Sinner: "Ho cambiato il servizio, ma tra qualche anno potrei cambiarlo di nuovo"

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Sinner: “Ho cambiato il servizio, ma tra qualche anno potrei cambiarlo di nuovo”

Lancio di palla e movimento dei piedi: ecco cosa è cambiato nel servizio di Sinner

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Jannik Sinner - Sofia 2021 (foto Ivan Mrankov)
 

Seconda finale consecutiva al Sofia Open per Jannik Sinner, che (quasi) un anno dopo aver vinto il suo primo titolo ATP ha l’occasione di fare il bis e di conquistare tanti punti preziosi per la corsa alle Nitto ATP Finals di Torino. Nella semifinale contro Filip Krajinovic, Sinner ha vinto senza cedere un set, come negli altri match del torneo, “ma credo che questa partita sia stato di livello più alto – ha precisato l’alto-atesino – Ci conosciamo abbastanza bene, ci alleniamo parecchio insieme, sono contento della vittoria.”

La finale sarà contro la testa di serie n. 2 del torneo, il francese Gael Monfils, da Sinner già battuto recentemente allo US Open in una maratona di cinque set: “Abbiamo sempre avuto grandi battaglie l’uno contro l’altro, ma ogni match è differente, specialmente due su tre rispetto al tre su cinque. Spero che riusciremo a giocare una bella partita. Mi sento bene, sono giovane posso recuperare velocemente, la finale è alle 16.30 domani, ho tempo per recuperare. Non ho mai giocato tre set in questo torneo.

Ho visto Gael negli ultimi giorni, sta giocando bene, si sta muovendo bene, e su questo campo è fondamentale perché dopo due-tre game le palle sono molto grandi e non è semplice fare punto. Sono contento di essere in questa situazione e vediamo quello che succede domani.

Dopo aver parlato del suo lancio di palla più alto sulla battuta nei giorni scorsi, a Sinner è stato chiesto anche dei cambiamenti nel movimento effettuati nel corso dell’estate, quando è passato dal movimento con il piede destro che si unisce al sinistro (“pin point serve” o “foot up serve”) a quello nel quale i due piedi rimangono distanti durante tutto il movimento (“platform serve” o “foot back serve”).  Si tratta di un cambiamento inverso rispetto a quello effettuato un paio di anni fa, quando alla fine del 2018 era passato dal foot back al foot up.

Mi ricordo in un torneo challenger, credo fosse il 2017 o il 2018, contro Marchenko, e la prima più veloce che ero riuscito a tirare era stata misurata 160 chilometri orari. Per cui abbiamo deciso che bisognava fare qualcosa. Era la fine dell’anno, e quindi abbiamo provato con la tecnica che unisce i piedi alla fine del movimento e il servizio andava molto più velocemente. Allora ero molto magro non avevo molti muscoli, non riuscivo a colpire molto forte. Ora la situazione è diversa, per cui abbiamo deciso di ritornare al movimento senza il ricongiungimento dei piedi.”

L’estate scorsa avevo la sensazione che dovessimo cambiare qualcosa nel servizio. Credo che [il movimento foot back] renda le cose più semplici, c’è un movimento in meno, che non credo mi serva molto. Mi sento bene, ma per ogni giocatore è differente. I grandi servitori hanno tutti il piede che viene vicino, per cui dipende. Magari tra qualche anno cambierò di nuovo, non lo so. Dipende anche da come ci si sente fisicamente. Il cambiamento è stato molto rapido: un giorno al Queen’s ho giocato il singolare con il servizio unendo i piedi, e poi ho giocato il doppio senza unire i piedi.

Dopo la finale di Sofia ci sarà il trasferimento in California per il Masters 1000 di Indian Wells, dove giocherà il doppio con Matteo Berrettini. “Ho deciso di giocare il doppio con Matteo Berrettini la settimana prossima perchè nessuno di noi aveva un compagno, quindi ci siamo messi insieme. Mi fa molto piacere giocare con lui, posso imparare tanto, ci siamo anche allenati parecchio insieme”. Tuttavia siamo ancora lontani dall’avere un doppio di Coppa Davis di primo livello: “Non so se riuscirò a giocare il doppio in Coppa Davis, ci sono giocatori che giocano il doppio meglio di me. Sono molto contento di esordire in Coppa Davis, ho aspettato il momento giusto, ci sono state altre occasioni in cui il mio team e io abbiamo valutato ed è stato deciso che non era il momento adatto. Abbiamo la fortuna di giocare in casa, sarà una bella atmosfera a Torino”.

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