ATP Cincinnati: Sinner festeggia il ventesimo compleanno con una vittoria. Avanza anche Fognini

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ATP Cincinnati: Sinner festeggia il ventesimo compleanno con una vittoria. Avanza anche Fognini

Il futuro ma già presente del tennis italiano non è più un teenager ma non c’è tempo per festeggiare. A Cincinnati batte Delbonis in due set. Bella vittoria di Fabio su Basilashvili

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A volte, capita che a metterci davvero di fronte al passare del tempo non siano tanto i nostri compleanni, quanto quelli quelli altrui. E, a pensarci bene, non succede solo quando si tratta di spegnere delle candeline. Andiamo al cinema e rimaniamo esterrefatti davanti al viso incredibilmente invecchiato di un attore, peraltro scoprendo nel giro di pochi secondi grazie (si fa per dire) alla tecnologia che ha due anni meno di noi. O, tornando rapidamente al tennis, quando leggiamo dell’ennesimo (tentativo di) rientro di Delpo e pensiamo “mi ricordo della prima volta che è andato sotto i ferri”. Dieci anni fa, per la cronaca, e dovrebbe essere arrivato a otto operazioni. Lo stesso è accaduto la settimana scorsa con il mezzo secolo di Pete Sampras (“com’è potuto succedere così in fretta” ha commentato Christopher Clarey del NY Times). Roger Federer non poteva non svettare: nel giro di qualche giorno, ha compiuto quarant’anni e annunciato il terzo intervento al ginocchio: è già finita un’era?

Adesso tocca a Jannik Sinner festeggiare un compleanno che è anche una piccola, grande svolta: sono infatti venti le candeline che è chiamato a spegnere. Sì, Sinner ha vent’anni. Sembra ieri che era un teenager. Nel febbraio del 2019, il titolo al Challenger di Bergamo da n. 546 della classifica, la prima vittoria ATP due mesi dopo, l’ingresso in top 100 a fine anno. Da un grande potenziale derivano però anche grandi critiche, viepiù feroci a mano a mano che il rosso di Sesto Pusteria non bissava immediatamente un successo o perdeva dal peggiore dei mediocri [senza fonte]. Negli ultimi mesi da diciannovenne, dirigendosi verso l’attuale 15° posto del ranking – appena il sesto italiano a entrare in top 15 in oltre cinquant’anni –, il tripudio della prima finale in un Masters 1000 è stato presto smorzato da Hurkacz e dalla tensione. Come in un secondo atto in cui il protagonista è messo a dura prova dall’avversa fortuna, dietro l’angolo lo aspettano le delusioni sulla terra battuta che oscurano (o che includono?) la semifinale a Barcellona e gli ottavi al Roland Garros fermato da Nadal, l’erba che rimane sullo stomaco, la rinuncia alle Olimpiadi per preparare il cemento americano su cui esordisce con la terza sconfitta consecutiva all’esordio. E le volée che non sa fare, il servizio che non è un’arma, il tennis monocorde, Piatti, la fidanzata… Poi, e non commettiamo l’errore di dire “dal nulla” visto il lavoro che c’è dietro, il primo titolo ATP 500 a Washington. Tre giorni dopo, su un campo che senza pubblico e senza tribune sembra quello di un circolo di provincia dove sarebbe carino andare per una trasferta di D3, lo vediamo piegato in due soccombere a Duckworth. Stanchezza fisica, mentale, giornataccia? O, piuttosto, non sarà mal di mare con tutto quel saliscendi dal suo carro? Insomma, Jannik, auguri di buon compleanno – un traguardo raggiunto nei tempi previsti, non dimentichiamolo. E, già che ci sei, insieme alle candeline potresti spegnere qualsiasi velleità delboniana. Detto fatto.

[11] J. Sinner b. F. Delbonis 6-2 7-5

Senza giocare un tennis stellare e con un piccolo blackout a metà di un secondo parziale che pareva ormai una formalità, Jannik Sinner supera Federico Delbonis in un’ora e trentotto minuti. Un set e mezzo di quella superiorità nel punteggio che ci si aspetterebbe da un navigato quindicesimo giocatore del mondo davanti a un avversario molesto sulla terra battuta, ma relativamente modesto – benché nient’affatto remissivo – sul veloce. Poi, la capacità di rimediare a un momento di difficoltà quando, a un passo dalla sconfitta, Delbonis ha improvvisamente trovato continuità e spinta con il dritto, certo aiutato da Jannik che gli ha permesso di rimettere la testa fuori dall’acqua. Con l’altro in piena fiducia, è stato però bravo l’azzurro ad alzare il livello e chiudere in due set evitando un terzo set che prometteva lotta.

