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Nadal: “Ho dovuto anestetizzare il piede per giocare. Ora proverò ad addormentarlo per sempre”
Rafael Nadal spiega la complicata situazione del suo piede: “Proverò una terapia per addormentare i nervi. Se non funzionerà dovrò prendere decisioni molto importanti”

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Dopo l’applauso di rito che viene dedicato come di consueto a tutti i vincitori di Slam prima della loro conferenza stampa finale (unica eccezione alla regola di “no cheers in the box”, niente applausi nelle zone stampa), un Rafael Nadal più ciarliero che mai ha raccontato con dovizia di particolari la sua situazione medica, in particolare la condizione del piede che lo sta tormentando ormai da mesi.
“Sono state due settimane molto intense e molto emotive. Non volevo parlare del piede a torneo in corso, per rimanere concentrato sul tennis e per rispetto verso i miei avversari, ma ora che siamo alla fine posso parlare. Sono stato in grado di giocare in condizioni assolutamente estreme. Ho giocato grazie a iniezioni che hanno anestetizzato i nervi del piede: non avevo alcuna sensibilità al piede, grazie agli anestetici che il mio medico ha iniettato nel nervo.”
“Si tratta ovviamente di un rischio, di una possibile distorsione alla caviglia o di altri possibili problemi. Ma il Roland Garros è il Roland Garros. Si tratta di un torneo molto importante per me, e ho cercato la possibilità di continuare a giocare. E ci sono riuscito: non ringrazierò mai abbastanza il mio medico che mi ha permesso di scendere in campo queste due settimane e per tutto quello che ha fatto durante tutta la carriera”.
“Ora però è il momento di rivalutare il da farsi. L’idea è cercare un trattamento che possa rendere la condizione di anestesia del nervo del piede più o meno permanente. La settimana prossima, non so quando, mi sottoporrò a una terapia con radio frequenze che bruceranno una parte del nervo e proveranno a creare la situazione che è stata creata ora con l’anestetico, ma per un periodo di tempo più lungo”.
“Se questa terapia funziona, continuerò a giocare. Se non funziona, allora dovrò prendere una decisione importante. Dovrò valutare se sono pronto a sottopormi a un’operazione chirurgica molto importante senza avere la certezza che le cose possano essere risolte”.
“Ma come ho fatto durante tutta la carriera, devo andare un passo alla volta. Ora mi sottoporrò a questa terapia, e poi vedremo come va. Se la terapia riesce a limitare il dolore che provo in questo momento, sarò pronto a giocare la stagione sull’erba”.
“Sarò a Wimbledon se il mio corpo sarà pronto per competere in quel torneo. Nessuno vuole saltare Wimbledon, è un torneo importante dove ho avuto successo in passato. Tuttavia non ripeterò quello che ho fatto per questo Roland Garros per giocare a Wimbledon.”
C’erano già state indiscrezioni sul tipo di trattamenti cui Nadal si è sottoposto per giocare questo torneo, ma ora la conferma è arrivata direttamente dalle sue parole. Se la terapia con le radiofrequenze non dovesse funzionare, le opzioni da considerare sarebbero un intervento chirurgico con esiti incerti, o la fine della carriera agonistica.
Ma cos’è che lo spinge a fare tutto questo per giocare, dopo aver vinto tutto quello che ha vinto?
“Non è per essere il migliore di tutti i tempi, non è per i record. Mi piace giocare a tennis, mi piace competere. L’ho detto tante volte: Roger, Novak e io stesso abbiamo realizzato tutti i nostri sogni, e anche di più. Abbiamo fatto molto più di quello che avevamo sognato da bambini. Non è per vincere altri Slam che gioco, è per la passione per il tennis, vivere ancora una volta questi momenti davanti al pubblico negli stadi più famosi del mondo”.
