ATP Queen’s, Berrettini: “Ho accettato di lottare con quello che avevo”

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ATP Queen’s, Berrettini: “Ho accettato di lottare con quello che avevo”

Il numero 1 d’Italia spiega la chiave della sofferta vittoria contro Kudla. “Combatti e goditela, mi sono detto”

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Matteo Berrettini - Queen's 2022 (Credit: Getty Image for LTA)
 

Nel primo pomeriggio Matteo Berrettini è letteralmente sopravvissuto a Denis Kudla, riuscendo ad imporsi in rimonta dopo due ore e 46 minuti di grande battaglia. Continua così la striscia vincente del numero uno d’Italia, al sesto match giocato (e vinto) negli ultimi nove giorni. Considerando che arrivava da tre mesi senza tennis difficilmente ci si poteva attendere un rientro migliore. Berrettini è poi intervenuto in conferenza stampa al termine del match, rispondendo anche a due domande del nostro inviato a Londra Paolo Di Lorito. Di seguito quanto evidenziato dalla nostra redazione.

Paolo Di Lorito, Ubitennis: Sin dai primi game si è vista un po’ di difficoltà da parte tua. Quando un match prende una piega un po’ negativa lo senti prima di scendere in campo, dipende dai primi colpi che impatti o magari da come reagisce l’avversario?

Berrettini: “Dipende un po’ dalle giornate, storicamente con lui (Kudla, ndr) ho sempre fatto partite un po’ strane. Però lo si capisce quando comincia la partita, sicuramente non prima. Dall’inizio ho sentito che avevo un’energia un po’ diversa, anche a livello di prontezza fisica. Ho dovuto accettarlo e andare avanti, ad un certo punto mi chiedevo un po’ di più, ma poi ho capito che oggi sarebbe andata così. Dovevo solo accettare la situazione e lavorare con quello che avevo“.

 

Paolo Di Lorito, Ubitennis: In una conferenza a Roma avevi detto che da giovane ti chiamavano “Radio Matteo” perché parlavi sempre, oggi ti sei sentito più vicino a quel giocatore?

MB: Sì, sicuramente, non mi piacevo ed ero pronto a lamentarmi un po’ di più. Però secondo me questo è un segno che ci tengo alla partita, se non ci tenessi non mi arrabbierei. Però bisogna trovare il giusto equilibrio, se diventa una lamentela continua poi dopo perdi energie e non riesci ad essere troppo concentrato. Ho provato a passare al silenzio, ad essere più tranquillo cercando di recuperare. Ma oggi sì, oggi ero un po’ più ‘Radio Matteo’ rispetto al solito“.

James Spencer, Ubitennis ENG. Dicono che i migliori tennisti trovano sempre un modo per vincere e tu l’hai dimostrato. Come sei stato in grado di influenzare l’incontro nei momenti chiave?

MB: Sapevo di non star giocando il mio miglior tennis e che era un incontro difficile per diversi motivi. La chiave è stato accettare quello che stava succedendo. Accettare che, anche se amo giocare sull’erba, non stavo giocando bene. Non avevo buone sensazioni, il livello di energia non era buono. Ma ho lavorato con quello che avevo durante il match. Mi chiedo di essere un giocatore, uno capace di vincere e, se non di vincere, di stare in campo con quello che ha in quel momento. Ti permette di essere solido anche se non sei al meglio, se hai un problema fisico o ti senti stanco. Stamattina mi sono alzato sentendomi un po’ stanco, ma credo sia normale. Sto giocando parecchio e non è facile rientrare dopo tre mesi e fare sei o sette incontri di fila. Così l’ho accettato e sono felice di avercela fatta.

D. Quindi, non giocando così a lungo e poi affrontare diversi match ti aveva già condizionato o è stato solo oggi?

MB: No, ricordo che, arrivato a Stoccarda, avevo detto di aver bisogno di giocare il più possibile e sta andando proprio così. Ne sono felice e mi sento bene, ma ovviamente non siamo dei robot. Non so perché, ma stamattina ero un po’ più nervoso per tutto quello che mi circondava. A volte devi lottare contro te stesso ed è quello che successo oggi. Lo accetti, dici ‘okay’, dai tutto e vedi come va.