IL MATCH – Con quasi due ore e mezza di ritardo a causa della pioggia, Sinner sceglie di partire in risposta, ma prima c’è il cenno di ringraziamento al pubblico che intona happy birthday. I primi scambi vedono un Delbonis più solido che si guadagna due opportunità nel corso del secondo game, ma un brutto dritto e un ace evitano il peggio. Presa in fretta confidenza la palla e, forse, con il mancinismo dell’altro, tocca allora al nostro mettere mettere la freccia. Il sorpasso arriva al quinto tentativo, agevolato dal doppio fallo argentino, e libera il braccio di Jannik che vola 4-1. Federico si fa un po’ più aggressivo e approfitta di qualche imperfezione azzurra per accorciare, ma il suo dritto concede troppo in cambio di pochi forzati italici e il saldo di quel colpo che fa girare la palla più di 4100 volte al minuto registra zero vincenti e 14 unforced. Sinner risponde bene, è nettamente superiore negli scambi brevi e mette a referto il 6-2. Molto bene il ventenne a rete, con un solo punto perso su sette, mentre “Gordo” non si è mai fatto vedere da quelle parti.

L’inizio del secondo parziale ripropone le difficoltà di Delbonis che non riesce a fare male con il dritto a un avversario superiore nel ritmo ed è costretto ad andare fuori giri: è break in apertura. Tutto fila liscio per riproporre lo stesso punteggio della prima partita e, sotto 2-4, il trentenne di Azul si fa vedere nei pressi della rete; trafitto da un passantone, poco dopo deve affrontare la doppia chance di un altro break con due seconde di servizio, colpo che gli ha dato 2 punti su 12 nel primo set. A un passo dal nastro del traguardo e pure con un paio di forbici in mano, Sinner sceglie una posizione molto arretrata ma non risponde sul 15-40, poi il dritto mancino detta e chiude lo scambio. È proprio quel colpo che comincia a funzionare, mentre dall’altra parte si percepisce qualche insicurezza per l’occasione mancata e arriva un parziale di 12-3 per Delbonis. Caparbiamente tenuto non senza difficoltà il servizio per il 5 pari, Jannik riveste i panni di giocatore superiore, torna avanti alla quarta palla break con il vincente lungolinea di rovescio e chiude in battuta con autorità. Al prossimo turno aspetta il vincente della sfida tra John Isner e Cameron Norrie.

BENE ANCHE FOGNINI – Nella sfida inedita che lo vede opposto a Nikoloz Basilashvili, Fabio Fognini si impone 7-6 6-3 rimanendo in campo esattamente lo stesso tempo di Sinner. Dopo un periodo iniziato con la ripresa del Tour un anno fa proprio con il Western & Southern Open e durato fino a marzo in cui non vinceva molto più di bye, Basilashvili ha ripreso a ingranare ed è avversario molto pericoloso quando trova la settimana buona in un rendimento che resta estremamente altalenante. Bravo allora Fabio a rimanere concentrato nel primo set nonostante per due volte abbia ceduto il break di vantaggio – la seconda sul 5-4, con il promettente punteggio di 30-0 presto ribaltato da un millimetrico vincente georgiano seguito dal classico errore in uscita dal servizio, senza dimenticare l’ancora più classico warning per abuso di palla. A fare la differenza nel tie-break, una risposta di dritto sul 2 pari che Basil rimane a guardare, subito confermata dall’ace (saranno 8 alla fine). La situazione sembra volersi ripetere nella seconda partita, ma questa volta Fognini non vanifica la possibilità di chiudere conquistata all’ottavo game grazie a una gran difesa e a una precisa risposta dopo qualche complicità di Basilashvili. Quarto-finalista a Cincy nel 2014, al secondo turno l’azzurro se la vedrà con Guido Pella, battuto in tre dei cinque precedenti confronti, compreso l’unico sul cemento.

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