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Al femminile

Gli Internazionali di Iga Swiatek

Al ritorno sulla terra battuta più tradizionale è di nuovo emersa la stella della campionessa in carica del Roland Garros

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Iga Swiatek -WTA Roma 2021- via Twitter-@InteBNLdItalia
Iga Swiatek - WTA Roma 2021- via Twitter-@InteBNLdItalia
 

Iga Swiatek a Roma
Fra i tornei principali su terra rossa, di solito si considerano gli Internazionali d’Italia l’evento con le condizioni tecnicamente più simili al Roland Garros. Stoccarda si gioca indoor e su una superficie che (a detta delle giocatrici) valorizza più del solito il servizio; Madrid si disputa in altura, con condizioni di gioco mediamente più rapide rispetto a quelle di Parigi. Rimane quindi Roma, che offre la terra più vicina a quella francese.

Quindi non è un caso che in Italia sia tornata a vincere la campionessa in carica del Roland Garros, anche se negli ultimi anni non si è mai avuta nello stesso anno una doppietta da parte delle stessa giocatrice. Del resto lo scorso anno la stessa Swiatek a Roma aveva perso all’esordio contro la qualificata Arantxa Rus.

Malgrado l’esito del Roland Garros 2020 e degli Internazionali 2021 sia stato il medesimo, il percorso di Swiatek nei due tornei è stato molto diverso. Un dominio assoluto, senza incertezze, a Parigi. Un cammino complesso, ricco di trappole, a Roma.

La scorsa settimana Iga ha superato il primo turno per il ritiro di Alison Riske (ancora nel primo set). Poi nel secondo turno ha faticato a ingranare, tanto è vero che si è trovata sotto 3-5, 0-40 nel primo set contro Madison Keys (che vanta una finale a Roma nel 2016 persa contro Serena Williams). Ma Keys non ha saputo convertire nessuno dei tre set point consecutivi avuti in risposta, e da quel momento è iniziata tutta un’altra partita, nella quale è difficile separare i meriti di Switek dai demeriti di Keys. Madison infatti sta attraversano una fase di carriera molto complicata, e tende a demoralizzarsi di fronte alle prime avversità. Un parziale di 10 game a 1 ha ribaltato la partita: 7-5, 6-1 per Swiatek.

Ma che ci fosse ancora da migliorare per Iga è apparso chiaro quando si è salvata per il rotto della cuffia contro Barbora Krejcikova. Dopo i set point contro Keys, questa volta Swiatek ha dovuto fronteggiare due match point, sul 3-6, 5-6, 15-40. Scampato il pericolo ha vinto il tiebreak del secondo set e poi anche il match al terzo, grazie a un solo break ottenuto nell’ultimo game utile: 3-6, 7-6(5), 7-5.

Tre turni superati, ma le prestazioni non apparivano molto convincenti. Dopo il giorno perso a causa della pioggia, la qualità del tennis di Iga è però cresciuta decisamente nel match di sabato mattina contro Elina Svitolina. Ricordo che Svitolina ha sempre giocato bene a Roma, e ha vinto il torneo due volte dimostrando di saper interpretare al meglio questi campi. Eppure nei quarti di finale la differenza tra le due giocatrici è stata tale che, almeno per quanto mi riguarda, non ho mai davvero pensato che, dopo aver vinto 6-2 il set di apertura, Swiatek potesse lasciarsi sfuggire il match (6-2, 7-5).

Come mai? Confesso che da quando seguo Swiatek con regolarità, ho cominciato a utilizzare come punto di riferimento per valutare il livello del suo tennis un colpo in particolare: il dritto più carico di topspin. Nel match contro Svitolina si sono cominciati a vedere con più frequenza quei “drittoni” a rimbalzo alto che tanto male avevano fatto alle avversarie lo scorso anno a Parigi. E ogni volta che vedo Swiatek utilizzare con pochi errori quel dritto incrociato, ho la sensazione che il risultato finale sia in cassaforte. Ma su questo particolare tecnico tornerò più avanti.

Poche ore di riposo, e di nuovo in campo contro Coco Gauff, che era reduce da una doppia impresa: l’eliminazione delle due finaliste di Madrid, Sabalenka e Barty. Gauff aveva sconfitto a sorpresa al terzo turno Aryna Sabalenka, al termine di una match in cui aveva offerto un saggio di mobilità straordinaria: raggiungeva attacchi di Sabalenka che sarebbero stati imprendibili per quasi tutte le giocatrici, e questo ha permesso a Coco di allungare gli scambi moltiplicando i gratuiti di Aryna (7-5, 6-3). Nel turno successivo contro Barty, dopo aver perso il primo set, il ritiro della numero 1 del mondo le aveva permesso di raggiungere la prima semifinale di un WTA 1000 in carriera.

La partita fra Swiatek e Gauff è stato un match dai due volti, al di là dei numeri espressi dal risultato (7-6 (3), 6-3). Nel primo set Swiatek ha tendenzialmente fatto la partita, prendendo in mano più spesso l’impostazione dello scambio ed esprimendo in prima persona gli indirizzi tattici principali.

Nel secondo set invece ho avuto l’impressione che Iga cominciasse a sentire la fatica, soprattutto mentale, dei due impegni affrontati nel giro di poche ore. E allora ha assunto un atteggiamento meno propositivo, lasciando più spesso a Gauff il compito di condurre il match, magari in attesa che compisse qualche errore di troppo (di solito con il dritto). Il vero progresso tecnico che ha permesso a Swiatek di vincere anche questo set, è stata la crescita in risposta, con conseguente calo di efficacia della prima di servizio di Gauff (84% di punti vinti nel primo set, 50% nel secondo set).

Al termine del doppio successo di sabato, è apparso chiaro che la Swiatek arrivata in finale era una giocatrice enormemente cresciuta rispetto a quella di inizio settimana vista contro Keys e Krejcikova. Ma era difficile prevedere che avrebbe compiuto un ulteriore salto di qualità nel momento decisivo.

Il 6-0 6-0 contro Pliskova certifica oltre ogni dubbio la giornata di ispirazione assoluta che Swiatek ha vissuto. Impossibile trovare qualcosa da criticare. Anche gli aspetti del suo gioco meno eccezionali (quelli legati al servizio) questa volta sono stati straordinari: prima e seconde magari non potentissime, ma sempre precise e spesso lavorate. Basti dire che ha concesso il primo punto nei turni di battuta solo nel nono game, sul 6-0, 2-0.

Sicuramente Swiatek non ha avuto di fronte la miglior Pliskova, ma credo che Karolina sia stata spiazzata dalla prestazione della sua avversaria, che non solo non le ha concesso nulla, ma non le ha nemmeno lasciato il tempo di riprendersi dallo choc dell’avvio. Come in quegli incontri di pugilato nei quali il K.O. arriva alla prima combinazione, ci si rialza a fatica, e nel giro di pochi minuti dall’angolo devono gettare la spugna per terminare un confronto impari.

Una finale deludente per il pubblico, inesistente sul piano della lotta. Ma davvero notevole se consideriamo la pura prestazione offerta da Swiatek. Perchè Iga ha sfoderato colpi di livello eccezionale, ancora più straordinari se teniamo conto che l’errore non forzato era praticamente bandito dal suo orizzonte (appena 1 errore nel primo set e 4 nel secondo, con 17 vincenti totali). Certo, capisco il disappunto degli spettatori per aver pagato un biglietto per un match durato tre quarti d’ora, ma la prestazione di Swiatek è stata comunque memorabile.

a pagina 4: I dritti di Iga Swiatek

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