D. Sei sempre stato bravo ad accettare le tue condizioni?

MB: [Ride] No davvero. Sono migliorato perché sono rimasto scottato, mi sono fatto male da un punto di vista mentale. Perdere un match quando senti di non aver dato tutto ti fa sentire molto male. Oggi avrei digerito la sconfitta, ma non il fatto di non averci provato fino alla fine. Così mi sono detto di provarci in modo che domani, al risveglio, ti vorrai un po’ più bene.

D. Rientrare nella parte di stagione dove hai dato il meglio lo scorso anno ti mette pressione, anche considerando la questione Wimbledon?

MB: Certo, sento la pressione a prescindere dai punti o non punti perché qui sono il campione uscente e a Wimbledon il finalista, in più torno da un infortunio. Ma sono contento di avere la possibilità di lottare. Quando ero a casa alle prese con la riabilitazione, guardavo i tornei e soffrivo. A volte dai per scontato di poter giocare, difendere i punti, ma capisci quello che ti perdi quando non puoi farlo.

D. Oggi è stata dura, ti abbiamo sentito ruggire un paio di volte, a volte in senso positivo, altre quando le cose andavano male, come un nastro sfortunato. Cosa ti passa per la testa in quei momenti? Gridare ti aiuta?

MB: Ovviamente, se lo fai troppo, non aiuta e sprechi energie. Ma di solito sono piuttosto calmo in campo quando perdo dei punti e mi carico quando li vinco. Per girare il match o cambiare il tuo atteggiamento, a volte devi gridare, fare qualcosa che ti entri nel corpo. Non sono a mio agio nel lanciare racchette o palline, ma gridare può essere d’aiuto, è un po’ espellere la negatività e concentrarsi sulle cose buone. Ne ricordo uno al cambio campo, ho guardato il bicchiere, mezzo pieno, ho detto, ok, sei qui, un sacco di gente ti sta guardando, due mesi fa nemmeno riuscivi a muovere il mignolo, quindi non lamentarti. Combatti e goditela.

D. Oggi hai salvato sette palle break su nove, contro Evans tutte e sette. Quanto è importante sentirti al massimo, non solo fisicamente ma anche mentalmente, così presto dopo gli infortuni?

MB: Sono piuttosto arrabbiato per non aver salvato quelle due. No, certo che è importante. Òa parte principale è essere pronti per quei punti. Sull’erba ho fiducia che il servizio mi darà una mano. C’è anche l’avversario e ci sono momenti in cui la racchetta diventa un po’ più pesante. È qualcosa su cui lavoro da sempre perché, quando hai una palla break o la devi difendere, è il momento più importante dell’incontro e vincere quel punto è una dichiarazione forte nei confronti del tuo avversario.

Il tabellone completo dell’ATP 500 del Queen’s

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ATP Miami: Sonego rimonta Evans e vola al terzo turno

Lorenzo bissa il successo su Thiem con una vittoria in 3 set sul britannico N.23 del seeding

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Lorenzo Sonego - ATP Miami 2023 (Twitter @Federtennis)

L. Sonego b. [23] D. Evans 4-6 6-3 6-2

Dopo un inizio di giornata sportivamente drammatico per il tennis azzurro a Miami, Lorenzo Sonego conferma tutta la sua esuberanza agonistica rimontando a suon di diritti vincenti Daniel Evans in un match molto divertente sul Campo N.1, lo stesso dove prima di lui aveva perso Matteo Berrettini contro l’americano McDonald,

Il match che ha visto contrapposte la potenza di Sonego e la varietà di gioco del britannico si potrebbe riassumere con una curiosa statistica. Dopo aver ceduto a zero la battuta nel gioco d’apertura del match, Sonego ha annullato le successive 12 palle break da lui affrontate oppure, se volete, Evans ha mancato le 12 successive. Peraltro sempre in crescendo: 2 nel primo set che avrebbero reso ancora più netto il 6-4 Evans finale. 4 nel secondo set vinto da Sonego per 6-3 e addirittura 6 nel terzo set nonostante il 6-2 finale possa far intendere un dominio di Sonego in realtà solo apparente. Alla fine infatti ci sono volute quasi 2h30 per chiudere la contesa con Evans visibilmente contrariato per la sua mancanza di killer instinct. Dopo il break subito in apertura di terzo set ha addirittura trasformato la racchetta in un oggetto non identificabile prendendosi l’inevitabile warning dal giudice di sedia.

