Kyrgios: "Ero depresso, ora ho cambiato la mia vita". "Ho pensato al suicidio...non sentitevi soli, contattatemi"

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Kyrgios: “Ero depresso, ora ho cambiato la mia vita”. “Ho pensato al suicidio…non sentitevi soli, contattatemi”

Il giocatore australiano, attraverso un toccante post, parla dei problemi che l’hanno afflitto e di come ne sia uscito: “Avevo pensieri suicidi e non mi aprivo con nessuno”

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Nick Kyrgios - Australian Open 2021 (foto via Twitter @AustralianOpen)
 

Nick Kyrgios pubblica una propria foto su Instagram. All’apparenza niente di particolare: l’australiano è seduto sulla panchina di un campo da tennis (di tre anni fa a Melbourne Park, ci rivela lui stesso), musica nelle cuffie e cellulare in mano, lo sguardo pensieroso e vagamente corrucciato. La foto però nasconde molti più dettagli di quelli che si potrebbero notare a primo impatto.

È l’immagine di un tennista, un uomo, che sta affrontando una sfida più grande di quella del rettangolo da gioco: la depressione. “Molti potrebbero pensare che stessi bene e che mi stessi godendo la vita” – scrive Kyrgios nel post – “Era uno dei miei periodi più bui. Se guardate da vicino il mio braccio destro potrete vedere i segni che mi sono fatto da solo“.

Sì, perché nel tennis e nello sport in generale, forse più che in altri ambiti della vita, la pressione di dover soddisfare determinate aspettative può portare a conseguenze dannose per la persona stessa. “Avevo pensieri suicidi e stavo letteralmente lottando per alzarmi dal letto ogni mattina, figuriamoci giocare di fronte a milioni di persone. Ero solo, depresso, negativo, facevo abuso di alcol, di droghe, avevo allontanato la famiglia e gli amici. Mi sentivo come se non potessi parlare o fidarmi di nessuno“.

Parole che rivelano del ventiseienne di Canberra molto più di quello che si potrebbe pensare stando semplicemente alle sue apparizioni in tv o sui social, sul campo o durante le interviste. Un “bad boy”, come viene spesso additato, che dentro di sé è agitato da emozioni e preoccupazioni come qualsiasi altra persona. Ma soprattutto, un “cattivo ragazzo” che ha la forza di parlare a tutti di un tema estremamente personale e per nulla semplice da esternare.

Questo è stato il risultato del non aprirsi e del rifiuto ad appoggiarmi ai miei cari o semplicemente spingermi a poco a poco ad essere positivo” – continua il giocatore australiano nel post. Kyrgios, comunque, spiega che è riuscito a tirarsi fuori da quella gabbia mentale e dà un consiglio a tutti coloro che ci si sentono imprigionati: “So che la vita di tutti i giorni può sembrare estremamente estenuante, a volte impossibile. Capisco se ti senti che aprirti può farti apparire debole o impaurito. In questo momento ti dico che è ok, non sei solo. Per favore, non sentirti solo, se ti senti come se non potessi parlare con nessuno. Io sono qui, ti sto contattando“.

Un messaggio che, alla fine, dà speranza a chi potrebbe trovarsi nella stessa situazione di Kyrgios, come dimostrato dal video, risalente a qualche anno fa e postato insieme alla foto in questione, in cui l’australiano realizza un gran punto col rovescio e si lascia andare a un urlo liberatorio: “Sono orgoglioso di dire che ho completamente cambiato la mia vita e che ora ho una visione completamente diversa su tutto. Non do nessun momento per scontato. Voglio che tu sia in grado di raggiungere il tuo pieno potenziale e sorridere. Questa vita è bella“.

GLI ALTRI CASI – Il tema della depressione nello sport, e in particolare nel tennis, non è da prendere sotto gamba e negli anni abbiamo avute diverse testimonianze. Tra i commenti al post di Kyrgios ne è arrivato uno in suo supporto da parte di Coco Gauff.

Lei che, ragazza estremamente precoce nei risultati sul campo, nel 2020 ha dichiarato di aver vissuto momenti simili a quelli del collega australiano e di aver pensato di prendersi un anno sabbatico a soli 14 anni.

Kyrgios e Gauff non sono stati i primi giocatori a denunciare il problema della depressione. Tra i casi più eclatanti degli ultimi anni ci fu quello della quattro volte campionessa Slam ed ex n. 1 Naomi Osaka. Le pressioni ricevute, nella scorsa stagione, prima al Roland Garros e poi agli US Open, costrinsero la tennista statunitense a prendersi una pausa dal gioco per combattere le proprie paure.

Anche Mardy Fish, nel 2015, parlò di problemi legati all’ansia e agli attacchi di panico che possono portare alla depressione. Una situazione, negativa certo, ma che secondo la sua esperienza si può affrontare e sconfiggere: “Sto tentando di dimostrare alle persone che è un male che può essere superato. Tornare a giocare a tennis e a competere ad alti livelli è il miglior modo per allenarsi ad affrontare nuove potenziali situazioni ansiogene”.

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