Naturalmente c’è stato tempo anche di parlare della finale: “Ho cominciato molto bene, ma sul 2-0 ho giocato un brutto game, due doppi falli, un errore di diritto. Poi sono riuscito a breakkare di nuovo. Ero nervoso, il mio servizio non funzionava bene come negli altri giorni, per cui ho dovuto giocare in maniera più cauta; poi mi sono calmato e ho preso il controllo dello scambio con il diritto contro il suo rovescio. Questo schema credo sia stata la chiave della partita oggi, impedendogli di aggirare la palla per colpire di diritto. Nel secondo set c’è stato un momento difficile all’inizio, ho sbagliato una volée in maniera molto strana, poi ho sbagliato un diritto di poco su due palle break. Quindi ho giocato un game molto brutto sul 2-1. Quello è stato il momento più difficile del match, perché se sul 3-1 lui riesce a tenere la battuta, di colpo sei 1-4 e sei nei guai. Per fortuna ha fatto un paio di errori in quel game, ho ottenuto il controbreak, e da lì è cambiato tutto, l’inerzia è passata nelle mie mani e ho ripreso a colpire molto bene con il rovescio incrociato”.
Il tabellone maschile del Roland Garros 2022
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WTA Miami: Linette spegne i lampi dorati di Azarenka, Potapova ha carattere ed estromette Gauff
Ostapenko più forte del tifo paulista, nessuna fortuna per Samsonova contro Zheng

[20] M. Linette b. [14] V. Azarenka 7-6(3) 2-6 6-4
Quando scende in campo il vecchio campione alla ricerca di qualche baluginio del passato splendore, lo spettacolo del bagaglio tecnico e caratteriale del purosangue regala spesso emozioni e ammirazione. È stato il caso di questo sedicesimo di finale del WTA Miami Open tra Azarenka e Linette.
La numero 14 del seeding ha esibito il suo campionario di soluzioni arrischiate e geniali da fondocampo, ma ha dovuto alzare bandiera bianca di fronte ad una giocatrice forte, concreta e paziente, capace di un contrattacco insidioso che Victoria non ha saputo disinnescare che nella parte centrale del match. Linette supera la rivale per la prima volta nella carriera, dopo due sconfitte (tra cui una proprio a Miami, nel 2016), e aspetta la vincente tra Pegula e Collins.
Entrambe cominciano bene alla battuta, con buone percentuali tanto sulla prima che sulla seconda palla. La polacca mette a segno anche tre ace, di cui due nel game d’apertura. La bielorussa è da subito in palla con il rovescio, e utilizza il dritto, soprattutto in cross, per aprirsi il varco dove infilare il suo rovescio oggi assai appuntito.
L’equilibrio si spezza all’improvviso sul 3-3, con Linette che, vittima di un passaggio a vuoto, cede a zero la battuta spedendo di circa due metri oltre la linea di fondo un facile dritto a campo aperto. Con maggiore personalità l’ex numero uno del mondo continua a cercare la soluzione vincente, mentre la trentunenne di Poznan aspetta il momento adatto per un colpo in contrattacco.
Mentre serve per il set sul 5-4, Azarenka spedisce a sua volta ben al di là della linea di fondo un comodo dritto. Un rovescio lungolinea parimenti lungo della tre volte campionessa del torneo completa il contro-break per la rivale, che così rinfrancata sale 6-5.
Azarenka procede a strappi, alternando buone idee a errori gratuiti. Sul 5-6 40-40, con la rivale a due punti dal set, scocca un rovescio in cross che è un mirabile scorcio sul coraggio leonino (Bielorussia terra di grandi felini) della trentatreenne di Minsk. Si materializza così il tie-break, con Azarenka che non smette di imporre la sua linea di gioco. Ed è qui che la polacca evidenzia la sua maturità, non disunendosi di fronte alle velleità della ex campionessa: rompe l’equilibrio con un rovescio lungolinea splendido e incassa la frazione al decimo punto (7-3), con un doppio fallo della rivale. Per Linette tre ace, per Azarenka 4 doppi errori, in un’ora e tre minuti.
