Wimbledon: funambolo Kyrgios, eroico Murray. I bookies vedono Berrettini meglio di Zverev

Editoriali del Direttore

Wimbledon: funambolo Kyrgios, eroico Murray. I bookies vedono Berrettini meglio di Zverev

Quote influenzate dal ricordo dell’accoppiata di Boris Becker al Queen’s e a Wimbledon nel 1985, quando Rino Tommasi mi sfidò… Quattro tennisti italiani per un improbabile poker. Tris invece?

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Nick Kyrgios - Wimbledon 2021 (via Twitter, @atptour)
 

Sei italiani su tredici al secondo turno. Ogni tanto i pronostici si indovinano. Quanto è accaduto di mercoledì non è stato infatti deludente come quanto accaduto di martedì, quando i due young boys di casa nostra sono inciampati. Senza colpe direi Musetti, con qualche peccatuccio Sinner. I loro due avversari, Hurkacz e Fucsovics, però erano tosti. Nessun vanto, però, perché quanto è accaduto di mercoledì in campo azzurro, era ampiamente prevedibile. Troppo superiori Berrettini a Pella, Sonego a Sousa, Mager a Londero e anche Camila Giorgi a Teichmann. E bravo, seppur sconfitto, Caruso per i primi due set perduti soltanto al tiebreak con Cilic. Poi c’è stato Fognini che ha raggiunto il terzo turno per per la sesta volta a Wimbledon, la quarta consecutiva (ma senza mai andare oltre…), battendo Djere e ora avrà quel Rublev che lo stava dominando a Montecarlo 2019 ma poi perse e Fabio si involò fino a vincere il suo torneo più prestigioso, mentre Seppi ha ceduto nettamente a Kudla che sull’erba sa davvero giocare bene. Rublev a Wimbledon non aveva mai fatto meglio di questa volta. Insomma forse la partita è più equilibrata di quanto dica la classifica.

Ha dato ancora spettacolo Kyrgios alla ripresa del match interrotto martedì sera sul 3 pari al quinto perché a Wimbledon alle 23 si manda tutti a letto per la pace notturna dei residenti. Per la seconda volta di fila, dopo essere entrato in campo dicendo nel solito pit-stop televisivo prima dell’inizio delle ostilità qualcosa che non avrebbe mai detto nessun altro… ”In questo momento più che giocare a tennis vorrei bermi una birra!”, ha avuto la meglio su Humbert al quinto set, stavolta per 9-7 nel set decisivo. Kyrgios ha sciorinato il solito repertorio che… non è mai lo stesso pur essendo solito. Servizi a cucchiaio dal basso, seconde palle battute a 220 km orari, magie, tocchi vellutati e talvolta irridenti.

Match godibilissimo. E come al solito brillante e fuori dagli schemi l’intervista post partita dell’australiano che non era più uscito dal suo continente Down Under negli ultimi 500 giorni. È scivolato anche lui sull’erba infidissima di questi umidi giorni Brits, una gran scosciata, e il momento non poteva essere più delicato: 6 pari al quinto set. Ma dopo essersi accasciato sull’erba toccandosi l’inguine e l’anca, si è rialzato e alla fine ha smentito qualsiasi ipotesi di abbandono: “Ritirarmi io? Sarei rimasto in campo fino alla fine anche se fossi rimasto su una gamba sola! Suvvia, un po’ di forza d’animo… La mia anca sta bene, sono fortunato se mi paragono a tanti altri, Mannarino, Serena, che sono caduti e si sono fatti male. Lì per lì ho sentito un gran dolore, ma poi è passato”.

“Ve l’avevo detto che avrei avuto chance di vincere anche se sono arrivato a Londra quattro giorni prima dell’inizio del torneo. Ne ho sentite di tutte. Brad Gilbert ha detto, ad esempio, che ‘è impossibile essere competitivo a questi livelli scendendo da un divano!’. Ragazzi, io conosco il mio gioco, non ho paura di nessuno. So di quel che sono capace se ci credo e mi sento bene mentalmente. Me ne frego di quel che dice la gente. Mi preparo come voglio e ha funzionato. Ma se mi chiedono se mi sentirei bene mentalmente a passare tutto un anno in una bolla… la risposta è no. Quindi ho preferito non giocare”.

E quando gli hanno chiesto se la competizione gli fosse mancata il tennista part-time di Canberra ha risposto con la solita ironia: “Ma io faccio della competizione tutti i giorni, gioco a dama, ai video giochi, a basket. Amo la competizione, ogni genere di competizione. Chiedetelo ai miei amici… Certo giocare a Wimbledon sul campo n.1 (che per lui deve essere il centrale), davanti a tribune gremite e contro grandi giocatori è un grande piacere… ieri la gente mi ringraziava, ‘grazie Nick di avermi fatto divertire!’. Quindi continuerò ad andare sui campi, a offrire spettacolo, a produrre aspetti diversi di gioco. È per quello che tanta gente vuole che io giochi”.

