Imprevisto a Winston-Salem. Quando tutto sembrava pronto per l’incontro di cartello fra Andy Murray e Nick Kyrgios, quest’ultimo si è chiamato fuori per un problema al ginocchio sinistro, venendo sostituito dal lucky loser di casa (e fondatore di “Behind the Racquet”) Noah Rubin, poi smontato con un rapido 6-2 6-0 da Muzza (va detto che Rubin aveva giocato un match molto intenso con Pouille poche ore prima).
KYRGIOS RASSICURA SULLA SUA PRESENZA A FLUSHING MEADOWS
Kyrgios è intervenuto in una conferenza stampa dell’ultimo minuto (a cui era presente il nostro Vanni Gibertini), giocandosi forse anche la carta della captatio benevolentiae con una felpa dei Wake Forest Demon Deacons, l’università locale da cui sono usciti grandi giocatori NBA come Tim Duncan e Chris Paul (ricordiamo che Kyrgios è un grande appassionato di basket). Nick ha quindi spiegato la natura del suo acciacco: “Avverto ancora dolore al ginocchio sinistro, con lo US Open dietro l’angolo non volevo rischiare. […] Fin da bambino sognavo di giocare negli Slam, e non voglio mettere a repentaglio questa possibilità tirando troppo la corda in un 250, e sarebbe lo stesso anche se si trattasse di un 250 australiano”.
Durante la conferenza Kyrgios ha spiegato l’infortunio come parte dell’adattamento alla superficie americana, un problema slegato da quello addominale patito ai Championships: “Il Plexicushion australiano su cui ho giocato a febbraio è abbastanza elastico [in realtà la stagione australiana si gioca sul Green Set, ndr], e dopo sei mesi di pausa sono tornato sull’erba a Wimbledon, quindi su un’altra superficie abbastanza morbida. Il cemento nordamericano invece è molto più duro, e questo mi ha creato qualche difficoltà articolatoria, ma sono sicuro che sarò pronto per lo US Open, dove giocherò al 100% […] Non vedo l’ora di giocare lo US Open, mi godrò l’ambiente di New York e il fatto che si giochi a full capacity è una bella notizia per il tennis“.
In seguito all’eliminazione di Toronto contro il poi finalista Reilly Opelka, Nick era volato in Florida per fare riabilitazione: “Mi stavo allenando presso la IMG Academy e non vedevo l’ora di venire a giocare qui, è un grande circolo e volevo davvero giocare contro Andy Murray, un mio buon amico nonché uno dei miei idoli, una vera icona“. Ha poi spiegato il significato dell’incrocio con il tre volte campione Slam: “Non vedevo l’ora di affrontare Andy, soprattutto per quello che ha passato. Era un match che tutti avrebbero voluto vedere, so che molti dei biglietti venduti per il torneo si devono ai nostri due nomi. Tuttavia sto cercando di stare più attento con il mio corpo e voglio essere in grado non solo di giocare a New York ma anche più avanti“.
A Wimbledon l’australiano si era fatto male anche per via della lunga inattività, e durante la sua chat con i media ha ammesso che questo fattore ha sempre un suo peso: “Ho scelto di non giocare molto durante la pandemia, e quindi ora mi serve più tempo per recuperare. Non è raro che un giocatore importante decida di privilegiare la salute piuttosto che qualche assegno in più o qualche punto in più, e io sono convinto di poter andare allo US Open e fare bene. […] Ho sentito sia il mio fisioterapista che quello del tour e mi hanno consigliato di fare qualche palleggio per vedere come mi sentissi e di non rischiare in caso di dolore. Domani tornerò qui, mi allenerò un pochino e verificherò ancora le condizioni del ginocchio insieme al fisioterapista del torneo; di solito non gioco la settimana prima di uno Slam, quindi cercherò solo di tenermi in forma e recuperare”.
