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WTA Toronto, Haddad Maia: “Sono orgogliosa. Tante difficoltà superate per arrivare a questo traguardo”
“Lavoro ponendomi degli obiettivi. È bello pensare che in Brasile tifano per me, oltre al calcio”. La giocatrice brasiliana commenta la straordinaria vittoria sulla numero 1 Swiatek

Se a Montreal per la prima volta dal 1999 un Masters 1000 maschile ha visto l’eliminazione all’esordio delle prime 3 teste di serie, anche a Toronto le sorprese non sono mancate. L’ultima è arrivata negli ottavi di finale e ha visto la numero 1 mondiale Iga Swiatek perdere la sua prima partita su cemento dopo 20 successi consecutivi (addirittura 23 nei tornei di categoria ‘Mille’). A firmare l’impresa, in tre ore esatte di lotta, è stata la brasiliana Beatriz Haddad Maia, al suo primo quarto di finale in un WTA 1000. L’attuale numero 24 delle classifiche sta vivendo una stagione al di sopra delle aspettative, con due titoli del Tour maggiore messi in bacheca (Nottingham e Birmingham, vinti di seguito) e due semifinali.
“Sono felice e orgogliosa di me stessa” ha detto ai giornalisti subito dopo la vittoria più prestigiosa che abbia mai raccolto. “È un momento molto speciale. Non è facile superare la numero 1 mondiale su un palcoscenico così importante di fronte a così tanto pubblico. Ho passato così tanti periodi difficili durante la mia carriera per arrivare a questo momento. Perciò me lo voglio godere e nelle prossime ore non voglio pensare al prossimo match”. Partita che però dovrà affrontare solo tra qualche ora: aprirà la sessione serale di venerdì 12 agosto contro l’oro olimpico di Tokyo Belinda Bencic.
Il tabellone completo del WTA 1000 di Toronto
Davvero una storia di grande valore quella della ragazza classe 1996, nativa di San Paolo. Dopo aver sfiorato la top 50 nel 2017, una serie di problemi fisici tra 2018 e 2019 hanno fermato la sua corsa nel Tour maggiore. Non aveva più punti nel ranking. Con grande tenacia, dal 2020 in poi, non solo è riuscita a tornare a quel livello, ma ora si trova alle porte della top 20: “Il mio obiettivo dopo essermi fermata era tornare in top 100. Sapevo di esserne capace, ma ricominciare da zero è molto difficile. Giocare gli ITF contro giocatrici anche tra la posizione 800 e 1000 del mondo non è facile, dopo aver raggiunto anche la top 100. Dopo qualche mese ero già di nuovo tra le prime 400. Ho continuato a mettermi degli obiettivi, con il mio coach, Rafa, e ora non sappiamo qual è il limite. Di sicuro la top 20, ma non posso dire altro. Cosa potrò fare di più?”.
La sua ‘garra’ l’ha mostrata al mondo nel match di ottavi di finale a Toronto. Oltre a tutte le difficoltà che un match contro una numero 1 come Iga comporta, ci si è messo anche un forte vento a complicare il tutto: “Il vento cambiava spesso lato, è davvero insidioso giocare in queste situazioni. Però cercavo di non pensarci, anche perché il vento c’era per entrambe. Inoltre sapevo che stavo giocando contro Iga, dunque serviva il mio miglior tennis, anche se questo contro di lei potrebbe comunque non bastare. Dunque cercavo di giocare i punti senza scuse, non pensare agli errori e soprattuto pensare che non potessi controllare le condizioni di gioco. Ho fatto un buon lavoro mentale”. La stessa Swiatek in conferenza ha sottolineato molto l’influenza delle condizioni meteo non ottimali, a riprova che questo aspetto abbia forse influenzato più la polacca che la brasiliana.
A proposito di mentalità, Haddad Maia ha confessato di non usare granché i social media. L’ha detto in risposta a una domanda che parlava delle pressioni che sente addosso (soprattutto in quanto numero 1 del suo paese, il Brasile) e di come riesce a gestirle: “È sempre difficile perché a volte le persone si aspettano troppo da me. E se vedo ad esempio una tennista che ha la mia stessa classifica e la mia stessa carriera, lei è solo una giocatrice in più in America, in Canada, in Francia, ovunque sia. Quindi a volte si aspettano troppo da me. Si aspettano che io sia come Guga [Kuerten]. E non è facile fronteggiare la cosa. Perché nel mio paese c’è il calcio, abbiamo anche noi grandi media. I social sono qualcosa che mi portano spesso fuori dalla vita reale e questo io non lo voglio, finisco per confrontarmi troppo sugli altri. Dunque ho il mio profilo Instagram, ma cerco di gestirne l’utilizzo. Provo a godermi i miei amici, la mia famiglia. Inoltre è bello pensare che in Brasile ci siano tante persone che tifano per me, che vedono in TV una donna e non solo il calcio”.
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Laver Cup: trionfa il Team World con la vittoria in doppio di Tiafoe e Shelton
Il Resto del Mondo bissa il successo del 2022 imponendosi per 13-2. Un solo match vinto dall’Europa, con Ruud nella seconda giornata, e chiusura anticipata dei giochi nel Day 3

