Washington, sarà ancora Kyrgios-show? Intanto Nick domina Giron... con l'aiuto di una spettatrice

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Washington, sarà ancora Kyrgios-show? Intanto Nick domina Giron… con l’aiuto di una spettatrice

Un breve viaggio all’interno del mondo di Nick. Un itinerario di viaggio che parte dalla finale di Wimbledon fino alla rinuncia della Laver Cup

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Nick Kyrgios - Washington 2022 (Twitter @CitiOpen)
Nick Kyrgios - Washington 2022 (Twitter @CitiOpen)
 

Nick Kyrgios ci riprova. L’avevamo lasciato finalista a Wimbledon con le belle parole spese per lui da Novak Djokovic sulla loro ‘bromance’, o come lui stesso l’ha definita “l’inizio di una grande amicizia“. Passata la sbornia della prima finale slam – a Wimbledon abbiamo assistito ad un inedito Kyrgios, focalizzato più sul campo che sul resto – Nick è tornato a vestire i soliti panni del “Villain” per antonomasia, cominciando dal torneo di Atlanta, una fenomenologia dell’universo Kyrgios.

DOLORE E GLORIA AD ATLANTA – La settimana dell’ATP 250 di Atlanta era cominciata lunedì con la partita di doppio assieme allo storico amico e compagno Thanasi Kokkinakis; i due hanno avuto la meglio contro la coppia francese formata da Mahut e Roger-Vasselin, con il risultato di 7-6 6-3. Martedì poi toccava al singolare, e sia Thanasi che Nick erano in programma nella sessione serale; ma sul più bello Kyrgios è uscito di scena da teatrante navigato: si è presentato sul campo giusto per annunciare, microfono alla mano, il suo forfait causato da un dolore al ginocchio sinistro. “Sono davvero distrutto per non essere in grado di competere stasera” ha detto Kyrgios al pubblico. “Ho vinto questo torneo una volta e sto giocando il miglior tennis della mia carriera. Volevo solo venire in campo e dare spettacolo e ovviamente vedere di cosa sono capace, ma oggi non sono in grado di dare il meglio”. Archiviato il singolare restava il doppio, che Nick non ha disertato, forse per non fare un torto all’amico; la scelta si è rivelata corretta dato che i due dopo aver messo in fila prima Escobar/Reese, poi Sock/Ram e hanno sconfitto nella prima finale non slam tutta australiana Jason Kubler e John Peers per 7-6 7-5. Sipario.

I CONSIGLI DAL PUBBLICO – Arriviamo dunque alla cronaca recente: torneo ATP 500 Washington Open, tappa importante per chi vuole arrivare con il giusto slancio all’ultimo appuntamento slam dell’anno. Kyrgios – che non è testa di serie – è tra i favoriti del torneo, ma non è testa di serie (complice la mancata attribuzione dei punti di Wimbledon) e il tabellone lo ha messo dal lato del polacco Hurkacz (testa di serie n.2). Il primo turno lo contrappone al giocatore di casa Marcos Giron; la cronaca, che trovate in questo articolo, racconta di una partita dominata da Kyrgios, 6-3 6-2 in un’ora di gioco. Il finale però è degno di attenzione. Nick si guadagna tre match point, si gira verso il pubblico con quella sua andatura claudicante, individua il partner appropriato, in questo caso una signora, e da lì in avanti è semplicemente il Nick Kyrgios Show: “Dove vuoi che io serva?” rivolgendosi alla spettatrice. Recepito il messaggio Nick scaglia una bordata terrificante al centro dove Giron non può nulla. Partita in archivio, spettatori paganti soddisfatti. In conferenza stampa dirà: “L’ho già fatto nel 2019 su un match point, ho chiesto consiglio a qualcuno del pubblico. Penso sia una bella esperienza per chi viene a vederci pagando e può potenzialmente tornare a casa con un bel ricordo.”

IL FORFAIT ALLA LAVER CUP – La partita contro Giron seguiva la dichiarazione di Kyrgios, rilasciata sul suo account Instagram, riguardante la sua assenza alla Laver Cup di Londra dal 23 al 25 settembre. “No Laver Cup per me quest’anno. Volevo farvi sapere che ho scelto di trascorrere quel tempo con la mia famiglia e la mia bellissima fidanzata”. Un duro colpo in primis per coach McEnroe e il suo Team World che perde così il suo diamante più grezzo da contrappore ai Big Four del Team Europe. Certo lo spettacolo ne risentirà, nessuno sa intrattenere come il ragazzo di Canberra, e la vetrina della Laver Cup, con le stelle più luminose del tennis mondiale è un occasione speciale per ribadirlo. Ma poi ti fermi, rifletti, e capisci che in quel messaggio scarno, in quel voler “trascorrere del tempo con la mia famiglia” c’è tanto del Kyrgios non detto, del Kyrgios non da prima pagina. C’è un bisogno di tranquillità, di normalità, di essere se stesso senza che qualcuno glielo faccia notare. Come diceva quel gran genio di Enzo Jannacci in una delle sue bellissime e struggenti canzoni “Quando il sipario calerà/io me ne andrò/ed ogni luce svanirà/io me ne andrò/tu piangerai/lei riderà/certo qualcuno mi odierà/ma lo spettacolo è finito/e me ne andrò/e me ne andrò“.

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