In ogni caso, lui si dice conscio di aver contribuito ai propri problemi: “Non sono arrabbiato, anche se è stata una decisione dura. Sono consapevole del modo in cui mi sono approcciato alla mia carriera e non ho rimpianti, mi sono divertito e ho smentito tante persone che dubitavano di me. Ho solo preso la decisione più corretta per come mi sento al momento, tutti i giocatori lo fanno, ma ovviamente trattandosi di un giocatore famoso questa cosa diventa una storia da prima pagina”.
Interrogato sul suo ritorno alle competizioni, pur senza fare nomi, Kyrgios non ha infine lesinato una stoccata ai giocatori che non si sono ancora vaccinati, rendendo a suo dire più complicata la partecipazione dei colleghi ai tornei: “Tornare a giocare è stato divertente, anche se ci sono state delle difficoltà: a Toronto le condizioni erano estremamente dure per noi giocatori, non mi aspettavo di essere messo in una bolla a questo punto della pandemia, ma non possiamo lamentarci, è colpa di noi giocatori perché molti non si sono ancora vaccinati, quando l’avranno fatto tutti potremo vivere i tornei in modo molto più aperto. Lo sapete, non vivo per il tennis e non vedo l’ora di tornare a casa, ma allo stesso tempo sono stato contento di tornare a giocare”.
AVANZA CECCHINATO, TRAVAGLIA FUORI IN TRE SET
Parte bene lo swing nordamericano di Marco Cecchinato, che dopo aver giocato il Challenger di San Marino è volato negli Stati Uniti e ha battuto Tennys Sandgren con un doppio 6-4; il tennista siciliano non ha mai perso la battuta, vincendo ben 33 punti su 36 con la prima. Nel primo set ha breakkato sul 2-2 e non ha concesso chance di rientrare all’avversario; nel secondo, invece, non ha sfruttato una situazione di 15-40 sull’1-1, ma nel game successivo è riuscito a salvare la prima palla break concessa nell’incontro. L’equilibrio si è rotto sul 4-4, quando Ceck ha strappato la battuta a zero e ha chiuso il match alla prima opportunità dopo aver salvato due palle non consecutive del 5-5. Al prossimo turno lo attende la tds N.16, il mancino tedesco Dominik Koepfer.
Si tratta di un risultato statisticamente significativo per Cecchinato. La sua ultima vittoria lontano dalla terra era stata a fine 2020 nelle qualificazioni di Bercy, mentre per tornare all’ultima in un tabellone principale bisogna risalire al gennaio dello stesso anno ad Auckland. La sua ultima vittoria in un tabellone principale sul cemento senza perdere set risale invece all’edizione 2019 del torneo in corso in North Carolina, quando al primo turno Bublik si ritirò dopo aver perso il primo set, mentre l’ultimo due set a zero vero e proprio risale a Doha 2019 contro Dusan Lajovic.
Battuto invece Stefano Travaglia, a cui non è bastata una buona reazione nel secondo set per avere ragione di Mikael Ymer, vittorioso per 6-2 1-6 6-2. La partita è vissuta di parziali: sul 2-2 nel primo set, Ymer ha conquistato 16 dei successivi 19 punti aggiudicandosi quattro giochi di fila; nel secondo, invece, è stato il marchigiano a vincere una striscia cinque giochi allungando la contesa; nell’ultima partita, però, è stato il classe 1998 ad inanellare altri quattro game consecutivi dall’1-1, assestando la spallata decisiva a Stetone, che ha pagato soprattutto il basso 32% percento di punti vinti con la seconda (52 per l’avversario). Ymer se la vedrà con Ramos-Vinolas (undicesimo seed) al secondo turno.
Questi gli altri risultati della prima giornata di main draw:
S.-W. Kwon b. R. Albot 6-2 7-5
E. Gerasimov b. N. Gombos 7-6(6) 3-6 6-2
[PR] G. Simon b. A. Rinderknech 7-5 6-3
M. Giron b. F. Bagnis 7-5 6-4
T. Monteiro b. J. Duckworth 6-4 4-6 7-6(5)
Qui il tabellone completo di Winston-Salem e degli altri tornei della settimana