 

Sonego è stato paziente, consapevole che con il passare dei minuti, il tennis brillante ma molto difficile del suo avversario avrebbe perso in efficacia e infatti Sonego ha progressivamente preso il comando degli scambi da fondo lasciandolo esplodere il suo dritto quanto più possibile. A quel punto Evans non ha potuto fare altre che affidarsi alle variazioni con le discese a rete e le rasoiate in slice ma in termini di pesantezza di palla e di resistenza fisica Lorenzo era ormai incontenibile.

Una bella vittoria che fa il paio con quella di primo turno contro Dominic Thiem che per quanto lontano dai fasti del passato, è sempre un primo turno da prendere con le molle. Ora il livello potrebbe salire ancora se come da pronostico Frances Tiafoe batterà il giapponese Watanuki nella notte italiana

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ATP Miami: Berrettini non sa più vincere, sconfitto da McDonald ma quante occasioni mancate [AUDIO ESCLUSIVO]

Matteo ce la mette tutta, raggiunge il set point in entrambi i parziali ma cede dopo due tie-break

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M. McDonald b. [19] M. Berrettini 7-6(8) 7-6(5)

Si sapeva fin dal sorteggio che l’esordio di Matteo Berrettini versione 2023 contro Mackenzie McDonald a Miami sarebbe stato molto complicato: Matteo che era apparso in condizioni preoccupanti nel Challenger 175 di Phoenix si sarebbe trovato di fronte infatti un giocatore autore fin qui di una stagione eccellente sul cemento outdoor arricchitta dallo scalpo di lusso di Rafael Nadal all’Australian Open.

Ma l’andamento del match estremamente serrato alla fine è stato quasi più deludente di una sconfitta netta. Matteo ha dato tutto quello che aveva (non molto in questo momento) e ha avuto set point in ciascuno dei due parziali: uno nel tie-break del primo set e due consecutivi sul 6-5 del secondo sempre sul servizio avversario.

 

Ma quando la fiducia manca persino il suo più grande alleato nei giorni di gloria, il tie-break, può diventare un rebus impossibile da risolvere. Con i due persi oggi la statistica nel 2023 recita 3 vinti e 7 persi, troppo brutta per essere vera per un giocatore che è senza dubbio nei primi 5 al mondo per qualità del servizio.

Ma il tie-break è da sempre lente d’ingrandimento dello stato psicofisico di un giocatore in quel determinato momento e il momento di Berrettini è il più negativo degli ultimi 4 anni e si sta prolungando sempre di più.

McDonald ha mostrato tutte le sue qualità da americano DOC sul cemento: grande velocità di piedi eccellente copertura del campo e buona velocità di braccio. Berrettini è rimasto costantemente in difficoltà sugli scambi lunghi dove alla cronica debolezza sul lato sinistro si è aggiunta una fallosità estrema anche con il diritto, arma letale come il martello di Thor nei giorni migliori.

I lati positivi si sono visti da un servizio comunque efficace, favorito da un campo più rapido rispetto a quelli di Indian Wells e la consueta umiltà nel lottare punto su punto come fosse un giocatore qualunque, invece di un ex finalista di Wimbledon.

Ma nel momento in cui i punti pesano di più, quelle paure e quelle incertezze viste in California e in Arizona riappaiono inesorabili e allora ecco che un doppio tie-break alla sua portata diventa terreno fertile per un’altra prematura eliminazione, ancora all’esordio come a Indian Wells nel primo Masters 1000 della stagione.

