Paolo Bertolucci: "Sinner arriverà in altissimo, Musetti deve giocare meno" [ESCLUSIVA]

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Paolo Bertolucci: “Sinner arriverà in altissimo, Musetti deve giocare meno” [ESCLUSIVA]

L’ex tennista e commentatore ha rilasciato un’intervista al direttore Scanagatta, parlando apertamente del futuro dei due giovani azzurri

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Jannik Sinner - Montecarlo 2022 (foto Roberto dell'Olivo)
Jannik Sinner - Montecarlo 2022 (foto Roberto dell'Olivo)
 

Le semifinali del Rolex Monte Carlo Masters vanno in archivio con le vittorie di Davidovich Fokina su Dimitrov e quella del campione uscente Tsitsipas su Zverev. È mancato davvero poco perché oggi, a contendersi un posto in finale, ci fosse anche Jannik Sinner, che ieri è arrivato a due soli punti dalla vittoria di uno straordinario quarto contro il tedesco. Proprio a proposito dell’altoatesino, il direttore Ubaldo Scanagatta ha parlato in un’intervista esclusiva con Paolo Bertolucci, commentatore tecnico per Sky Sport che ieri ha raccontato il match del numero 12 ATP insieme ad Elena Pero.

Scanagatta: Paolo, ti chiedo subito un parere sul match di ieri: quanto ti è piaciuto Jannik Sinner?

Bertolucci: “Mi è piaciuto molto per com’è stato in campo e per come ha gestito le varie situazioni. Poi ha pagato il fatto di avere cinque anni in meno di Zverev, meno esperienza e una percentuale di prime palle troppo bassa. Sinner deve ancora mettere su qualche chilo di massa muscolare – non troppi ma qualcuno in più sì – però è molto giovane e ha grandissime qualità. Arriverà in altissimo, in alto lo è già“.

Scanagatta: Ci sono stati tanti scambi sulla diagonale di rovescio, che però è quella preferita di Zverev. Avevamo visto qualche smorzata e qualche variazione in più nei giorni scorsi, ieri secondo te non se la sentiva?

Bertolucci: “Bisogna dire che ha incontrato un giocatore che, tolto Nadal che è pure mancino, probabilmente è il più forte di tutti, credo anche più di Djokovic, su quella diagonale. Quella però è la traiettoria preferita anche per Sinner, quindi cambiare completamente non era possibile. Ci ha provato qualche volta e fa indubbiamente fatica, ma non è riuscito a variare più di tanto il gioco, magari con qualche drop shot. Questo perché era sempre sotto attacco, la velocità e la profondità dei colpi di Zverev gli hanno impedito anche solo di pensare ad una soluzione del genere“.

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Scanagatta: Onestamente, però, si può essere molto ottimisti sul suo futuro. Secondo te qual è la superficie dove può esprimersi meglio in questo momento? La terra rossa, perché ha più tempo, o il cemento, dove riesce a dare ancora più velocità alla sua palla?

Bertolucci: “Credo che sia una domanda a cui è molto difficile trovare una risposta adesso. Io ritengo che lui possa essere assolutamente competitivo su entrambe. Vedremo sull’erba e su superfici velocissime, ma tra terra e cemento io sono abbastanza tranquillo. Coglierà grandi vittorie su entrambe le superfici. Quello che ho notato durante il match è un percorso tecnico che stanno portando avanti insieme, però Zverev ha 25 anni e quest’anno è la prima volta che lo vediamo giocare qualche smorzata, venire a rete un po’ più spesso e provare qualche serve&volley. Sinner invece ha iniziato questo processo cinque anni prima, quindi sono molto fiducioso”.

Scanagatta: Rimaniamo in tema di giovani italiani: Musetti mi è piaciuto molto nel primo set su Schwartzman, poi è calato e ha perso un po’ di campo, subendo l’iniziativa dell’argentino. Come vedi il suo futuro?

Bertolucci: “Abbiamo visto in questi giorni, ad esempio proprio da Sinner, come lui entrasse molto bene sulla seconda, cercando sin da subito di comandare il gioco. È ovvio però che giocando quattro metri indietro, come fa Musetti, questa cosa non si possa fare. Io ripeto che, secondo me, Musetti ha un problema di programmazione: deve giocare meno tornei e allenarsi di più, progredendo in certi settori com’è normale che sia per un ragazzo così giovane. Giocando tutte le settimane penso che questi progressi facciano più fatica ad arrivare, poi non so se lui è pronto a recepire determinati cambiamenti. Il braccio c’è, ha qualità pazzesche ed è veloce, ma se non ti crei la cilindrata tra i 19 e i 22 anni poi dopo rischia di essere troppo tardi”.

Scanagatta: Sinner ha recentemente cambiato coach, hai notato alcune differenze nel passaggio da Piatti a Vagnozzi? Al contrario, Musetti rimane fedele a Tartarini: è una scelta giusta oppure sarebbe meglio cambiare?

Bertolucci: “Per quanto riguarda Sinner direi che qualcosa si è visto, qualche tentativo di palla corta e qualche discesa a rete in più. Poi è normale che la sua comfort zone sia a fondocampo dove può giocare i suoi colpi a rimbalzo. Credo tuttavia che questo processo di cambiamento sia già iniziato lo scorso anno. Avrà bisogno di tanti tentativi ed, eventualmente, può perdere anche qualche partita per aver verticalizzato troppo. Può sbagliare qualche smorzata o qualche risposta di troppo, però io preferirei che, dovendo perdere, lo faccia così. Sono tutte cose che poi si ritroverà tra due o tre anni. Non deve raggiungere il vertice adesso: è chiaro che prima ci arriva meglio è, ma secondo me ha ancora due o tre anni di tempo. Lo stesso discorso vale per Musetti: Sinner ha sentito il bisogno di fare qualcosa di nuovo, di diverso. I giovani di solito hanno sempre fretta e a volte sbagliano perché hanno poca pazienza, ma forse Musetti ha troppa pazienza e dovrebbe avere un po’ più fretta“.

Il tabellone completo di Montecarlo

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