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Grande Slam 2021, la classifica femminile

Chi sono state le giocatrici che hanno fatto meglio nei quattro tornei più importanti dell’anno? Un bilancio di fine stagione più una analisi sugli Slam di Serena Williams in occasione dei suoi 40 anni

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Barbora Krejcikova - Roland Garros 2021 (via Twitter, @rolandgarros)
 

Serena Williams e gli ultimi Slam
In occasione dei 40 anni appena compiuti da Serena Williams, indiscutibilmente la più forte tennista di questo millennio, ho deciso di ripercorrere le sue ultime stagioni negli Slam. L’argomento completo meriterebbe un articolo a sé stante, in questa occasione mi limito agli anni più recenti, utilizzando come punto di partenza il 2014, cioè da quando WTA ha definito i punteggi così come li utilizziamo ancora oggi. Ecco i punti raccolti:

 

Il primo elemento che emerge è che c’è un prima e un dopo maternità: 6 Major conquistati sino al 2017, zero dal 2018 in poi. A prima vista il 2014 potrebbe apparire come una stagione sottotono (2440 punti), ma in quell’anno Williams ha comunque vinto uno Slam, a New York.

Poi è c’è stato lo straordinario 2015, nel quale ha conquistato i primi tre Major e si è fermata a un soffio dal Grande Slam, sconfitta in semifinale da Roberta Vinci. Indiscutibilmente uno dei picchi della sua carriera, per di più raggiunto a 33 anni, età non proprio verdissima (ne avrebbe compiuti 34 subito dopo il termine dello US Open).

Veniamo alle ultime stagioni, quelle dal 2016 in poi. Per chi, come Serena, a un certo punto della carriera è andata esclusivamente alla caccia della vittoria Slam, non ci sono grandi differenze tra il 2016 e il 2017 a dispetto del grande scarto di punti (5380 contro 2000): un titolo conquistato a Wimbledon nel 2016 e uno a Melbourne del 2017. Il Major vinto in Australia è, a oggi, l’ultimo della carriera e l’ultimo disputato prima della pausa per maternità.

Poi, dopo il ritorno alle competizioni, Williams ha raggiunto altre quattro finali: due nel 2018 e due nel 2019, sempre sconfitta in due set. A oggi la partita del settembre 2019 persa contro Bianca Andreescu a New York rimane l’ultima autentica occasione di raggiungere i fatidici 24 titoli di Margaret Smith Court.

A proposito del record di 24 titoli in singolare. Ne ho già scritto parecchie volte, ma è inevitabile ritornarci. Quando Serena inseguiva i 22 Slam di Steffi Graf, sembrava che quello di Steffi fosse il riferimento massimo da scavalcare. Quando però è andata oltre, gli statistici hanno rispolverato il record di 24 di Margaret Smith Court.

Un record che merita di essere ponderato con attenzione per diverse ragioni. Intanto perché conseguito a cavallo di due epoche differenti (era amatoriale ed era Open: in epoca Open i titoli di Court sono 11). Poi perché alcuni successi ottenuti in Australia da Court (11 sui 24 totali) si fa fatica a considerarli equivalenti agli Slam attuali, visto il campo delle partecipanti. Guardate per esempio il tabellone del torneo nel 1963 e nel 1964 (vedi QUI e QUI) e giudicate voi stessi. Nel 1964, bastarono 4 partite per vincere il titolo.

Detto questo, mi rifaccio alla introduzione per ribadire che ci sono state epoche in cui le gerarchie dei tornei non erano equivalenti alle nostre, e per questo poteva capitare che Chris Evert (che ha chiuso la carriera con 18 Slam), rinunciasse a tre Roland Garros nei quali sarebbe partita da strafavorita. Insomma pensare di paragonare carriere svolte in epoche lontane tra loro attraverso il solo numero degli Slam è un esercizio piuttosto superficiale.

Sia come sia, Serena è caduta in questo vortice dell’inseguimento del 24mo titolo e probabilmente l’intensità con cui lo ha desiderato ha finito per incidere sulla sua tranquillità al momento di scendere in campo nella partita decisiva. Quattro volte è arrivata a un passo dal traguardo, e quattro volte è caduta: contro Kerber a Wimbledon 2018, contro Osaka allo US Open 2018, contro Halep a Wimbledon 2019, contro Andreescu allo US Open 2019.

