WTA Ranking: Pera e Begu sugli scudi, quattro italiane tra le prime 65

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WTA Ranking: Pera e Begu sugli scudi, quattro italiane tra le prime 65

Le due vincitrici dei tornei di Palermo e Amburgo son le ovvie protagoniste della classifica odierna. Bronzetti sale al n.65 (best ranking) ed è la n.2 d’Italia nella RACE

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Bernarda Pera - Budapest 2022 (Twitter @wta)
Bernarda Pera - Budapest 2022 (Twitter @wta)
 

La scorsa settimana si sono giocati solo due tornei categoria WTA 250, l’Hamburg European Open e il 33rd Palermo Ladies Open. Come spesso accade quando sono in programma eventi minori cui solo alcune delle top20 partecipano, le ripercussioni in classifica riguardano soprattutto le posizioni di rincalzo e non sono mancate le belle sorprese. Partiamo dal torneo di Palermo. Dopo il forfait di Martina Trevisan, le ambizioni tricolori erano tutte sulle spalle delle più quotate Jasmine Paolini e Lucia Bronzetti. Entrambe le azzurre hanno approfittato delle occasioni che si sono presentate sulla loro strada. Paolini, grazie anche al forfait della tds n.3 Zhang, si è spinta in semifinale dove, come ben sappiamo, è stata sconfitta proprio da Bronzetti, che si è infilata nel corridoio lasciato libero da Martina. Questi risultati hanno permesso alle due nostre connazionali di consolidare la loro posizione nella top100, dove abbiamo quattro rappresentati nelle prime 65 del ranking. Il torneo è stato vinto da Irina-Camelia Begu, che con questo trionfo si riavvicina alla top30. Ad Amburgo invece, Bernarda Pera ha vinto il suo secondo titolo consecutivo avendo ragione in finale della n.2 del mondo Anett Kontaveit. L’americana di Zara raggiunge così il suo best ranking ed è a un passo dalla top50. Per Anett si tratta comunque di un buon traguardo dopo le difficoltà avute a superare i postumi del covid. Andiamo a vedere com’è cambiata la classifica di oggi, 25 luglio 2022.

LA CLASSIFICA WTA DI TENNIS AGGIORNATA

Classifica WTAVariazioneGiocatriceTorneiPunti
10Iga Swiatek158336
20Anett Kontaveit204476
30Maria Sakkari204190
40Paula Badosa244030
50Ons Jabeur184010
60Aryna Sabalenka193267
70Jessica Pegula163087
8+1Garbine Muguruza192886
9-1Danielle Collins162743
100Emma Raducanu222717
110Coco Gauff162647
120Daria Kasatkina212635
130Belinda Bencic192635
140Leylah Fernandez182534
150Karolina Pliskova162477
160Simona Halep182415
170Jelena Ostapenko182302
18+1Barbora Krejcikova172134
19-1Veronika Kudermetova212090
200Victoria Azarenka142016
210Jil Teichmann201985
220Amanda Anisimova171831
230Elena Rybakina221805
240Martina Trevisan331789
250Petra Kvitova191786
260Beatriz Haddad Maia361782
270Madison Keys181725
280Ekaterina Alexandrova211691
290Camila Giorgi191689
300Elise Mertens211515
310Angelique Kerber141419
320Alison Riske-Amritraj231401
33+12Irina-Camelia Begu201384
34+1Aliaksandra Sasnovich221341
35-2Sorana Cirstea231330
36-2Kaia Kanepi221317
37+4Sara Sorribes Tormo231266
38-1Alizè Cornet221242
39-3Shuai Zhang341240
40-2Naomi Osaka101235
41-2Yulia Putintseva211235
42-2Alison Van Uytvanck261235
43-1Elina Svitolina161201
44-1Shelby Rogers251179
45+3Caroline Garcia231155
46-2Mayar Sherif331147
47-1Clara Tauson221132
48+1Marketa Vondrousova161113
49-2Qinwen Zheng281103
50+1Anhelina Kalinina301091

