Serena Williams dopo il rientro: "Amo il tennis e mi sento bene. Giocare anche dopo Wimbledon? Non lo so"

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Serena Williams dopo il rientro: “Amo il tennis e mi sento bene. Giocare anche dopo Wimbledon? Non lo so”

Serena non si sbilancia sul futuro: “Un giorno alla volta, una partita alla volta”. Oggi pomeriggio i quarti di finale in doppio con Jabeur a Eastbourne

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Serena Williams - Eastbourne 2022 (foto @the_LTA)
 

Serena Williams è tornata. La domanda allora diventa: per quanto tempo? Questo non è dato sapersi, forse non lo sa nemmeno lei. O almeno così fa intendere. Il primissimo responso dato dal campo, intanto, è stato positivo. Certo, si trattava di un match di doppio e contro due avversarie Bouzkova e Sorribes Tormo – che hanno ben figurato ma che non sono tra le più esperte in questa specialità, ma comunque la Serena vista è sembrata persino più in forma di quella che si presentò a Wimbledon l’anno scorso. Proprio ai Championships la 23 volte campionessa Slam giocò, senza nemmeno terminare, la sua ultima partita prima del rientro di ieri. Oggi, lei e la sua ‘innamorata’ compagna Ons Jabeurche non spreca nessuna occasione per ribadire quanto sia grata per questa opportunità – torneranno in campo per i quarti di finale (alle 16 contro Aoyama/Chan). Poi? La risposta di Serena è chiara e allo stesso tempo vaga: un giorno alla volta, una partita alla volta”. Di sicuro ci sarà il ritorno a Wimbledon. Sarà la sua last dance o avrà motivazioni per andare avanti, magari anche l’anno prossimo? “Davvero, non lo so, non posso rispondere” – dice Serena. Noi le crediamo.

Nella conferenza stampa post-match erano sedute ovviamente a fianco, lei e Ons. Le domande, però, sono state – come prevedibile – praticamente tutte per l’americana. Forse qualcuno dei giornalisti presenti avrebbe potuto sforzarsi un po’ di più per pensare anche a una domanda per la tunisina, che da lunedì sarà numero 2 del mondo: insomma, non è una qualunque, non una giovane promessa che ha in Serena la sua chioccia. In ogni caso, Jabeur non ha avuto alcun problema: “È stata la conferenza più breve della mia carriera (in termini di domande ricevute, ndr) – ha detto ridendo dopo aver ascoltato le risposte della sua compagna di doppio – ma sono entusiasta di essere al fianco di Serena, sono davvero grata”.

Williams e Jabeur ieri hanno impiegato un set per trovare la giusta armonia: entrambe dovevano scrollarsi di dosso qualcosa. Serena la ruggine, Ons la pressione di giocare a fianco a un’icona della storia del tennis (e dello sport, in generale). Alla fine hanno vinto al super tie-break, dopo aver annullato anche un match point. L’incontro è durato 94 minuti: troppo pochi per avere delle risposte definitive. E infatti tutte le dichiarazioni di Serena nel post lasciano ben aperto il finale: “Amo giocare a tennis, altrimenti non sarei qui ora, ma amo anche quello che faccio fuori dal campo”.

I dubbi sulle prospettive di questo rientro in campo rimangono. Quelli sulla condizione fisico-atletica della minore delle sorelle Williams in parte: non sono stati infatti fugati, ma almeno accantonati in attesa di sfide più probanti sì. È partita con una prima a 90 miglia e ci ha messo 25 minuti per colpire un vincente, ma piano piano è sembrata più agile e più a suo agio al servizio (chiudendo il secondo set con un ace a 164 km/h). Tumaini Carayol sul Guardian ha detto che gradualmente “sono tornati anche i piccoli passi essenziali attorno alla palla” e che “nel secondo set, Williams ha proposto un gioco vintage”. Serena ha riferito di aver sempre provato a rimanere “semi-fit” anche se ci sono stati periodi di “non-allenamento, soprattutto all’inizio, dopo che non ho potuto giocare a New York, e non è stato affatto male!”. “Ora però sento che il mio corpo sta bene“.

Tra i misteri che accompagnano questo ritorno sui campi da tennis di Serena Williams, si è aggiunto anche quello legato a tre strisce nere adesive piazzate sulla sua guancia destra. In sala stampa (dove le aveva ancora in viso) Molly McElwee del Telegraph le ha chiesto cosa siano, ma l’americana ha evaso la domanda. Cerotti per aiutare la respirazione o per coprire qualcosa? Chissà. La stessa (non)risposta che abbiamo in relazione al futuro tennistico di Serena. Intanto, lei è tornata – vincendo – e, come titola la Vanguardia Margaret Court non può ancora avere pace.

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