Infine ci rimangono da considerare le ultime due stagioni. La pandemia le ha tolto la possibilità di inseguire il titolo a Wimbledon nel 2020; una rinuncia non da poco perchè, considerando le sue attuali caratteristiche fisiche, l’erba rimane probabilmente la superficie sulla quale ha più possibilità di successo. In ogni caso dal 2020 in poi Williams non è più riuscita a spingersi oltre la semifinale: US Open 2020 (sconfitta da Azarenka) e Australian Open 2021 (sconfitta da Osaka).

Ma al di là dei risultati sul campo, ultimamente risulta preoccupante la frequenza degli infortuni; a causa dei guai al ginocchio sinistro si è ritirata al primo turno a Wimbledon e non ha preso parte allo US Open.

Per chiudere il tema, propongo questa sintesi. Negli ultimi anni Serena Williams sta vivendo una fase di carriera nella quale per avere successo deve cercare di scavalcare tre grandi ostacoli. Il primo ostacolo è rappresentato dalla storia del tennis, e dal suo peso, sotto forma di record delle grandi giocatrici del passato, da raggiungere e superare. Il secondo ostacolo è rappresentato dalle giocatrici dell’epoca attuale che provano a contrastarla match dopo match. Il terzo ostacolo è rappresentato dallo scorrere del tempo, che incide sulla sua efficienza fisica.

A mio avviso il peso della storia si è rivelato determinante nelle sconfitte delle prime finali Slam raggiunte dopo la maternità, quelle del 2018-2019. Poi però, è diventato più difficile da scavalcare anche il secondo ostacolo: Serena ha cioè cominciato a faticare anche nei turni intermedi dei tornei, contro avversarie che le hanno dato più spesso filo da torcere, sino a sconfiggerla. Ma forse oggi l’ostacolo che davvero rischia di mettere la parola fine al suo sogno è l’ultimo: il tempo che passa e la carta di identità che diventa sempre più decisiva; e si fa sentire sotto forma di scricchiolii fisici.

Il 26 settembre Serena Williams ha compiuto 40 anni. Quarant’anni sono una età spartiacque, soprattutto per una sportiva professionista. Sono qualcosa di più di una semplice data sul calendario. Potrà essere ancora in grado di vincere? Da osservatori esterni, non possiamo sapere come si sente Serena e come valuta le sue condizioni fisiche. Certo ogni giorno che passa rende più difficile il raggiungimento del 24mo titolo. Ma Serena è una fuoriclasse, e per questo non sarò certo io a pretendere di mettere la parola fine alla sua carriera e ai suoi obiettivi prima che lo dichiari lei stessa.

P.S. La prossima settimana la rubrica è sospesa per lasciare spazio allo svolgimento del torneo di Indian Wells. CI ritroveremo martedì 19 ottobre.


‘Sotto rete’, la storia delle ATP Finals raccontata da Ubaldo: “Quando i giudici di linea scioperarono”

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WTA Strasburgo, il tabellone: le prime due teste di serie sono Linette e Mertens, nessuna italiana presente nonostante l’ottima tradizione

A seguire, terza e quarta forza del seeding francese rispettivamente, la cinese Shuai Zhang e la croato-statunitense Bernarda Pera. Impossibilitata a difendere il titolo conquistato nel 2022 Angelique Kerber, impegnata con il primo bebè

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Magda Linette - Australian Open 2023 (foto Twitter @rolandgarros)

E’ in procinto, a partire dalla prossima settimana, di prendere piede quella che si prospetta una sette giorni ricca di bellezza tennistica sulla terra rossa del capoluogo della regione francese dell’Alsazia: il WTA 250 di Strasburgo.

Il torneo, che si svolge nello storico impianto del Tennis Club de Strasbourg, è giunto a quella che sarà la sua 37esima edizione dato che la fondazione e la conseguente introduzione nel Tour professionistico risale al lontano 1987.