Questa è la classifica delle prime cinquanta. Ricordiamo che oggi uscivano, tra gli altri, i punti del BNP Paribas Poland Open 2021 e del 32nd Palermo Ladies Open. Possiamo notare che:

 
  • In top10, ancora un posto in meno per Danielle Collins (n.9). Era campionessa uscente a Palermo, dove non ha difeso il titolo, ed è stata superata da Garbiñe Muguruza (+1, n.8).
  • In top20, guadagna una posizione Barbora Krejcikova (n.18) e ne perde una Veronika Kudemertova (n.19), ferma da più di un mese.
  • Per quanto riguarda le posizioni dalla n.21 alla n.50, Irina-Camelia Begu sale di 12 posti e si posiziona al n.33. quattro posti in più per Sara Sorribes Tormo (n.37) e solo tre per Caroline Garcia (n.45). Rientra in top50 Anhelina Kalinina (+1, n.50).
  • Alle spalle delle migliori 50, Bernarda Pera guadagna 27 posti e si piazza al n.54, suo nuovo best ranking.In totale fanno 76 posizioni in più in sole due settimane. Balzi in avanti consistenti anche per Lucia Bronzetti (+13, n.65), che si riprende con gli interessi quello che aveva perso sette giorni fa e stabilisce anche lei il suo best ranking, per Diane Parry (+10, n.76), per Katerina Siniakova (+10, n.86) e per Misaki Doi (+10, n.97). Rientra in top100 la cinese Lin Zhu (+5, n.100), che in passato è stata anche n.69.

LE ATLETE CHE PERDONO MAGGIORMENTE TERRENO

Lascia per strada 27 posti Maryna Zanevska (n.99), vincitrice del Poland Open nel 2021 su Kristina Kukova (-28, n.118). Sono ben 35 i posti in meno per la finalista a Palermo nel 2021, Elena-Gabriela Ruse mentre ne perde “solo” dodici Oceane Dodin (n.89), che in Sicilia un anno fa perse proprio dalla Ruse in semifinale.

LA CLASSIFICA WTA DELLE TENNISTE ITALIANE

Jasmine Paolini sale di tre posti fino al n.58, mentre Elisabetta Cocciaretto si porta al n.105, con un balzo di 6 posti. Per Elisabetta è il best ranking, augurandoci che riesca a entrare presto nelle cento. Sono molte le atlete in discesa. Citiamo Federica Di Sarra (-13, n.235), Camilla Rosatello (-14, n.269), Anna Turati (-11, n.403), Stefania Rubini (-50, n.451), Bianca Turati (-13, n.457) e Martina Colmegna (-14, n.483).

Classifica WTAVariazioneGiocatriceTorneiPunti
240Martina Trevisan331789
290Camila Giorgi191689
58+3Jasmine Paolini27984
65+13Lucia Bronzetti36894
105+6Elisabetta Cocciaretto22622
1270Sara Errani25500
1940Lucrezia Stefanini37339
235-13Federica Di Sarra29287
269-14Camilla Rosatello29243
2770Giulia Gatto-Monticone25232
305+4Cristiana Ferrando25204
334-6Martina Di Giuseppe35182
383+3Lisa Pigato28141
403-11Anna Turati22134
427-6Deborah Chiesa18121
437-9Angelica Moratelli28115
4460Nuria Brancaccio28110
451-50Stefania Rachel Rubini23108
457-13Bianca Turati23107
483-14Martina Colmegna2497

NEXT-GEN RANKING: LE GIOVANI TENNISTE IN ASCESA

Sono stabili le prime otto posizioni del Next Gen ranking, la classifica delle giocatrici nate dopo il 1° gennaio 2002. In coda, c’è il sorpasso di Elina Avanesyan (n.9) su Daria Snigur (n.10).

