Il prossimo step di Agamenone: “Crescere in intensità, quella fa la differenza”

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Il prossimo step di Agamenone: “Crescere in intensità, quella fa la differenza”

Dalla sua prima partecipazione ad un main draw di un torneo ATP, in cui ha raggiunto la semifinale dove ha sfidato un top 10 come Sinner, il 29enne Franco Agamenone ha tratto diversi spunti per la sua ulteriore crescita tecnica ed agonistica. Ma sempre con il sorriso negli occhi

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Franco Agamenone - ATP Umago 2022 (foto: RDOSPORT)
 

Dal nostro inviato ad Umago

Una delle grandi sorprese dell’edizione appena conclusasi del Plava Laguna Croatia Open è stato sicuramente Franco Agamenone. Sulla terra battuta istriana il 29enne tennista italo-argentino è riuscito infatti nell’impresa, superate le qualificazioni ed entrato per la prima volta nel tabellone principale di un torneo ATP, di vincere i suoi primi tre match nel circuito maggiore. A fermarlo, dopo che le tre vittorie lo avevano spinto sino ad una incredibile semifinale, è stato il futuro vincitore del torneo e n. 10 del mondo, Jannik Sinner. Nel dopo partita il tennista originario di Rio Cuarto ci ha raccontato come ha affrontato il match e quali sono state le sue sensazioni nello sfidare un top ten in una semifinale ATP. Un qualcosa cosa che probabilmente fino a qualche giorno prima aveva solo immaginato nei suoi sogni più belli, e lo confermava il sorriso con cui ha risposto alle nostre domande in conferenza stampa dopo la partita persa contro Sinner. Una partita in cui comunque, nonostante il punteggio abbastanza severo (6-1 6-3), aveva dimostrato – soprattutto nella prima parte del secondo set – di poter reggere più che dignitosamente il confronto  con un “predestinato” come il 20enne altoatesino. “Sicuramente non sono riuscito dal punto di vista mentale a stare lì, a stare bene in partita. Penso sia normale, era la mia prima semifinale ATP, giocavo contro Jannik, uno di quei giocatori che finora avevo visto solo in TV… Non è facile. Mi sono sentito un po’ nervoso all’inizio, poi però, come hai detto tu, ti rendi conto che puoi giocare, che puoi stare lì, che puoi vincere. Se tolgo il risultato mi porto le cose positive, sono contento di essere qua, di aver giocato questa partita, è stato importantissimo per me”.

Agamenone prima di Umago aveva affrontato solo quattro top 100 – a livello Challenger e nel primo turno al Roland Garros di quest’anno, dove era entrato come lucky loser – perdendo in tutte e 4 le occasioni. In Istria l’incredibile cambio di marcia, con le vittorie prima su un top 100 (Djere) e poi addirittura su un top 50 (Baez). Per un giocatore abituato ad affrontare giocatori ben oltre la 100esima posizione mondiale (in carriera più di un centinaio, tra main draw e qualificazioni, a livello Challenger e – andando ancora più distanti dalla top 100 – oltre duecento a livello Future), trovarsi di fronte avversari di tale livello avrà fatto balzare all’occhio le differenza rispetto ai suoi consueti antagonisti e di conseguenza rispetto a lui stesso. “La differenza più grande è che hanno più esperienza, e quella ti dà più risorse, sono abituati a giocare a questo livello, a questa intensità, con giocatori forti. Quindi hanno soprattutto una intensità di gioco più alta. Ed è questo che devo provare a migliorare, giocare con questa intensità. E intendo anche mentale: non si tratta di intensità solo fisica, ma anche mentale. Essere concentrato ad ogni punto, essere pronto a lottare ad ogni punto. Ecco, sicuramente è questo che ho imparato da questa partita”.

Il volto di Franco si illumina ancor di più quando gli facciamo notare come in questi giorni sia diventato uno dei beniamini dei tanti tifosi italiani presenti ad Umago, che lo hanno supportato con il loro tifo tutta la settimana, e anche nel match contro uno dei giocatori più amati dagli appassionati di tennis della penisola come Sinner. Ennesima dimostrazione di come l’Italia lo abbia “adottato” a tutti i livelli e di come sia stata giusta la scelta nel 2020 di diventare italiano (aveva da sempre il doppio passaporto, ndr) e di trasferirsi in Italia, a Lecce. “Sì, anche questo è qualcosa che porto a casa da qui: sono molto contento del supporto del pubblico, c’è stato sia dalla prima partita e fino ad oggi. È molto importante per me, ne sono felice”.

Grazie al’exploit umaghese l’allievo di Andrea Trono ha fatto questa settimana un significativo balzo in avanti in classifica, di circa una trentina di posizioni, arrivando al suo nuovo best ranking, n. 108. Con la top 100 che ora dista meno di trenta punti (ne ha 500, il n. 100 della classifica, lo svizzero Husler, 526). Una progressione incredibile, se pensiamo che Agamenone è entrato per la prima volta tra i primi 300 nell’agosto dello scorso anno, in pianta stabile tra i primi 200 all’inizio di quest’anno e da inizio giugno è in top 150. Questa significa quasi sicuramente entrare in una nuova dimensione, dato che ora i top 100 dovrebbero diventare suoi antagonisti abituali e non più sporadici, e di conseguenza ci sarà probabilmente da riconsiderare lo scheduling fino a fine anno, che potrebbe alzare un pochino l’asticella del livello dei tornei da disputare. Magari, proprio visto il tifo che hanno fatto per lui i tifosi italiani ad Umago, partecipando – anche se Agamenone ha costruito la sua carriera sulla terra rossa e qui parliamo di due tornei sul veloce – ai due ATP 250 che si disputeranno in Italia ad ottobre, a Firenze e a Napoli. Glielo abbiamo chiesto. “Può essere, sarebbe bello… ma ancora non lo so. È stato tutto un po’ improvviso, quindi devo ancora parlare con il mio allenatore. La prossima settimana mi alleno, poi gioco un Challenger a Meerbursch e poi faccio le qualificazioni per lo US Open. Da lì i poi devo sicuramente riprogrammare e pensare con il mio allenatore cosa mi conviene fare, che tornei disputare“ ci ha risposto, sempre con quel sorriso e quella gioia negli occhi per un risultato che lo ripaga dei tanti sacrifici fatti e che è sicuramente una delle immagini più belle che, da inviato, chi scrive si porta via da Umago.
Perciò buena suerte Franco. Anzi, sorta rande, come dicono a Lecce. Te la meriti tutta…

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