lamentarsi perché nel primo set, quando si trovava sopra 5-1 e set point, la giudice di sedia Eva Asderaki non ha rivelato un doppio rimbalzo nel colpo di Siegemund e la francese ha finito per perdere il punto e la concentrazione. Alla fine l’incontro se l’è aggiudicato la tedesca per 7-5 6-3.
“Il momento che ha fatto girare la partita? So a cosa ti riferisci” esordisce subito in conferenza stampa Mladenovic. “Quel doppio rimbalzo sul set point che mi avrebbe mandato 6-1 e penso che l’arbitro sia l’unica persona a non averlo visto sul Centrale. Non so come sarebbe finita la partita dopo quel set, ma sicuramente è stato un momento chiave”. L’atteggiamento della n. 44 del mondo dopo quest’ingiustizia è stato comunque impeccabile, almeno nella teoria. “Ho davvero cercato di restare calma e non lamentarmi troppo. La mia è stata una lamentela breve perché in queste situazioni tu sai che loro hanno commesso un errore e non c’è niente da fare. Devi solo cercare di riconcentrarti e andare avanti“. Ma come si suol dire, tra il dire e il fare…
Siegemund ha ritrovato vigore dopo quell’episodio e anche Mladenovic ne ha preso atto, ammettendo comunque di non esser stata in grado di superare completamente l’accaduto: “Anche se ci ho provato, ero un po’ fuori con la testa. Stavo ancora pensando a quell’episodio e mi dicevo ‘okay, a questo punto dovrei già essere al secondo set’. Non è stato facile“. Maggior collaborazione da parte della tedesca avrebbe risolto la questione, ma così non è stato. “Se Laura mi avesse dato il punto sarebbe stata la più grande fair player del circuito“ ha detto con un sorriso ironico Mladenovic. “Sfortunatamente non lo ha fatto. Non mi aspettavo che lo facesse. Ma se lo avesse fatto avrebbe avuto tutto il mio rispetto. Non è successo, ma lei non è la responsabile. Credo che la giudice di sedia sia la responsabile. Il set era mio, è stata una sfortuna che lei non abbia fatto il suo lavoro“.
Anche Siegemund ovviamente si è espressa sull’argomento in conferenza stampa e, lavandosi un po’ le mani, anche lei delega la decisione all’arbitro. “Dipende dalle situazioni se tu vuoi dare il punto o meno all’avversaria. Se è una chiamata al limite ed è set point contro di te, credo che spetti al giudice di sedia. Io stavo avanzando alla massima velocità e se avessi detto ‘oh, era doppio rimbalzo’ per poi scoprire in video che non lo era, mi sarei arrabbiata con me stessa. In questo caso non si tratta di un segno lasciato dalla pallina che puoi andare a controllare. Penso che per questo ci siano gli arbitri, lei siede lì per questo. Penso che lei abbia più chance di me di vedere cosa succede esattamente”. Purtroppo non è stato questo il caso.
Più avanti la n. 66 del ranking è tornata sull’argomento e ha aggiunto: “Capisco la sua frustrazione e forse capisco anche perché ce l’abbia un po’ con me ma penso che dovrebbe prendersela con l’arbitro. Lei ha avuto un sacco di altre opportunità, quella è stata solo una chiamata sbagliata e succede nello sport”. La soluzione che potrebbe mettere tutti d’accordo? “Se c’è la possibilità di trasmettere rapidamente dei replay non sarebbe una cattiva idea. A quel punto tutto sarebbe chiaro e nessuno avrebbe scuse”.