PosizioneVariazioneGiocatriceAnnoClassifica WTA
10Emma Raducanu200210
20Cori Gauff200411
30Leylah Fernandez200214
40Clara Tauson200247
50Qinwen Zheng200249
60Marta Kostyuk200274
70Diane Parry200276
80Linda Noskova2004112
9+1Elina Avanesyan2002122
10-1Daria Snigur2002128

LA RACE

Anett Kontaveit recupera quattro posizioni e sale al n.12 ma è ancora lontana dal n.2 ricoperto in classifica generale. Fuori dalla top20 segnaliamo i progressi di Irina-Camelia Begu (+13, n.25), Bernarda Pera (+24, n.42) e Lucia Bronzetti (+12, n.44), virtualmente n.2 d’Italia.

PosizioneVariazioneGiocatriceTorneiPunti
10Iga Swiatek107290
20Ons Jabeur122990
30Coco Gauff122262
40Jessica Pegula112232
50Maria Sakkari132182
60Daria Kasatkina142072
70Paula Badosa132008
80Belinda Bencic131876
90Veronika Kudermetova131783
100Danielle Collins81757
110Madison Keys121678
12+4Anett Kontaveit101676
13-1Simona Halep111661
14-1Jelena Ostapenko121572
15-1Aryna Sabalenka141538
16-1Amanda Anisimova111516
170Ekaterina Alexandrova131316
180Martina Trevisan121287
190Elena Rybakina141208
200Beatriz Haddad Maia131201

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Robin Haase: “Il livello complessivo si è alzato, ma i top 15 sono meno forti”

L’olandese Robin Haase, ex n. 33 ATP, fa paragoni tra il presente e i suoi primi anni nel Tour, parlando anche di stili e superfici. E suggerisce qualche nuova regola perché “il tennis dev’essere più veloce”

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Robin Haase - Sofia 2019 (foto Ivan Mrankov)

Classe 1987, Robin Haase ha raggiunto il 33° posto nel ranking nel 2012. Numero 3 del mondo da junior, due operazioni al ginocchio durante i primi anni di professionismo non hanno certo aiutato l’ascesa di questo olandese che rientra tra coloro che danno l’impressione di giocare meglio a tennis di quanto non dica la classifica. A una settimana dal trentaseiesimo compleanno, Robin ha parlato con Clay del futuro non solo suo bensì soprattutto del tennis, della necessità di renderlo più veloce, del livello attuale paragonato a quello di dieci anni fa, delle superfici e di altro ancora.

Forse doppio e coaching, ma con moderazione

Con il ranking sceso al n. 269, ora frequenta principalmente il circuito Challenger. Lo scorso gennaio ad Adelaide 2 è però arrivata una vittoria ATP rocambolesca non solo e non tanto per il 7-6 al terzo con match point annullato, quanto per come era arrivato a disputare quell’incontro. L’intenzione, a ogni modo, è di giocare in singolare il più possibile, per poi decidere se dedicarsi solo al doppio. Dopo diciotto anni, “non mi vedo ancora per molto tempo nel circuito” spiega. “Però dipende. Se hai un compagno e siete almeno in top 20 potendo giocare solo 18 tornei a stagione, ok. Ma devi trovare un compare che sia d’accordo”. Per ora ha ripreso il sodalizio con il connazionale Matwe Middelkoop, 14a coppia della Race. È anche un coach certificato e occasionalmente aiuta i giovani olandesi che “sono contenti quando dico loro qualcosa su cui lavorare”. Occasionalmente è la parte facile. “Ma il secondo giorno, il terzo, il giorno 245, cosa dici? Quella parte del coaching è sottostimata dai tennisti”. E, a proposito di parti, quella dei viaggi ogni settimana è da escludere. “Magari un part-time, come la Coppa Davis”.

Tiro dentro vs tiro forte: da dove si comincia?