Non solo per Kyrgios tanta gente, tantissima gente sugli spalti all’England Club. Si legge ogni giorno di una recrudescenza della variante indiana, ma vedo un sacco di tifosi appiccicati, senza alcuna distanza di sicurezza, senza nessuna maschera. D’altra parte è notizia di ieri sera, Boris Johnson avrebbe fatto annunciato che dal 19 luglio non ci sarà più obbligo di mascherine. A Wimbledon, il tempio del tennis, hanno giocato d’anticipo. Sull’erba è giocoforza, quasi un obbligo. Chi è a Wimbledon mi riferisce di una gran quantità di regole che vengono imposte con pochissima coerenza. Chi dispone di sale tv deve evitare, ad esempio, che in esse ci siano contemporaneamente più di un paio di persone. Poi però un piano più sotto agli studi televisivi, nella sala ristorante cui accedono giornalisti, telecronisti ma anche tutto il personale di Wimbledon, c’è la gente che si ammonticchia ai tavoli senza alcun accenno alla minima distanza. Mah!

Se Kyrgios è stato lo showman del pomeriggio, Andy Murray, quasi eroico con la sua anca di metallo, lo è stato della sera, perché ha vinto in 5 set e – forse traendo ispirazione dai toilet-break di Djokovic al Roland Garros – ha saputo approfittare alla grande della sospensione decretata dal management per far chiudere il tetto sebbene non piovesse. Vero che per tutto il giorno si era assistito a un numero enorme di scivoloni, e vero che si era fatto sempre più umido e Andy era già cascato rovinosamente a seguito di un contropiede imposto dal tedesco Otte e il suo popolo aveva temuto il peggio, ma non sono sicuro al cento per cento che si sarebbe deciso di chiudere il tetto a metà quando lo hanno chiuso. Fatto sta che, ripreso fiato e vigore dopo quei 20 minuti di break, in campo è rientrato un altro Murray.

Cioè l’eroico Murray che non vuole saperne di arrendersi, che non sta zitto un secondo e parla dopo ogni punto con il mondo, con la mamma, il coach, i tifosi in prima fila e la gente diventa wild, come dicono nel Regno Unito, selvaggia! 3 h e 51 minuti di tennis piuttosto modesto, ma ogni tanto anche un coniglio che usciva dal cilindro di Andy, compresi gli ultimi due straordinari lob vincenti, uno di dritto e uno di rovescio, proprio negli ultimi punti per lasciare di marmo il lungo Otte, 27 anni e n.151 ATP.

Che atmosfera! Si vive per queste serate… della mia partita mi è piaciuta la fine… il mezzo non tanto. Ho giocato qualche bel colpo alla fine, ma è stata dura. Dopo la chiusura del tetto, ho spinto di più… e ne è venuto fuori il 6-3 4-6 4-6 6-4 6-2″. Quattro anni dopo la sua ultima partecipazione su questi lawns, Andy, campione nel 2013 e nel 2016, approda al terzo turno dove però temo che Shapovalov gli darà una gran ripassata. Prima di Murray Chardy aveva sorpreso Karatsev. Ma la sorpresa non è tale per chi sapeva che il russo sull’erba aveva zero esperienza, mentre il francese ha preso la residenza a Londra per motivi fiscali e sull’erba ha potuto allenarsi con molto più agio.

Già che scrivo di francesi (prima Humbert, poi Chardy) oggi c’è un altro francese per Federer, dopo Mannarino: Richard Gasquet. Gasquet nell’ultimo biennio è stato fermo quasi quanto Federer e contro lo svizzero ha un pessimo record. Ci ha perso 18 volte su 20. Ma nelle due in cui lo ha battuto c’ero a prendere appunti. La prima fu anche la loro prima sfida, a Montecarlo 2005, e Roger la perse pur avendo avuto sulla racchetta un matchpoint. La seconda è stata a Roma, nel 2011. Ho visto anche le tre giocate sull’erba di Wimbledon e tutte vinte da Roger. Però Roger che era in difficoltà con Mannarino prima che il mancino francese si facesse male, non potrà giocare così male come l’altro giorno, con tutte quelle pause, a meno che Gasquet sia messo peggio di lui. Gasquet ieri ha detto: Ho più chances di far bene contro Federer a Wimbledon che contro Nadal al Roland Garros, eppure con Rafa i primi due set ho giocato bene e proprio Rafa è venuto alla sera al ristorante dove ci siamo ritrovati a farmi i complimenti…”.

