“Sicuramente è la sconfitta più dolorosa della mia carriera. Stavo giocando un gran tennis e poi non sono riuscita a convertire i match point; vorrei poter dire cosa è successo, ma semplicemente sono crollata e la partita è andata nell’altra direzione“. Così Kiki Mladenovic (non) ha spiegato cosa è accaduto quest’oggi sul campo 5 dal momento in cui, in vantaggio 6-1 5-1 (e poi addirittura 6-1 5-2 40-0), ha perso completamente il polso del match e si è lasciata rimontare da Varvara Gracheva, finendo per perdere dodici dei tredici game successivi fino al 7-6 6-0 finale.
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Quella che potrebbe sembrare una ‘normale rimonta incredibile’, va in realtà ad aggiungersi alla situazione particolare vissuta dalla giocatrice francese. A causa del contatto con Benoit Paire, positivo al coronavirus qualche giorno fa, Mladenovic e altri sei tennisti sono stati costretti a ulteriori misure restrittive consistenti, in pratica, nel divieto di fare qualsiasi cosa che non fosse scendere in campo e giocare.
Interrogata sull’argomento in inglese, Kiki ha tenuto a freno la lingua utilizzando il sarcasmo – “Non voglio fare commenti su questo, ma solo ringraziare la USTA per questa esperienza surreale” – ma quando è passata al francese, il torrente è esondato. “Quello che stiamo vivendo qui è un incubo“, ha detto senza mezze misure e trattenendo a fatica le lacrime. “Non cerco una scusa per la mia sconfitta, non è colpa della USTA se non ho convertito i miei quattro match point. Adesso ho solo un desiderio ed è quello di riavere indietro la mia libertà. Vorrei davvero raccontarvi le tante cose che stanno accadendo qui; il modo in cui ci stanno trattando è abominevole“.
Secondo i protocolli della USTA, anche qualora Mladenovic dovesse essere prematuramente eliminata dal torneo di doppio, dovrà rimanere nella bolla di New York fino al termine del torneo – a meno che le autorità francesi e statunitensi trovino un accordo per una trasvolata oceanica in condizioni rigidamente controllate.