Un’altra osservazione interessante è la differenza tra la sua generazione e quella attuale. “Noi abbiamo prima imparato a tenere in campo la palla, poi a colpire sempre più forte. Oggi i tennisti crescono tirando più forte possibile, poi iniziano a imparare a non commettere troppi errori. Anche le superfici sono cambiate negli ultimi vent’anni. Ora non importa se duro, terra o erba perché è ancora un po’ diverso il modo di muoversi, ma i rimbalzi sono sinili, quindi non ci sono più specialisti. Non molti che fanno servizio e volée o veri attaccanti né terraioli. Giochi più o meno allo stesso modo dappertutto. C’era più varietà, ma i più giovani stanno aggiungendo cose. Diventano più pericolosi e il loro gioco si sta evolvendo”.

 

Siamo qui per il tennis o per divertirci?

Sorprende un po’ vederlo allineato a quelle affermazioni estemporanee di Jessica Pegula e Frances Tiafoe, secondo i quali sarebbe incomprensibile dover starsene zitti durante quei pochi secondi di ogni scambio e non poter continuamente lasciare il proprio posto e tornarci facendo alzare tutta la fila – neanche fossero al cinema. Per Robin, in modo simile, è inconcepibile dover aspettare dieci minuti prima di poter accedere allo stadio. “Entra e siediti” è la sua soluzione. “Magari con qualche eccezione, tipo le prime file. Se comprassi un biglietto e dovessi aspettare dieci minuti, direi, ‘ma che è sta roba?”’. Una considerazione che rientra nel più ampio discorso secondo cui “nel tennis, l’unico divertimento è lo sport. Non c’è granché oltre quello. Niente musica, niente altro per la gente”. Qualcuno potrebbe obiettare che a volte, di musica, ce n’è anche troppa e di pessima qualità, ma è un’opinione (la qualità, la quantità è un dato oggettivo). Il tutto partendo dalla tecnologia delle chiamate elettroniche, con il sistema originale che incontra i favori del nostro: “Hawk-eye era molto divertente. I tennisti potevano chiedere il challenge e alla gente piaceva. Ora non c’è più interazione con il pubblico”. Qui sarebbe stata perfetta una citazione del tipo, “il progresso andava forse bene una volta, ma è durato troppo” (legge di Ogden Nash), ma Haase è una personcina seria. In definitiva, l’idea è che “le regole devono cambiare”. Quali regole?

L’inafferrabile concetto del let in battuta

“Non ha alcun senso il let sul servizio. L’unica argomentazione a favore è la tradizione, mentre quelle contrarie sono molto migliori” e fa l’esempio della pallavolo prima di analizzare le obiezioni. “Se tiro una bella battuta che sarebbe ace ma tocca appena il nastro, devo rigiocarla – perché? Se il nastro accomoda la palla per il ribattitore, è perché ho servito male. Poi, il marchingegno costa un sacco di soldi e neppure funziona bene”. Sul costo non siamo troppo sicuri, ma poi Haase cade nella solita retorica: “E, più importante di tutti, la gente non lo capisce”. Ok, Robin, togliamolo, ma che non sia per darla vinta agli stupidi o presunti tali.

Non importa dove, purché ci si vada in fretta

Se non pensa che il tennis sia esattamente noioso, ma dovrebbe andare più veloce e, in quest’ottica, il punteggio della spettacolare vetrina under 21 attualmente in cerca di una nuova casa con cinque set ai 4 game è meglio dei noiosi tre ai 6. Il motivo è presto detto. “Adesso ai giocatori non importa tanto dei primi game. Hai vinto il primo set, 1-1 nel secondo, l’altro è 40-15, a volte pensi, ‘vabbè, quel punto non mi interessa’. Invece, dovendo arrivare a quattro, è meglio che ti giochi quel punto perché non hai tante occasioni per brekkare. Non dico di cambiare adesso, ma possiamo sperimentarlo di più”.

Per Haase, rimane intoccabile il punteggio degli Slam anche perché i numeri in termini di presenze dicono che godono di ottima salute, ma lo stesso non vale per gli ATP 250 ed è lì che si potrebbe cambiare il punteggio: “Diamo al pubblico più divertimento”.