Non dimentichiamo che Gasquet è stato due volte semifinalista a Wimbledon dopo aver vinto delle gran maratone: 8-6 al quinto contro Roddick nei quarti del 2007, 11-9 al quinto contro Wawrinka nel 2015. Qualcuno sostiene che Richard sia l’avversario ideale per Roger. Vedremo se è così. Ricordo che Roger ha perso una sola volta al secondo turno a Londra: fu nel 2013 contro l’ucraino Stakhovski.

Oggi giocano quattro tennisti italiani, Berrettini con l’olandese dal nome impronunciabile, Van de Zandschulp, n.139 del mondo che nelle “quali” ha battuto Paolo Lorenzi. Inciso: Lorenzi, ragazzo intelligente e simpatico come pochi, sta facendo un ottimo lavoro per Sky. Non mi piace parlare di chi non considero bravo, ma se uno è invece bravo mi piace sottolinearlo. Poi, se anche aspira un po’ troppo la c, a me toscano non dà noia come magari a qualcun altro. Paolo aveva perso con Taro Daniel nelle quali di Parigi… pare si stia specializzando per “studiare” da vicino i futuri avversari di Berrettini e passare a Matteo e a Vincenzo Santopadre tutte le informazioni più utili. Intanto Isner – uno dei tanti che è scivolato pesantemente sull’erba… con quella stazza! – ha perso da Nishioka: l’americano faceva più paura del giapponese nel terzo eventuale round contro Matteo. Poi magari Bedene mette d’accordo tutti…batte Nishioka e sull’erba è avversario tosto anche per Berrettini.

C’erano 38 centimetri di differenza. Due metri e 08 l’americano Isner, un metro e 70 il giapponese Nishioka. Isner ha messo a segno 36 ace e Nishioka 3. Eppure ha vinto Nishioka, 6-4 al quinto set. Meglio per Matteo.

Sonego con il venticinquenne colombiano Galan vincente su Coria (n.112 ma battuto a fatica a Miami 7-6 6-3, soffrendo parecchio nel primo set), Mager con Kyrgios, Camila Giorgi con Muchova, n.19 del seeding e 22 WTA. Per Mager il compito più difficile, ma con Kyrgios non si sa mai. Potrebbe anche essere stanco… per aver fatto 5 set dopo essere disceso dal divano! Giorgi l’ho vista benissimo. Secondo me può farcela. Ma è quasi imprevedibile come Kyrgios. Sono ottimista per Sonego e per Berrettini. Quest’ultimo, stando ai bookies, sarebbe quotato quale terzo protagonista della ipotetica finale con Djokovic. Prima quella fra le prime due teste di serie, Djoko e Medvedev, seconda quella “romantica” fra Djoko e Federer, terza quella di Berretto con Djoko. Perché Berretto n.7 più accreditato di Zverev n.4 presidia il suo stesso quarto?

L’ho chiesto a Djokovic e lui mi ha risposto: “Purché ci sia sempre io in finale vanno bene tutti gli accoppiamenti che dici Ubaldo!”. È possibile che i bookies siano ben influenzati dal fatto che Zverev a Wimbledon non ha mai fatto troppo bene, un solo ottavo di finale, e che invece Matteo abbia trionfato al Queen’s al debutto come fece Boris Becker nel 1985, che pochi giorni dopo conquistò anche il suo primo Slam proprio a Wimbledon.

Quel che nessuno poteva ricordare è che alla vigilia di quel Wimbledon il mio grande amico – e Maestro – Rino Tommasi si trovò insieme a me in un betting office di William Hill. Non eravamo scommettitori, ma era tradizione giocare una decina di sterline prima dell’inizio del torneo. Io avevo visto in tv Becker battere Kriek in finale al Queen’s e poi sentito Kriek dire: “Se questo ragazzo gioca così, per me può vincere pure Wimbledon!”. Boris non era testa di serie e la quota di William Hill pagava un suo improbabile trionfo a 16. Dissi a Rino: “Io quasi quasi lo prendo!” E Rino: “Così butti via i soldi, fai arricchire i bookmaker con le scommesse improbabili, guarda Becker te lo do io a 20!”. Lo presi e sapete come è andata a finire.

Chiudo con mio figlio che è arrivato in tempo a casa per vedere il quinto set fra Murray e Otte. Ha sentito Filippo Volandri che commentava il match e ha esclamato: “Ma come, il capitano di Coppa Davis sta a Milano a commentare il tennis in tv e non è a Wimbledon a seguire i tennisti italiani?”. Confesso che non ci avevo pensato. Capace che veda più loro partite stando a commentarle in tv che se fosse sul posto. Tuttavia l’osservazione non mi è parsa del tutto fuori posto. E voi che ne pensate?

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