Se a queste due si aggiunge l’altra, sempre all’esordio all’Australian Open capite bene perché Berrettini non è lo stesso giocatore che abbiamo ammirato dal 2019 in poi

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ATP Miami: Musetti ancora nel tunnel, subito fuori con Lehecka

Altra sconfitta per Lorenzo Musetti, battuto in due set da Jiri Lehecka. Ora il ritorno sulla terra a partire da Marrakech

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Lorenzo Musetti - Miami 2023 (foto Ubitennis)

(dal nostro inviato a Miami)

J. Lehecka b. [18] L. Musetti 6-4 6-4

Nonostante il cambio di campo all’ultimo momento, causato dal forfait in extremis di Gasquet che ha rinunciato a giocare contro Tsitsipas, e lo spostamento sull’importante palcoscenico del Centrale,  Lorenzo Musetti non è riuscito a invertire la tendenza negativa di questo periodo uscendo nel suo match di apertura contro il ceco Jiri Lehecka, n. 44 della classifica mondiale e recente quartofinalista all’Australian Open. Certamente un sorteggio non benevolo per il carrarese, che si è trovato ad affrontare su un fondo particolarmente rapido come il Laykold dell’Hard Rock Stadium di Miami una delle più belle realtà emergenti di questo inizio di 2023.

 

Dopo la palla break avuta sul 2-1 del primo set, Musetti si è progressivamente spento, incapace di far male con i propri colpi da fondocampo a causa della sua posizione molto arretrata in campo, posizione nella quale veniva spinto dai colpi aggressivi di Lehecka a partire dalla risposta.

PRIMO SET – Inizio con discreto piglio da parte di Musetti, che ha tenuto con buona autorità i primi turni di battuta. Sulla risposta però la situazione era differente: il toscano è costretto quasi sempre a rispondere bloccando la palla, e così facendo è sempre Lehecka a poter prendere in mano lo scambio fin dai primi colpi. Era comunque Musetti, sul 2-1, il primo ad arrivare a palla break, anche grazie ad alcuni errori da fondocampo del ceco che non si mostrava impeccabile nei palleggi, forse per il desiderio di spingere i colpi appena possibile. Lehecka annullava la chance del 3-1 per Musetti con un bel servizio, tenendo poi il servizio per schivare il primo pericolo della partita.

Dopo i primi servizi tenuti con una certa disinvoltura le difficoltà però erano dietro l’angolo per il tennista azzurro che quando doveva iniziare il punto con la seconda di servizio si trovava sempre aggredito e costretto ad arretrare di diversi metri già al terzo colpo rendendo la gestione degli scambi molto più difficile. Così facendo si trovava a giocare passanti da posizioni molto arretrate, e quindi con basse probabilità di riuscita, e si esponeva agli appoggi incrociati corti di Lehecka.

Il break arrivava sul 3-3, quando alla quarta palla break il ceco trovava una risposta vincente di rovescio lungolinea. Il set si chiudeva pochi minuti dopo, quando Lehecka metteva in cascina il parziale per 6-4 in 40 minuti.

SECONDO SET – Purtroppo per Musetti il secondo parziale non iniziava in una maniera migliore: quattro punti consecutivi dal 15-0 conditi da un doppio fallo e due gratuiti di diritto confezionavano il break che davano a Lehecka la tranquillità per condurre il match a proprio piacimento. Nei suoi turni di battuta il ceco non veniva mai impensierito, e gli bastava condurre il match in porto che finiva senza sussulti dopo 80 minuti con un periodico alto che comunque non può essere una grande consolazione per Musetti, quasi mai in partita e penalizzato da una bassa percentuale di prime che, nonostante sia arrivata a un totale del 54% dopo un primo set sotto il 50%, non è comunque sufficiente per fare gara a questi livelli su superfici così rapide.

TERRA EUROPEA – Dopo un inizio di stagione da incubo, Musetti ora è atteso dal ritorno in Europa per la stagione sulla terra battuta, in quello che dovrebbe essere il periodo a lui più favorevole del calendario. Tuttavia c’è il rischio che questi risultati negativi possano mettere ancora più pressione sui tornei a lui più congeniali, rischiando di far precipitare ulteriormente la situazione.

Nell’immediato la classifica non è in pericolo, e questo almeno consentirà a Musetti di entrare nei prossimi tornei con uno status tale da poter scongiurare, almeno in linea di principio, primi turni troppo complicati. Ma sarà necessario iniziare a vincere qualche partita per invertire la tendenza, dato che da metà gennaio in poi il record è di una partita vinta contro sette perse. Proprio per questo è stato deciso di aggiungere alla programmazione il torneo di Marrakech ad inizio aprile, prima del Masters 1000 di Montecarlo, dove Lorenzo spera di riprendere confidenza con la vittoria.

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