Poche palle, diamogliene di più

Non è però che gli siano venute queste idee ora che ha più anni nel Tour alle spalle che non davanti. “Le ho da 15 anni” assicura. “A casa ho uno schema con tutti questi suggerimenti, di quando ero nel Consiglio dei Giocatori. Nei Challenger, si gioca con quattro palline. Perché mai? Se ne possono usare sei come nell’ATP, non costano più così tanto. Se giochi con quattro, si deteriorano prima e, quando le cambi, è ancora più difficile controllarle. Eppure i Challenger sono parte del Tour ATP – perché non c’è la stessa situazione?

Una volta i top erano più forti, ma…

Lo scorso anno, Toni Nadal ha avuto occasione di affermare che il Rafa 2022 avrebbe perso dal Nadal passato, per esempio quello del 2013, 2011, 2008. Lo stesso valeva per Djokovic. E il fantastico Federer 2017? Inferiore a quello di dieci anni prima. Insomma, il livello si è abbassato. Robin c’era ed perfettamente d’accordo. A metà. “Dipende dal punto di vista. Dieci anni fa, la top 20 o la top 15 erano incredibili. Poche sorprese negli ottavi degli Slam. Roddick, Hewitt, Wawrinka, Davydenko, Nishikori… Toni ha ragione, quelle top ora sono più deboli. Tuttavia, la top 100, 250 o anche 400 sono molto più forti. Il livello complessivo è più alto. Una volta era più facile vincere i Challenger. Adesso è più dura e chi li gioca può far bene nel Tour ATP”.

Collegato a questo, il fatto che solo due Slam siano stati vinti da tennisti ora nei loro vent’anni fa dubitare della forza mentale di quella generazione. Haase vuole precisare la questione: “Se entri nei primi 100, sei fortissimo mentalmente. Chi sostiene che il numero 10 non è forte di testa non ha idea di quello che dice. Vincere uno Slam è diverso, è vero. Thiem e Medvedev ci sono risuciti, anche se Djokovic e Nadal provano di essere ancora migliori degli altri, pur non dominando com’erano abituati a fare – normale per via dell’età”.

Protezione o controllo?

La chiacchierata si conclude con il cambiamento della relazione fra tennisti e media. “Più soldi sono in ballo, più alta è la pressione. I manager e i coach vogliono proteggere i giocatori. Per i manager, tenerli lontani da certe situazioni significa controllarle e di conseguenza i tennisti non sempre sanno cosa stia succedendo. Nei Paesi Bassi, qualche giornalista si occupava solo di tennis, ora anche di calcio e pallavolo e quindi non viaggia più tanto. Ci vediamo una volta all’anno, stesse domande, non c’è più relazione ed è un problema per entrambe le parti. E ci sono i social che permettono ai tennisti di comunicare con i fan”.

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Andreescu, è lesione a due legamenti della caviglia. “Ma poteva andare peggio”

La campionessa dello US Open 2019 riferisce: “Affronterò questo periodo giorno dopo giorno e tornerò presto in campo”

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Bianca Andreescu - Miami 2023 (foto Twitter @SportsHorn)

“Ho subito una lesione a due legamenti della caviglia sinistra”. Così Bianca Andreescu, dopo essersi sottoposta agli esami clinici del caso, fa luce sugli esiti del brutto infortunio rimediato al WTA di Miami. La canadese si è dovuta ritirare durante il match contro Ekaterina Alexandrova uscendo dal campo su sedia a rotelle e facendo preoccupare tutto il mondo del tennis. Un vero peccato anche perché nelle partite precedenti la campionessa US Open 2019 era apparsa in ottima forma, superando Emma Raducanu, Maria Sakkari e Sofia Kenin. “Difficile dire ora quanto tempo ci vorrà per recuperare, ma posso dire che sarebbe potuta andare peggio – dice Andreescu, che aveva affermato di aver sentito il dolore più terribile mai avvertito -. Affronterò questo periodo giorno dopo giorno, sono fiduciosa che grazie al lavoro e alla riabilitazione potrò tornare presto in campo. Il percorso è già iniziato, vi terrò aggiornati”.

