Roland Garros: Medvedev supera Bublik nel match tra nemici del rosso

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Roland Garros: Medvedev supera Bublik nel match tra nemici del rosso

Il numero due finalmente supera un turno a Parigi. Sasha troppo estemporaneo per incidere sul mattone tritato

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Al quinto tentativo Daniil Medvedev è infine riuscito a vincere una partita al Roland Garros. Quattro consecutive eliminazioni al primo turno, a partire dall’anno 2017, erano insieme la causa e l’effetto del disagio nei confronti della terra rossa più volte manifestato dal numero due del mondo, arrivato persino a convincersi di essere fisionomicamente inadatto al contesto. Il sorteggio stavolta gli ha dato una mano almeno a sbloccarsi, mettendogli di fronte un rivale a cui il mattone tritato è addirittura più inviso. “Odio la terra rossa – aveva recentemente detto con la consueta franchezza Sasha Bublik – e non vedo l’ora che la stagione on clay finisca“. Non si può dire che il kazako import non faccia seguire ai propri desiderata fatti concreti.

Ha vinto Medvedev in tre, poiché nonostante l’approccio, la tattica e l’istinto non lo qualifichino certo come futuribile specialista, il collega non ha fatto il minimo sforzo per adeguarsi alle necessità di giornata, pervicacemente aggrappato a schemi, sempre che si possano definire tali, diametralmente opposti a quelli considerati utili dai più a prevalere su una qualsiasi superficie lenta. Era persino scattato meglio dai blocchi, Bublik, subito avanti con il break piazzato nel secondo gioco dell’incontro, ma la sua fiammella si è subito spenta nel vento di Parigi, fatto salvo qualche sussulto troppo sporadico ammirato di tanto in tanto. Due i momenti chiave: il parzialone di dieci giochi a uno dal due a zero Kazakistan al sei-tre, quattro a zero Medvedev, e i quattro game consecutivi infilati dal finalista dell’Open d’Australia in coda al terzo set, che Bublik avrebbe potuto chiudere avesse optato per un turno di servizio più assennato sul cinque-tre in suo favore.

Ma d’incertezza ce n’è stata costantemente pochina, occorre sottolineare. Sasha ha giocato una partita da cemento condita da bizzarrie persino superiori alla già ragguardevole media della casa: seconde sparate ai duecento orari, costante ricerca del punto immediato, serve and volley sulla seconda a profusione, tweener, frizzi e lazzi abbondantemente oltre il superfluo. Provvisto di finiture perlopiù inadatte al gioco on clay, massime il piattissimo rovescio, e in sensibile imbarazzo nei necessari scivolamenti, Medvedev ha capito presto che il match di oggi si sarebbe portato a casa sbagliando poco e riducendo al minimo i rischi: l’altro si sarebbe sbarazzato della pallina molto prima che gli fosse necessario generare i proverbiali angoli.

Così è stato. E non c’è molto altro da aggiungere se dopo la prima ora e mezza di un match sul laterizio gli scambi sotto i nove colpi rappresentavano il 90% del totale e quelli pari o inferiori ai quattro addirittura il 70. Occorrerà valutare esami più impegnativi per capire se la storia di scarso amore tra Medvedev e Il Rolando abbia finalmente preso una piega più dolce. Ma a sud del tabellone lo spauracchio Thiem è già tornato in Austria, e i mammasantissima si taglieggeranno dalla parte opposta: al buon Daniil conviene provare a sopportare la polvere ancora per qualche giorno.

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