È proprio con un doppio fallo la bielorussa cede il game d’ingresso al secondo parziale. Linette pare possa prendere il largo in virtù di una condizione atletica superiore; Vika da segnali di stanchezza e forza i colpi per accorciare gli scambi. Sotto per 2-0 annulla una palla-break delicatissima e rimane vicina nel punteggio alla rivale, ed è il game che cambia il volto del set. Linette denuncia limiti caratteriali importanti cedendo il break di vantaggio con un dritto lungo e largo di alcuni metri, e sempre con un altro dritto mal cresciuto pochi minuti dopo consegna un altro game alla battuta.
Azarenka scappa dalla trappola del possibile 0-3 pesante e, avvertendo il momento scomodo della sfidante, riprende il comando degli scambi e con una striscia di sei game consecutivi forza la conclusione della contesa al set decisivo.
La bielorussa parte alla battuta e lancia quattro vincenti consecutivi per chiudere il game a zero. È nel momento più brillante e spinge anche alla risposta, mentre Linette non trova più conforto nella prima di servizio e viene attaccata senza posa. L’ottavo game in fila e il break è cosa fatta per Vicka, che forse si rilassa e cede a sua volta il servizio, con il classico doppio errore sul 30-40.
È il segno di un ribaltamento improvviso: sul 2-2 Azarenka al servizio mette una palla corta in corridoio e si attarda a discutere con il giudice di sedia, nonostante le immagini la smentiscano chiaramente. L’atleta di Minsk si innervosisce e subisce un altro break mettendo in rete un dritto d’attacco piuttosto agevole. Dopo un 8-0 per lei, ecco un 4-0 di marca polacca.
Azarenka si scuote e riprende a cercare le righe per sfondare la difesa della numero 19 del mondo, ma dopo oltre due ore di forcing la condizione atletica non è più ottimale, e Linette ha buon gioco nel contenere e favorire l’errore della rivale.
Sul 5-4 Magda serve per il match e Vicka trova la forza di tornare da 40-0, ma si deve poi arrendere. Prova magnifica e sfortunata per lei, a passare è la più solida delle due in questo momento.
Altri incontri:
[23] Q. Zheng b. [12] L. Samsonova 5-7 7-6(5) 6-3
La cinese Zheng supera a sorpresa Ljudmila Samsonova; a sorprendere è soprattutto il parziale di sei giochi consecutivi con cui l’asiatica chiude la partita, che sembrava finita dopo che la russa aveva messo a segno uno straordinario dritto vincente a uscire per il break nel secondo game del set decisivo.
Coraggio da parte di entrambe e tennis rapidissimo hanno contraddistinto le tre ore e otto minuti di battaglia, con la cinese capace di ben diciotto ace, mentre spiccano di contro i nove doppi falli della testa di serie numero 12. Zheng si prende così immediata rivincita dopo le sconfitte patite da Ljudmila sul campo nella semifinale di Abu Dhabi e per walkover a Dubai. Negli ottavi per lei c’è Potapova.
[24] J. Ostapenko b. [13] b. B. Haddad Maia 6-2 4-6 6-3
Jelena Ostapenko è più forte anche della torcida verde-oro che invade pacifica ma rumorosa le gradinate. Supera Haddad Maia nell’incontro tra bombardieri, dimostrando maggiore solidità della tennista paulista. La brasiliana ha ceduto il primo set con un doppio fallo ma si è presa il secondo con un ace (sette alla fine, contro i sei dell’avversaria). Il merito della vincitrice di Parigi 2017 è di non perdersi d’animo dopo aver subito il break nel primo gioco del terzo set. Dallo 0-2 il parziale di cinque giochi a uno le permette di entrare da favorita nel match degli ottavi di finale, dove se la vedrà con Liu oppure con la nostra Trevisan.