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ATP

Sinner e le semifinali Masters 1000: ci sono due primati per Jannik

Jannik è l’italiano con più semifinali in questa categoria con Fognini (3), ed è il primo azzurro a qualificarsi al penultimo atto in due Masters 1000 consecutivi

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Jannik Sinner - Miami 2023 (foto Ubitennis)

Con la vittoria sul finlandese Emil Ruusuvuori al Miami Open, Jannik Sinner ha raggiunto la dodicesima semifinale di un italiano ad un Masters 1000 dal 1990, la terza a livello personale. Arrivare nelle fasi finali di un torneo 1000 è già di per se un’impresa, figuriamoci ripetersi per due tornei di questa categoria consecutivi come Sinner ha fatto a Indian Wells e Miami 2023: è il primo giocatore italiano a compiere un simile back-to-back. E con questo traguardo, Sinner ha raggiunto Fabio Fognini in vetta alla classifica degli italiani con più semifinali raggiunte: entrambi sono a quota tre e non è difficile prevedere che Jannik sia destinato a scalzare il ligure ottenendo il primato assoluto. L’elenco delle semifinali Masters 1000 con azzurri in campo è già da aggiornare a due settimane di distanza dalla precedente e probabilmente non sarà l’ultima volta.

Nel 1995 Andrea Gaudenzi era ancora un giocatore, ottimo interprete sui campi in rosso dove vinse tre titoli ATP. In quella fortunata stagione il faentino si spinse fino alle semifinali del torneo di Montecarlo dove perse in due set dall’amico Thomas Muster. Dopo il match seguirono screzi, ma vennero presto dimenticati. Nell’anno di grazia 2007 il livornese Filippo Volandri compì una delle imprese più memorabili della storia del tennis italiano. L’attuale capitano della squadra italiana di Coppa Davis incendiò il Foro Italico in quel maggio di sedici anni fa battendo il n.1 Roger Federer. Il sogno si interruppe in semifinale, contro Fernando Gonzalez.

L’anno seguente, ad Amburgo, Andreas Seppi raggiunse le semifinali (all’epoca era ancora un 1000) perdendo da Roger Federer dopo aver messo in fila Richard Gasquet, Juan Monaco e Nicolas Kiefer, tennista di casa. Abbiamo poi la tripletta di Fabio Fognini: a Montecarlo raggiunse le semifinali nel 2013 (perdendo male da Djokovic 6-2 6-1) e 2019 (dove sconfisse Nadal 6-4 6-2) quando trionfò, in finale contro Dusan Lajovic, nell’unico 1000 conquistato in carriera. L’ultima semi arrivò a Miami nel 2017, sempre contro Nadal, ma a trionfare fu il maiorchino in due set (6-1 7-5).

 

Berrettini centrò la semifinali a Shanghai 2019 (perdendo da Zverev 6-3 6-4). Mentre nel 2021 Matteo si spinse fino alla finale di Madrid, dove ancora una volta venne sconfitto dal tedesco Zverev in rimonta 6-7 6-4 6-3. Sempre in quell’anno ci fu la favola Sonego a Roma. Il piemontese visse la settimana più entusiasmante della sua carriera culminata nella semifinale poi persa contro Djokovic. Infine abbiamo le tre semifinali di Sinner: a Miami nel 2021 dove si spinse fino alla finale, persa, contro il polacco Hurkacz. Il resto è storia recente: la semifinale di Indian Wells persa contro Alcaraz a cui fa seguito quella ottenuta ieri al Miami Open. Ad attenderlo ancora il murciano o Fritz.

La classifica degli italiani con più semifinali nei Masters 1000:
Sinner, Fognini 3
Berrettini 2
Volandri, Gaudenzi, Seppi, Sonego 1

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