Un albo d’oro di primissimo livello con fior fior di campionesse Slam

L’evento ha sempre goduto di un parterre de Roi – per dirla alla transalpina – grazie alla propria posizione strategica nel calendario anticipatrice del Roland Garros, l’appuntamento conclusivo di questa parte di stagione, ma soprattutto perché offre condizioni praticamente quasi del tutto assimilabili con quelle che poi si ritrovano allo Slam di Bois De Boulogne in termini di superficie e palle utilizzate.

 

Non a caso, infatti, l’albo d’oro può mettere in mostra nomi illustri del calibro di Jana Novotna, Lindsay Davenport, Steffi Graff, Jannifer Capriati o ancora Maria Sharapova. Ossia tutte campionesse Major che hanno scritto, di questo sport, pagine di storia eterna per poi giungere a tempi più recenti ed appurare come nulla sia cambiato: le ultime vincitrici della manifestazione sono manco a dirlo una campionessa del Roland Garros (2021) e, la detentrice del trofeo, una il cui palmares è sprovvisto proprio del “solo” Open di Francia per potersi fregiare del riconoscimento del Career Grand Slam.

Stiamo parlando di due mancine, la ceca Barbora Krejcikova e la tedesca Angelique Kerber. La 35enne di Brema, però, quest’anno non sarà ai nastri di partenza per difendere il titolo poiché affaccendata con la maternità, dato che meno di tre mesi fa è nata la figlia Liana e quindi la priorità assoluta al momento non può che essere direzionata verso la famiglia, con il tennis che inevitabilmente è scalato in secondo piano.

A guidare il tabellone dell’Internationaux de Strasbourg saranno la polacca Magda Linette, ad inizio anno spintasi clamorosamente sino alle semifinali dell’Australian Open ma ora alla ricerca di nuovi risultati che le ridiano fiducia dopo un periodo di forma abbastanza opaco, e la belga Elise Mertens.

La 31enne di Poznan ricoprendo il ruolo di prima testa di serie del tabellone, presiederà la parte alta del seeding e avvierà la sua campagna opponendosi alla rumena Cristina Bucsa; mentre a far compagnia alla 27enne di Lovanio – nella serata romana in campo per la finale di doppio (lei che è ex n. 1 di specialità) degli Internazionali BNL d’Italia in coppia con l’australiana Hunter per giocarsi il titolo al cospetto del forte duo a stelle e strisce Gauff/Pegula: n. 3 e n. 4 della classifica di doppio, prima accoppiata per quanto concerne la Race grazie anche alle due finali 1000 dell’anno con successo a Miami e KO a Madrid -. Nella metà bassa fra le altre sarà ai nastri di partenza pure Elina Svitolina, ancora in cerca della forma migliore dopo il ritorno nel Tour in seguito alla gravidanza prima e alle ripercussioni psicologiche del conflitto scoppiato in Ucraina poi.

Qualora Elise ed Elina vincessero i rispettivi match d’esordio, per Mertens l’avversaria è l’americana Katie Volynets, si incrocierebbero al 2°T.

Terza e quarta forza del main-draw, che vorranno certamente recitare un ruolo da protagoniste, saranno rispettivamente la cinese Shuai Zhang e la croata – naturalizzata statunitense – Bernarda Pera. Da segnalare anche, tra le giocatrici in odore di percorso importante, la recente semifinalista al WTA 1000 di Miami Sorana Cirstea e la svizzera Jil Teichmann, quest’ultima con l’obiettivo di dare linfa alla sua stagione dopo alcuni mesi di mero compitino: sono state sorteggiate in due lati diversi del tabellone, con la 25enne nativa di Barcellona pronta ad insidiare la favorita numero uno Linette partendo dal secondo spicchio; al contrario la rumena è stata dislocata nel terzo, il primo della parte sottostante.

Tante francesi, nessuna azzurra nonostante l’ottima tradizione

Infine evidenziamo, come sempre, la nutrita truppa francese al via: ben 6 giocatrici presenti nel tabellone principale di un torneo che in passato è stato testimone di tre conquiste casalinghe, Aravane Rezai – di origini iraniane – nel 2009, Alizé Cornet nel 2013 e l’attuale n. 1 di Francia Caroline Garcia nel 2016. L’unica di queste a ballare anche nel 2023 sarà la 33enne di Nizza, che debutterà con la bulgara Viktorija Tomova.

