Del Potro: "Maradona mi ha dato emozioni uniche. Voglio tornare e giocare le Olimpiadi"

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Del Potro: “Maradona mi ha dato emozioni uniche. Voglio tornare e giocare le Olimpiadi”

Il ricordo e il saluto della ‘Torre di Tandil’ al suo connazionale: “Trasmetteva una forza e un’energia che non ho mai ricevuto da nessuno”. Sul rientro: “È difficile, ma la voglia è tanta”

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Juan Martin del Potro - Coppa Davis 2016
 

L’impatto della morte di Diego Armando Maradona sul mondo sportivo è stato devastante. Non solo per i tifosi e gli appassionati che si sono legati indissolubilmente a lui sin dal primo momento in cui l’hanno visto. Anche tanti sportivi possono dire di aver legato in maniera profonda con El Pibe de Oro, su tutti gli argentini, i suoi connazionali. La Coppa Davis era per lui un appuntamento fisso, forse per via delle corrispondenze con la Coppa del Mondo di calcio, vinta nel 1986. Non voleva perdersi i grandi appuntamenti della Selecciòn (tennistica) e sfruttava il suo enorme carisma per motivare i giocatori.

Maradona era a Zagabria il giorno in cui l’Argentina ha vinto la sua prima Insalatiera, nel 2016. Con la Croazia avanti 2-1, la domenica del Potro vinse contro Cilic nonostante avesse un dito della mano rotto e poi Delbonis firmò il punto decisivo contro Karlovic. È l’emozione più bella che ho vissuto negli ultimi anni” disse Maradona mentre festeggiava la vittoria. Dopo i festeggiamenti Delpo gli regalò anche la racchetta di quel match storico. Contattò personalmente ‘El Diez’ per farlo arrivare a Zagabria: “Organizzai tutto, era quasi più importante il fatto che ci fosse lui delle nostre partite ha raccontato del Potro in un’intervista a ESPN riportata da Olé. “Nel tennis è meglio stare il più tranquilli possibili, ma con Diego vicino era difficile. Trasmetteva un’energia e una forza che non ho mai ricevuto da nessun’altra persona”.

Ora che un’icona come lui se n’è andata, il dolore è grande per il popolo argentino: “Fatico ancora a crederci” dice del Potro, “ho realizzato che se ne fosse andato solo mentre seguivo il suo funerale. Non ho potuto partecipare perché ero in viaggio. È stata la cosa più difficile. Lo incontrai quando ero giovane e iniziavo a viaggiare per giocare i tornei. Nel 2011 quando morì la madre, Dona Tota, mi disse che si ricordava di avermi incontrato a Tandil. Con lui avevo un rapporto unico e irripetibile“.

Non vediamo Juan Martin del Potro in campo in un torneo ufficiale dal giugno 2019 (vinse contro Denis Shapovalov sull’erba del Queen’s). Seguì l’ennesimo infortunio delle sua carriera, allora al ginocchio, dal quale ancora il campione dello US Open 2009 non si è ripreso. Ancora, però, non vuole mettere fine alla sua carriera: “Ho messo un limite dopo la terza operazione al polso, poi con la terza al ginocchio. Ma amo il tennis. Voglio incontrare di nuovo tutte le persone che mi hanno aiutato a fare questa carriera. E voglio farlo sui campi, non da fuori. È il mio posto naturale”.

Tuttavia ha ammesso cheè difficile ora tornare. Questa è la realtà. Ho combattuto con il mio ginocchio. Ho però ancora la voglia di giocare e non credo sia arrivata l’ora di chiudere questa fase. Voglio andare a giochi Olimpici, questo mi aiuta a sperare ancora. I Giochi sono stati spostati al 2021 per questa maledetta pandemia. Credo che sia un premio rappresentare l’Argentina un’ultima volta: perciò voglio continuare a lottare“.

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