[27] A. Potapova b. [6] C. Gauff 6-7(8) 7-5 6-2
Anastasia Potapova prova a concentrarsi sul tennis, dopo le chiacchiere sulla maglietta dello Spartak Mosca esibita negli scorsi giorni e le polemiche del match precedente con Kostyuk. E sforna una prova maiuscola di fronte a una audience decisamente dalla parte della giovane speranza americana.
Gauff fa suo il primo set al tie-break per 10-8 e serve per il match sul 5-3 nel secondo parziale. Ma Potapova mostra un carattere di ferro e ribalta tutto, chiudendo il set con uno scambio memorabile in cui entrambe devono coprire la linea di fondo più volte a sinistra e a destra. Nel terzo set dopo il 2-2 Gauff subisce per la seconda volta un parziale di quattro giochi a zero, che proietta la giovane russa all’ottavo di finale con Zheng.
[3] J. Pegula b. [30] D. Collins 6-1 7-6(0)
ATP
ATP Miami: Sonego rimonta Evans e vola al terzo turno
Lorenzo bissa il successo su Thiem con una vittoria in 3 set sul britannico N.23 del seeding

L. Sonego b. [23] D. Evans 4-6 6-3 6-2


Dopo un inizio di giornata sportivamente drammatico per il tennis azzurro a Miami, Lorenzo Sonego conferma tutta la sua esuberanza agonistica rimontando a suon di diritti vincenti Daniel Evans in un match molto divertente sul Campo N.1, lo stesso dove prima di lui aveva perso Matteo Berrettini contro l’americano McDonald,
Il match che ha visto contrapposte la potenza di Sonego e la varietà di gioco del britannico si potrebbe riassumere con una curiosa statistica. Dopo aver ceduto a zero la battuta nel gioco d’apertura del match, Sonego ha annullato le successive 12 palle break da lui affrontate oppure, se volete, Evans ha mancato le 12 successive. Peraltro sempre in crescendo: 2 nel primo set che avrebbero reso ancora più netto il 6-4 Evans finale. 4 nel secondo set vinto da Sonego per 6-3 e addirittura 6 nel terzo set nonostante il 6-2 finale possa far intendere un dominio di Sonego in realtà solo apparente. Alla fine infatti ci sono volute quasi 2h30 per chiudere la contesa con Evans visibilmente contrariato per la sua mancanza di killer instinct. Dopo il break subito in apertura di terzo set ha addirittura trasformato la racchetta in un oggetto non identificabile prendendosi l’inevitabile warning dal giudice di sedia.
Sonego è stato paziente, consapevole che con il passare dei minuti, il tennis brillante ma molto difficile del suo avversario avrebbe perso in efficacia e infatti Sonego ha progressivamente preso il comando degli scambi da fondo lasciandolo esplodere il suo dritto quanto più possibile. A quel punto Evans non ha potuto fare altre che affidarsi alle variazioni con le discese a rete e le rasoiate in slice ma in termini di pesantezza di palla e di resistenza fisica Lorenzo era ormai incontenibile.
Una bella vittoria che fa il paio con quella di primo turno contro Dominic Thiem che per quanto lontano dai fasti del passato, è sempre un primo turno da prendere con le molle. Ora il livello potrebbe salire ancora se come da pronostico Frances Tiafoe batterà il giapponese Watanuki nella notte italiana
ATP
ATP Miami: Musetti ancora nel tunnel, subito fuori con Lehecka
Altra sconfitta per Lorenzo Musetti, battuto in due set da Jiri Lehecka. Ora il ritorno sulla terra a partire da Marrakech

(dal nostro inviato a Miami)
J. Lehecka b. [18] L. Musetti 6-4 6-4

Nonostante il cambio di campo all’ultimo momento, causato dal forfait in extremis di Gasquet che ha rinunciato a giocare contro Tsitsipas, e lo spostamento sull’importante palcoscenico del Centrale, Lorenzo Musetti non è riuscito a invertire la tendenza negativa di questo periodo uscendo nel suo match di apertura contro il ceco Jiri Lehecka, n. 44 della classifica mondiale e recente quartofinalista all’Australian Open. Certamente un sorteggio non benevolo per il carrarese, che si è trovato ad affrontare su un fondo particolarmente rapido come il Laykold dell’Hard Rock Stadium di Miami una delle più belle realtà emergenti di questo inizio di 2023.
