Haddad-Maia senza freni: due trofei sull'erba, la rincorsa verso Wimbledon

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Haddad-Maia senza freni: due trofei sull’erba, la rincorsa verso Wimbledon

La brasiliana, arrivata in top 30, ha vinto vinto a Nottingham e a Birmingham (e ci riprova a Eastburne). A 26 anni sembra essere arrivato il momento della maturità, dopo tanti guai compresa una squalifica per doping.

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Beatriz Haddad Maia - Birmingham 2022 (foto Twitter @the_LTA)
 

Sulla strada verso Wimbledon, due trofei consecutivi sollevati sull’erba. No, non parliamo stavolta di Matteo Berrettini. Con le dovute proporzioni e qualche agevolazione (il ritiro di Shuai Zhang nell’ultimo atto di Birmingham), Beatriz Haddad-Maia sta vivendo in questo mese il momento migliore della sua carriera e si candida tra le outsider per lo Slam londinese. La ventiseienne mancina di San Paolo – che non aveva mai sollevato un trofeo in singolare, prima di questo mese – apre così la settimana al best ranking (29 WTA) con la spinta di statistiche che non possono essere ignorate. Dieci vittorie su dieci, ovviamente, nelle ultime due settimane erbivore contraddistinte anche da successo significativi: a Nottingham ha battuto in tre set la prima testa di serie Maria Sakkari, nell’ultima settimana ha fermato la corsa di due campionesse di Wimbledon (Kvitova e Halep) lasciando appena cinque game a Camila Giorgi. Decisamente non male.

UNIVERSALE – L’erba, va detto, non era mai stata la sua superficie d’elezione. Pur senza brillare al Roland Garros, Haddad Maia aveva spinto forte anche nel mese di maggio sulla terra: il successo nel WTA 125 di Saint Malo nella prima settimana, seguito dalla finale persa nell’omologo torneo di Parigi (battuta da Claire Liu). Aggregando i dati e ponderando con buon senso il livello delle avversarie, tiriamo una linea: su 22 partite giocate da inizio maggio tra terra ed erba, ne ha perse soltanto due. Da apprezzare, in stagione, anche una certa trasversalità tra le superfici: restano agli atti la finale di doppio persa all’Australian Open (in coppia con Elena Dalinina, contro Krejcikova/Siniakova) e – in singolare – la semifinale di Monterrey. Nell’approccio a una delle edizioni di Wimbledon più imperscrutabili, la “Sharapova del Brasile” – come la definiscono in patria, in maniera abbastanza colorita, ma i 185 centimetri ci sono e i lunghi capelli biondi pure – va tenuta d’occhio.

I TORMENTI – La maturità sembra essere arrivata relativamente tardi per questa giocatrice, che negli anni scorsi – suo malgrado – ha avuto modo di non consumare tanta benzina. Tanti gli acciacchi nella prima parte della carriera, quando dinamiche sfortunate (anche un incidente domestico nel 2016) e gli scricchiolii di un fisico così imponente l’hanno costretta spesso ai box. Nel 2019, poi, il momento più complicato: nel mese di luglio, dopo essersi tolta lo sfizio di battere Muguruza a Wimbledon, viene trovata positiva a un controllo antidoping nel torneo di Bol, in Croazia. Accolta la tesi difensiva dell’involontaria assunzione degli anabolizzanti rilevati, ma allo stesso tempo la negligenza – aveva dichiarato integratori vitaminici, senza conoscerne tutti gli ingredienti – le costa una squalifica per dieci mesi (comprensiva di sospensione). Complice lo stop per la pandemia, è riuscita a tornare in campo solo a settembre 2020 negli ITF, dove spesso ha collezionato successi.

VERSO WIMBLEDON – Dopo la consegna del trofeo di Birmingham, dolci le parole rivolte all’avversaria costretta al ritiro. Insieme a Shuai Zhang, la brasiliana aveva conquistato appena una settimana prima il titolo di doppio a Nottingham. “Sei la dimostrazione che possa esistere un’amicizia vera nel circuito – ha detto con commozione alla cinese -, mi dispiace per come sia finita oggi ma ci tengo a farti pubblicamente i complimenti per la persona che sei. Sono una combattente e ho al mio fianco le persone giuste, è difficile raccontare quanto sia stato difficile il percorso degli ultimi due anni ma adesso sono qui e voglio godermi ogni singolo match e torneo, prima di Wimbledon sarò anche a Eastburne“. Lì dove il suo cammino inizierà al secondo turno contro Kaia Kanepi, replay della sfida già vista al Roland Garros e vinta dall’estone. Il Brasile – dove solo la grande Maria Bueno aveva lasciato il segno, nel tennis femminile – tifa per lei, con un fermento social e mediatico che si è impennato nelle ultime settimane. In parallelo ai suoi risultati.

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