Mentre non ci sarà alcuna italiana a giocarsi le sua chances, nonostante l’ottima tradizione tricolore che può infatti vantare ben 5 allori: la prima in assoluto ad alzare il trofeo nella sede del Parlamento Europeo fu Sandra Cecchini nel 1988 alla seconda edizione dell’evento – e che fu finalista anche nella prima -, poi fu la volta della tripletta di Silvia Farina tra il 2001 e il 2003 e dulcis in fundo Flavia Pennetta nel 2012.

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Camila Giorgi riparte da Linz, per Trevisan doppia avventura a Doha e Abu Dhabi: il febbraio delle tenniste italiane

Dopo un Australian Open non proprio esaltante, ecco le partecipazioni azzurre ai tornei WTA di febbraio.

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Mettersi alle spalle l’Australian Open, tuffarsi in un febbraio che deve servire a trovare conferme per Camila Giorgi e Jasmine Paolini, ad accumulare ancor più punti in vista di Indian Wells e Miami per Martina Trevisan e Lucia Bronzetti. Sullo sfondo c’è anche la voglia di Sara Errani di tornare tra le prime 100 nel ranking WTA.

Le belle notizie dal tennis femminile, in questo avvio di 2023, sono arrivate proprio da Giorgi e Paolini. Il cammino della n. 69 del ranking all’Australian Open si è interrotto al terzo turno per merito di Belinda Bencic, testa di serie n. 12. Un’eliminazione in due set, dopo le vittorie su Pavlyuchenkova e Schmiedlova, ma che hanno dato indicazioni importanti su un percorso positivo da intraprendere in questo 2023. Sconfitta nettamente da Ljudmila Samsonova al primo turno a Melbourne, Jasmine Paolini è in corsa per una semifinale al WTA di Lione. Avversaria odierna, Caroline Garcia, beniamina di casa.

Il gennaio di Lucia Bronzetti è stato esaltante nella United Cup, competizione che ha galvanizzato la n. 62 del ranking, uscita, però, al primo all’Australian Open Siegemund in tre set.

 

Il match più esaltante fin qui disputato dalla n. 1 del tennis femminile, Martina Trevisan lo ha disputato alla United Cup. La vittoria in tre set su Maria Sakkari è stato un gran sussulto in questo nuovo anno. Male all’Australian Open, uscita al primo turno contro Anna Schmiedlova.

Sarà ancora il cemento il grande protagonista nei tornei femminili di tennis del mese di febbraio.

Dal 6 al 12 si giocherà contemporaneamente ad Abu Dhabi e a Linz.

Nel tabellone principale di Abu Dhabi l’Italia sarà rappresentata da Martina Trevisan. Ons Jabeur ha, invece, annunciato il forfait: sarebbe stata la testa di serie n. 1 del ranking.

In Austria, invece, al WTA di Linz ci saranno Lucia Bronzetti e Camila Giorgi. La partecipazione di Sara Errani, invece, passerà dalle qualificazioni.

Dal 13 al 19 febbraio si giocherà a Doha. Già in tabellone Martina Trevisan, dovrà affrontare le qualificazioni Jasmine Paolini.

Il febbraio delle principali tenniste italiane.

6/12 febbraio: Trevisan ad Abu Dhabi, Bronzetti e Giorgi a Linz, Errani alle qualificazioni

13/19 febbraio: Trevisan e Paolini a Doha

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United Cup: delusione Australia, ottimo avvio per Grecia, USA e Svizzera. Wawrinka sorprende Bublik

Kvitova regala l’unico punto alla Repubblica ceca. Tsitsipas e Sakkari brillano anche in doppio. Disfatta argentina contro la Francia

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Stan Wawrinka - United Cup 2022 (Twitter @UnitedCupTennis)

In attesa dell’esordio di Nadal e Zverev in programma domani, ecco i risultati definitivi dopo le prime due giornate di gioco alla United Cup. Non c’è solo il successo dell’Italia sul Brasile, di cui vi abbiamo parlato qui.