Dopo la palla break avuta sul 2-1 del primo set, Musetti si è progressivamente spento, incapace di far male con i propri colpi da fondocampo a causa della sua posizione molto arretrata in campo, posizione nella quale veniva spinto dai colpi aggressivi di Lehecka a partire dalla risposta.
PRIMO SET – Inizio con discreto piglio da parte di Musetti, che ha tenuto con buona autorità i primi turni di battuta. Sulla risposta però la situazione era differente: il toscano è costretto quasi sempre a rispondere bloccando la palla, e così facendo è sempre Lehecka a poter prendere in mano lo scambio fin dai primi colpi. Era comunque Musetti, sul 2-1, il primo ad arrivare a palla break, anche grazie ad alcuni errori da fondocampo del ceco che non si mostrava impeccabile nei palleggi, forse per il desiderio di spingere i colpi appena possibile. Lehecka annullava la chance del 3-1 per Musetti con un bel servizio, tenendo poi il servizio per schivare il primo pericolo della partita.
Dopo i primi servizi tenuti con una certa disinvoltura le difficoltà però erano dietro l’angolo per il tennista azzurro che quando doveva iniziare il punto con la seconda di servizio si trovava sempre aggredito e costretto ad arretrare di diversi metri già al terzo colpo rendendo la gestione degli scambi molto più difficile. Così facendo si trovava a giocare passanti da posizioni molto arretrate, e quindi con basse probabilità di riuscita, e si esponeva agli appoggi incrociati corti di Lehecka.
Il break arrivava sul 3-3, quando alla quarta palla break il ceco trovava una risposta vincente di rovescio lungolinea. Il set si chiudeva pochi minuti dopo, quando Lehecka metteva in cascina il parziale per 6-4 in 40 minuti.
SECONDO SET – Purtroppo per Musetti il secondo parziale non iniziava in una maniera migliore: quattro punti consecutivi dal 15-0 conditi da un doppio fallo e due gratuiti di diritto confezionavano il break che davano a Lehecka la tranquillità per condurre il match a proprio piacimento. Nei suoi turni di battuta il ceco non veniva mai impensierito, e gli bastava condurre il match in porto che finiva senza sussulti dopo 80 minuti con un periodico alto che comunque non può essere una grande consolazione per Musetti, quasi mai in partita e penalizzato da una bassa percentuale di prime che, nonostante sia arrivata a un totale del 54% dopo un primo set sotto il 50%, non è comunque sufficiente per fare gara a questi livelli su superfici così rapide.
TERRA EUROPEA – Dopo un inizio di stagione da incubo, Musetti ora è atteso dal ritorno in Europa per la stagione sulla terra battuta, in quello che dovrebbe essere il periodo a lui più favorevole del calendario. Tuttavia c’è il rischio che questi risultati negativi possano mettere ancora più pressione sui tornei a lui più congeniali, rischiando di far precipitare ulteriormente la situazione.
Nell’immediato la classifica non è in pericolo, e questo almeno consentirà a Musetti di entrare nei prossimi tornei con uno status tale da poter scongiurare, almeno in linea di principio, primi turni troppo complicati. Ma sarà necessario iniziare a vincere qualche partita per invertire la tendenza, dato che da metà gennaio in poi il record è di una partita vinta contro sette perse. Proprio per questo è stato deciso di aggiungere alla programmazione il torneo di Marrakech ad inizio aprile, prima del Masters 1000 di Montecarlo, dove Lorenzo spera di riprendere confidenza con la vittoria.