Il gruppo di teenager all’interno della top 100 da questa settimana ha un nuovo membro: a far compagnia a Jannik Sinner, Lorenzo Musetti e Carlos Alcaraz è arrivato il 19enne Brandon Nakashima, che con un balzo di 26 posti è atterrato alla posizione n. 89. Il giovane statunitense prova, assieme a Sebastian Korda, a restituire vigore a un movimento tennistico – quello statunitense – che negli ultimi anni aveva continuato ad affidarsi ai big server. Proprio dal principale esponente di questa categoria, John Isner, Nakashima è stato sconfitto nella finale di Atlanta pochi giorni fa in quella che è stata la sua seconda finale consecutiva dopo quella di San Jose (persa contro Norrie).
Il raggiungimento di tutti questi traguardi al suo secondo anno nel circuito ha acceso su di lui i primi riflettori e la cosa non sembra disturbarlo affatto. “Mi sento abbastanza bene, per me è un bel risultato” ha detto Nakashima ai microfoni dell’ATP. “Per me dimostra che sto andando nella giusta direzione dopo una stagione così così su terra battuta ed erba. Mi dà molta fiducia entrare in questo periodo sul cemento. Sto cercando di sfruttare la cosa, mettere le fondamenta per continuare a migliorare“.
Il tennista californiano, nato da genitori di discendenza giapponese e vietnamita, già a livello junior aveva fatto notare il suo valore raggiungendo la terza posizione in classifica e ha giocato per l’Università della Virginia fino a 17 anni. Come detto nel 2020 è diventato professionista; ha esordito a febbraio nel torneo di Delray Beach dove ha raggiunto i quarti di finale e alla sua prima partecipazione allo US Open ha anche beneficiato di una settimana di allenamento con Novak Djokovic.
“Penso che più di ogni altra cosa conti la mia condizione mentale” ha detto Nakashima, riflettendo sul suo grande miglioramento nel 2021. “Non è stato facile, soprattutto dopo aver avuto quel periodo ‘moscio’ sulla terra battuta durante il quale non ho vinto molte partite in Europa. Sono venuto sul cemento per cercare di guadagnare un po’ di fiducia e dimostrare che appartengo a questo livello. Questa è stata la cosa più grande per me, soprattutto per il mio stato d’animo. E poi anche alcuni dettagli, come la tecnica e il mio gioco di gambe in campo, credo siano decisamente migliorati rispetto allo scorso anno“.
Al momento Nakashima è sesto nella Race to Milano che determinerà i partecipanti alle Next Gen Finals e non nasconde il suo interesse ad essere presente. “È sicuramente un mio obiettivo arrivare a Milano per le Next Gen Finals a fine anno. Dimostrerebbe che ho avuto un anno solido e consistente” ha detto l’americano. “L’obiettivo principale per me è vincere alcuni di questi eventi ATP e continuare a scalare la classifica. Ma sarebbe davvero bello qualificarsi per questo alla fine dell’anno e dare il massimo contro gli altri giovani giocatori di spicco“.
La cosa più importante, però, è migliorare come tennista. E per riuscirci l’unico modo è competere. Infatti lo vedremo impegnato anche questa settimana nell’ATP 500 di Washington, precisamente oggi (martedì) alle 20 italiane contro l’australiano Popyrin – un match decisamente equilibrato. La filosofia e la dedizione al lavoro di Nakashima non sembrano troppo distanti da quella del suo connazionale altrettanto promettente, il già citato Sebastian Korda. Chissà che grazie a loro due il tennis a stelle e strisce non possa tornare alla ribalta.
“Ci sono molte cose in cui so di dover migliorare” ha detto Nakashima. “Ad esempio, la mia forma fisica deve assolutamente migliorare se voglio andare lontano in questi tornei giocando contro i migliori del mondo. Dover giocare ogni giorno e tirare sempre fuori il mio miglior tennis a volte è difficile, ma cerco di vedere la cosa come i frutti di tutto il duro lavoro in allenamento. C’è ancora molto da migliorare, ma è stata una buona settimana per me“. E all’orizzonte ce n’è subito un’altra.