Grecia – Bulgaria 4-1

Kuzmanov – Pervolarakis 6-1, 6-1

 

Sakkari – Tomova 6-3, 6-2

Sakkari/Stefanos Tsitsipas – Topalova/Andreev 6-4, 6-4

La Grecia si aggiudica la sfida con la Bulgaria nel primo turno di United Cup per 4-1. La Bulgaria rispetta il pronostico nella sfida tra Dimitar Kuzmanov, n. 196 del ranking, e Michail Pervolakis, n. 504. Il doppio 6-1 dà coraggio ai bulgari che riaprono il computo complessivo della sfida. Ma poi ci pensano i rispettivi n. 1 ellenici del maschile e femminile a dare la sterzata decisiva alla sfida. Vince Maria Sakkari agevolmente in due set su Viktorya Tomova, 6-3, 6-2. Poi in coppia con Strefanos Tsitsipas, la greca dà spettacolo e con un doppio 6-4 si pensa al turno successivo. Debole nelle seconde linee, con Sakkari e Tsitsipas la Grecia può dir la sua nella competizione.

USA – Repubblica Ceca 4-1

Kvitova – Pegula 7-6, 6-4

Tiafoe – Machac 6-3, 2-4 ret Machac

Pegula/Taylor Pegula – Bouzkova – Lehecka 2-6, 6-3, 10-7

Ottimo il debutto nella competizione per gli statunitensi. La sconfitta in due set di Pegula contro Kvitova alla fine risulterà ininfluente. Decisivo il tie-break del primo set, in cui Petra annulla ben tre set point alla sua avversaria. Machac è costretto sul più bello al ritiro nella sfida con Tiafoe. Sotto di un set, ma avanti di un break, il ceco è costretto al forfait per una distorsione alla caviglia destra. Il doppio se l’aggiudica la coppia composta da Jessica e Taylor Pegula.

Francia – Argentina 4-0

Garcia – Podoska 6-2, 6-0

Mannarino – Coria 6-1, 6-0

La vittoria della Francia sa di rivincita mondiale nei confronti dell’Argentina. Dal campo di calcio a quello di tennis, dal Qatar all’Australia, stavolta sono i transalpini a gioire e anche abbastanza nettamente lasciando soli tre game ai singolari odierni. Rullo compressore Caroline Garcia, n. 4, supera Nadia Podoska, n. 195, per 6-2, 6-0. Adrian Mannarino, n. 46, la imita battendo Federico Coria, n. 75, 6-1, 6-0, il tutto in 2he10’ complessivi.

Australia Gran Bretagna 1-3

Dart – Inglis 6-4, 6-4

Kubler – Evans 6-3, 7-6(3)

Momento decisamente sfortunato per l’Australia, data da molti per favorita nella competizione. Il forfait di Kyrgios e successivamente quello di Tomljanovic, per un problema al ginocchio sinistro, hanno cambiato l’inerzia del confronto con la Gran Bretagna. In svantaggio 0-2, è toccato a Maddison Inglis, n. 180 del mondo, affrontare Harriet Dart, n. 98 del ranking Wta. Doppio 6-4 e semaforo verde per i britannici. Inutile ma comunque rocambolesca la sconfitta di Evans contro Kubler. Sotto di un set, nel secondo parziale il britannico si è fatto rimontare da 5-0, perdendo in malo modo al tie-break.

Svizzera – Kazakhistan 4-0

Teichmann – Kulambayeva 6-3, 6-2

Wawrinka vs Bublik 6-3, 7-6(3)

Tutto facile per la Svizzera. Stan Wawrinka (n. 148) soffre nel secondo set contro il talentuoso Alexander Bublik, n. 37. Ricambio generazionale? Non ditelo al buon vecchio Stan che porta a casa il punto decisivo per il passaggio del turno dei rossocrociati. Bene anche Jil Teichmann, n. 35, nel singolare femminile contro Zhibek Kulambayeva, n. 441, che viene sconfitta 6-3, 6-2.

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