Lucky loser, qualcuno più fortunato di altri: il caso Rubin a Winston-Salem

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Lucky loser, qualcuno più fortunato di altri: il caso Rubin a Winston-Salem

Il sostituto di Kyrgios ha affrontato Murray subito dopo la sconfitta nelle qualificazioni. Chi ha saputo aspettare, invece…

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Noah Rubin (foto via Twitter, @OracleChallngrs)
 

La ratio della regola è semplice, logica e condivisibile. Poi, quanto la regola sia giusta è tutto da vedere. Ci riferiamo a quanto disposto dalla lettera (a) della sezione 3, capitolo 8, paragrafo A, punto 3 del Rulebook dell’ATP: “Un giocatore che si ritira dal tabellone principale di singolare dopo l’inizio delle qualificazioni e prima del suo primo incontro ha diritto al montepremi previsto per il primo turno (secondo turno in caso di Bye)…”.

Una regola, che esiste anche negli Slam, introdotta per evitare che un giocatore mezzo rotto si presenti in campo facendosi impallinare per un set per poi ritirarsi intascando il montepremi. In questo modo, si incoraggia il tennista non in grado di competere a un livello adeguato a farsi da parte, lasciando spazio a un collega eliminato nelle qualificazioni che viene appunto ripescato in qualità di lucky loser.

Rispetto agli Slam, tuttavia, salta all’occhio una non trascurabile differenza: nei tornei ATP, chi si ritira si prende tutto il malloppo, non “fa a metà” con il sostituto. In pratica, il perdente fortunato in un evento ATP, oltre a quanto intascato nelle qualificazioni, avrà diritto al montepremi relativo al turno raggiunto nel main draw meno quanto spettante a quello del primo turno. Noah Rubin, che a Winston-Salem è entrato al posto di Nick Kyrgios per essere subito sconfitto da Andy Murray, ha intascato zero dollari per il suo match; se accadrà al prossimo US Open, il lucky loser subito sconfitto intascherà 37.500 dollari.

Abbiamo citato Rubin – l’uomo “Behind the Racquet” che dà voce a storie di difficoltà personali, poco mainstream ma spesso estremamente profonde e toccanti dei colleghi – per qualche polemica suscitata dal suo caso, sia perché ha dato modo di soffermarsi sugli effetti di questa regola, sia per le circostanze che lo hanno portato all’impari sfida con l’ex numero 1 del mondo. Domenica scorsa, nell’ultimo turno di qualificazioni, Noah è stato sconfitto in rimonta da Lucas Pouille che gli ha anche annullato un match point. Poco dopo, Kyrgios ha annunciato il ritiro e a Rubin è arrivata la buona notizia: sarebbe toccato a lui, nonostante fosse il quarto della lista. Evidentemente, quelli che gli erano davanti (vale il ranking ATP), hanno preferito rinunciare o non si erano neanche segnati – per essere eleggibili come lucky loser occorre comunicare la propria disponibilità giorno per giorno. Sia quel che sia, dopo un incontro tirato con un notevole dispendio di energie anche mentali, il n. 306 della classifica ci ha provato, ma è stato prevedibilmente sconfitto 6-2 6-0.

Viene allora da domandarsi perché l’incontro non sia stato rimandato al giorno seguente. Certo, Murray vs Kyrgios era la sfida di cartello della giornata (e di tutta la settimana, probabilmente) e senza dubbio l’idea è stata di mettere in campo almeno lo scozzese a beneficio di chi aveva comprato apposta il biglietto. Dopo il match, Andy ha commentato: “Non sapevo se avrei giocato questa sera. Mi hanno detto che, se mi fosse capitato un qualificato, non avrei giocato, ma hanno sorteggiato un lucky loser, quindi dovevo scendere in campo contro Noah”. A quanto pare, un trattamento diverso a seconda che l’avversario fosse entrato in tabellone con una vittoria o con il ripescaggio. “È stato complicato perché avevo studiato una tattica con il mio coach, ma tutto è cambiato” ha poi aggiunto Andy. “Venticinque minuti prima di scendere in campo scopri che giocherai contro qualcuno che non hai mai affrontato”.

Il fenomeno di Dunblane ci permetterà di osservare che è meglio giocare contro un Rubin stanco che con un Kyrgios agguerrito. Murray ha poi dato credito al collega, che tra l’altro ha giocato per la Wake Forest University di Winston-Salem nel 2015, riconoscendone le difficoltà fisiche. È naturalmente montata la polemica sulla regola in ossequio della quale Rubin ha giocato un match professionistico gratis (intascando zero punti), oltretutto senza una vera chance di vittoria. Il nostro protagonista ha però reagito da signore, twittando: “Ah, il tennis. Quanto spesso ridicolo e memorabile vanno mano nella mano. Perdi un incontro di un’ora e mezza con match point, esci dal campo, accetti il posto da LL, butti giù un po’ di salamoia, di nuovo in campo trenta minuti più tardi, tiri qualche vincente, ti vengono un po’ di crampi, perdi parecchi giochi di fila. Avanti con il prossimo“.

Senza soffermarci sull’analisi dei presunti benefici della bevanda assunta prima di entrare in campo (avrà vinto due giochi per merito o per colpa della salamoia?), la vicenda ha avuto un seguito al quale il nostro protagonista ha reagito semplicemente con una faccina che lacrima dal ridere. Dal torneo, si sono poi ritirati anche Basilashvili e Millman, entrambi teste di serie e quindi accoppiati a Bye. Giorno nuovo, lista nuova e questa volta i potenziali lucky loser si sono fatti trovare pronti: Herbert ha sostituito Basil e affronterà quindi Coria (meno di ventiquattr’ore dopo i crampi), mentre Purcell è entrato al posto dell’australiano e se la vedrà con Thompson. Sì, se perdono, nulla cambia in termini di montepremi e punti rispetto a Rubin ma, con un’altra massima alla Catalano, meglio questi avversari dopo un giorno di riposo e la concreta possibilità di approdare direttamente al terzo turno che Murray come secondo match nella stessa giornata.

Oltre alle doti tecniche, tattiche, atletiche e mentali, per essere un top player devi possedere anche quelle di preveggenza. Ma potrebbe essere sufficiente l’equa divisione del montepremi in stile Slam. In ogni caso, è difficile eliminare qualsiasi stortura. Basti pensare a Mihaela Buzarnescu che, con i legamenti della caviglia lesionati dopo il brutto infortunio nel match con Svitolina a Montreal, si era trascinata a New York per intascare l’assegno, scatenando le ire del marito e coach di Mandy Minella, prima delle alternate.

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