Serena Williams e gli ultimi Slam
In occasione dei 40 anni appena compiuti da Serena Williams, indiscutibilmente la più forte tennista di questo millennio, ho deciso di ripercorrere le sue ultime stagioni negli Slam. L’argomento completo meriterebbe un articolo a sé stante, in questa occasione mi limito agli anni più recenti, utilizzando come punto di partenza il 2014, cioè da quando WTA ha definito i punteggi così come li utilizziamo ancora oggi. Ecco i punti raccolti:
Il primo elemento che emerge è che c’è un prima e un dopo maternità: 6 Major conquistati sino al 2017, zero dal 2018 in poi. A prima vista il 2014 potrebbe apparire come una stagione sottotono (2440 punti), ma in quell’anno Williams ha comunque vinto uno Slam, a New York.
Poi è c’è stato lo straordinario 2015, nel quale ha conquistato i primi tre Major e si è fermata a un soffio dal Grande Slam, sconfitta in semifinale da Roberta Vinci. Indiscutibilmente uno dei picchi della sua carriera, per di più raggiunto a 33 anni, età non proprio verdissima (ne avrebbe compiuti 34 subito dopo il termine dello US Open).
Veniamo alle ultime stagioni, quelle dal 2016 in poi. Per chi, come Serena, a un certo punto della carriera è andata esclusivamente alla caccia della vittoria Slam, non ci sono grandi differenze tra il 2016 e il 2017 a dispetto del grande scarto di punti (5380 contro 2000): un titolo conquistato a Wimbledon nel 2016 e uno a Melbourne del 2017. Il Major vinto in Australia è, a oggi, l’ultimo della carriera e l’ultimo disputato prima della pausa per maternità.
Poi, dopo il ritorno alle competizioni, Williams ha raggiunto altre quattro finali: due nel 2018 e due nel 2019, sempre sconfitta in due set. A oggi la partita del settembre 2019 persa contro Bianca Andreescu a New York rimane l’ultima autentica occasione di raggiungere i fatidici 24 titoli di Margaret Smith Court.
A proposito del record di 24 titoli in singolare. Ne ho già scritto parecchie volte, ma è inevitabile ritornarci. Quando Serena inseguiva i 22 Slam di Steffi Graf, sembrava che quello di Steffi fosse il riferimento massimo da scavalcare. Quando però è andata oltre, gli statistici hanno rispolverato il record di 24 di Margaret Smith Court.
Un record che merita di essere ponderato con attenzione per diverse ragioni. Intanto perché conseguito a cavallo di due epoche differenti (era amatoriale ed era Open: in epoca Open i titoli di Court sono 11). Poi perché alcuni successi ottenuti in Australia da Court (11 sui 24 totali) si fa fatica a considerarli equivalenti agli Slam attuali, visto il campo delle partecipanti. Guardate per esempio il tabellone del torneo nel 1963 e nel 1964 (vedi QUI e QUI) e giudicate voi stessi. Nel 1964, bastarono 4 partite per vincere il titolo.
Detto questo, mi rifaccio alla introduzione per ribadire che ci sono state epoche in cui le gerarchie dei tornei non erano equivalenti alle nostre, e per questo poteva capitare che Chris Evert (che ha chiuso la carriera con 18 Slam), rinunciasse a tre Roland Garros nei quali sarebbe partita da strafavorita. Insomma pensare di paragonare carriere svolte in epoche lontane tra loro attraverso il solo numero degli Slam è un esercizio piuttosto superficiale.
Sia come sia, Serena è caduta in questo vortice dell’inseguimento del 24mo titolo e probabilmente l’intensità con cui lo ha desiderato ha finito per incidere sulla sua tranquillità al momento di scendere in campo nella partita decisiva. Quattro volte è arrivata a un passo dal traguardo, e quattro volte è caduta: contro Kerber a Wimbledon 2018, contro Osaka allo US Open 2018, contro Halep a Wimbledon 2019, contro Andreescu allo US Open 2019.
Infine ci rimangono da considerare le ultime due stagioni. La pandemia le ha tolto la possibilità di inseguire il titolo a Wimbledon nel 2020; una rinuncia non da poco perchè, considerando le sue attuali caratteristiche fisiche, l’erba rimane probabilmente la superficie sulla quale ha più possibilità di successo. In ogni caso dal 2020 in poi Williams non è più riuscita a spingersi oltre la semifinale: US Open 2020 (sconfitta da Azarenka) e Australian Open 2021 (sconfitta da Osaka).
Ma al di là dei risultati sul campo, ultimamente risulta preoccupante la frequenza degli infortuni; a causa dei guai al ginocchio sinistro si è ritirata al primo turno a Wimbledon e non ha preso parte allo US Open.
Per chiudere il tema, propongo questa sintesi. Negli ultimi anni Serena Williams sta vivendo una fase di carriera nella quale per avere successo deve cercare di scavalcare tre grandi ostacoli. Il primo ostacolo è rappresentato dalla storia del tennis, e dal suo peso, sotto forma di record delle grandi giocatrici del passato, da raggiungere e superare. Il secondo ostacolo è rappresentato dalle giocatrici dell’epoca attuale che provano a contrastarla match dopo match. Il terzo ostacolo è rappresentato dallo scorrere del tempo, che incide sulla sua efficienza fisica.
A mio avviso il peso della storia si è rivelato determinante nelle sconfitte delle prime finali Slam raggiunte dopo la maternità, quelle del 2018-2019. Poi però, è diventato più difficile da scavalcare anche il secondo ostacolo: Serena ha cioè cominciato a faticare anche nei turni intermedi dei tornei, contro avversarie che le hanno dato più spesso filo da torcere, sino a sconfiggerla. Ma forse oggi l’ostacolo che davvero rischia di mettere la parola fine al suo sogno è l’ultimo: il tempo che passa e la carta di identità che diventa sempre più decisiva; e si fa sentire sotto forma di scricchiolii fisici.
Il 26 settembre Serena Williams ha compiuto 40 anni. Quarant’anni sono una età spartiacque, soprattutto per una sportiva professionista. Sono qualcosa di più di una semplice data sul calendario. Potrà essere ancora in grado di vincere? Da osservatori esterni, non possiamo sapere come si sente Serena e come valuta le sue condizioni fisiche. Certo ogni giorno che passa rende più difficile il raggiungimento del 24mo titolo. Ma Serena è una fuoriclasse, e per questo non sarò certo io a pretendere di mettere la parola fine alla sua carriera e ai suoi obiettivi prima che lo dichiari lei stessa.
P.S. La prossima settimana la rubrica è sospesa per lasciare spazio allo svolgimento del torneo di Indian Wells. CI ritroveremo martedì 19 ottobre.