La convivenza australiana di Novak Djokovic con il problema agli addominali (la cui diagnosi precisa non è stata resa nota) sta per confluire all’interno di un documentario. Il numero uno ATP, arrivato a giocarsi la finale contro Daniil Medvedev, potrebbe raccontare così a freddo la verità sulle sue condizioni fisiche in questa spedizione australiana. Che hanno suscitato polemiche, da parte di chi l’ha accusato di aver esagerato nel manifestare il dolore.

“I media mi trattano peggio rispetto agli altri giocatori, i miei errori vengono perdonati meno facilmente“, aveva commentato risentito dopo il successo negli ottavi su Milos Raonic. Nello step precedente, durante la sfida di terzo turno contro Taylor Fritz, era arrivata quella fitta al fianco destro sulla cui intensità è stato sollevato qualche dubbio. In realtà Djokovic, gestendo il problema con il suo fisioterapista argentino Ulises Badio, è riuscito a metterselo alle spalle conquistando la sua nona finale a Melbourne Park (le prime otto le ha vinte tutte, comprese le ultime due consecutive). Nei quarti di finale ha superato Alexander Zverev, prima del facile successo in semi sul sorprendente Karatsev.

Proprio al termine della sfida con il russo, Djokovic ha fatto sapere di aver superato il dolore pur continuando a indossare sull’addome la fascia di kinesiotape. Tra una partita e l’altra, ha ottimizzato il riposo senza forzare gli allenamenti. Anche se potrebbe provare ad assaggiare il campo sabato, prima della finale. Il docufilm, la cui uscita è prevista per la fine del 2021, come rivelato da Marca, nasce in realtà dall’idea di raccontare un periodo più ampio. Dal lockdown contraddistinto dalle posizioni dubbie sui vaccini alla positività al Covid-19 riscontrata in occasione della contestatissima organizzazione dell’Adria Tour. Poi lo US Open, teatro della nascita della nuova associazione di giocatori PTPA e soprattutto della clamorosa squalifica per la pallata che ha colpito una giudice di linea. Un anno decisamente complicato, sul quale vorrà metterci l’ultima parola in video. La versione di Nole.