Resto del Mondo b. Europa 13-2
Forte del 10-2 maturato al termine della seconda giornata, al Team World bastava una sola vittoria per mettere le mani sul titolo ed è stata portata dal doppio formato da Frances Tiafoe e Ben Shelton che si sono imposti su Andrey Rublev e Hubert Hurkacz per 7-6(4) 7-6(5) in oltre un’ora e mezza di tennis godibile.
Proibitivo il compito dell’Europa alla quale era richiesto un complicato quattro su quattro per ribaltare la situazione nel Day 3, quando ogni match vale tre punti. Oppure, in subordine, di non perdere il doppio iniziale, così da prolungare lo spettacolo. Invece, alla squadra capitanata da Bjorn Borg non è riuscito neanche il compito minimo perché Rublev e Hurkacz si sono arresi in due tie-break a Tiafoe e Shelton nella sfida che ha aperto il programma. Annullati quindi i tre singolari “potenzialmente” previsti, quelli con Ruud, Rublev e Hurkacz opposti rispettivamente a Fritz, Tiafoe e Auger-Aliassime, vanno in campo per un doppio gli alternate Eubanks/Raonic contro Fils/Davidovich Fokina. Un doppio che è un dead rubber – in italiano, incontro individuale inutile ai fini della vittoria dell’incontro fra le due squadre. Ma può davvero diventare “inutile” un match di un’esibizione ancorché ufficiale?
Con il 13-2 finale che “vendica” la débacle (14-1) di due anni fa a Boston, il Resto del Mondo – in questa edizione quattro statunitensi più Auger-Aliassime e Fran Cerundolo – bissa così il successo del 2022 a Londra dopo le quattro vittorie europee: possiamo allora parlare di un’aria di cambiamento negli equilibri mondiali? Per adesso, l’unico top 10 non europeo presente nel ranking è il numero 8 Taylor Fritz e a Vancouver mancavano i primi cinque del mondo.
B. Shelton / F. Tiafoe (Team World) b. H. Hurkacz / A. Rublev (Team Europe) 7-6(4) 7-6(5)
Coppie schierate con il colpo migliore di ognuno al centro, parte Hurkacz in battuta, trascinato ai vantaggi, poi Shelton pareggia senza problemi. Hubi protagonista al quarto gioco con tre bei punti, ma due volte da sinistra Rublev non risponde sulla palla break. È un doppio piuttosto diverso da quelli giocati dagli specialisti del Tour, ogni tanto qualcuno si ritrova fuori posizione, ma la coppia al servizio continua a fare il proprio dovere e il pubblico apprezza qualche scambio divertente, come quello che apre l’undicesimo gioco.
Il tie-break va alla squadra capitanata di John McEnroe, con un notevole ace in slice di Shelton verso il corpo di Andrey che vale il doppio set point a separare due volée da dimenticare – una a testa – dei ragazzi di Borg.
Hurkacz non ci sta e prova a vincerla da solo andando a cercare la palla come se non ci fossero né un domani né soprattutto un Rublev al suo fianco. Il polacco non ottiene quanto sperato e si tranquillizza il giusto.
La qualità del match è ottima, nessuna chance per la risposta ed è di nuovo tie-break. Un gran punto di Hubi manda Rublev a servire sul 5-4, ma la pressione di Tiafoe e un nastro fortunatissimo offrono il Laver Cup point al Team World, trasformato con la volée bassa che a Hurkacz non passa: 13-2 e tutti a casa. Dopo i festeggiamenti, s’intende.
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Rybakina critica la WTA: “Grazie per aver cambiato le regole all’ultimo momento”
Niente bye a Elena Rybakina al WTA di Tokyo nonostante sia la terza testa di serie, “sorpassata” da Sakkari e Garcia in virtù di una regola non nuova ma forse neanche esistente

Non fortunatissima con ranking, tabelloni e seeding, Elena Rybakina, che non ha ricevuto uno dei quattro bye al primo turno del WTA 500 di Tokyo nonostante fosse – e sia – la terza testa di serie al Toray Pan Pacific Open in programma a partire da lunedì 25 settembre. Esclusione che ha commentato piccata su Instagram.
Già lo scorso anno Rybakina aveva detto di non sentirsi la vincitrice di Wimbledon per via dei 2000 punti mancanti in seguito alla decisione della WTA di non assegnarli all’AELTC. Di conseguenza, niente balzo in classifica né Finals, con l’ulteriore beffa che, a differenza del regolamento ATP, quello del Tour femminile non prevede un posto al Master per la vincitrice Slam tra arrivata tra l’ottava e la ventesima posizione. Quest’anno, invece, aveva puntato il dito contro la WTA a Montreal dopo il suo match con Kasatkina, iniziato dopo le 23 e terminato quasi alle 3. “Poco professionale da parte – non direi del torneo perché penso che il ruolo fondamentale sia della WTA in questo caso” aveva detto al riguardo. “La dirigenza è debole al momento, ma speriamo che cambi qualcosa perché quest’anno ci sono state molte situazioni che proprio non capisco”. Elena sarebbe poi stata sconfitta nella semifinale canadese, al secondo match in quel di Cincinnati e al terzo turno (dopo un walkover) allo US Open, ultimo torneo disputato.
Decisamente meno pesante come conseguenze eppure piuttosto ambiguo dal punto di vista regolamentare è appunto l’episodio di questi giorni, sempre a seguito di una decisione dell’Associazione del Tennis delle Donne. Terza testa di serie a Tokyo, dicevamo, Elena giocherà il primo turno contro Linda Noskova invece di partire dal secondo turno, ciò a dispetto dei quattro bye inseriti in tabellone e che, naturalmente, vanno assegnati alle teste di serie secondo l’ordine discendente. “Performance bye” ha commentato su un storia di Instagram sopra al tabellone di Tokyo. “Grazie per aver cambiato le regole all’ultimo momento. Fantastiche decisioni come sempre @WTA”. Con tanto di applauso, clown e tendone del circo…

La spiegazione di quanto accaduto risiede nelle prime due parole della kazaka: a Sakkari e Garcia, dietro di lei in classifica, sono stati assegnati due “perfomance bye” in quanto semifinaliste a Guadalajara e i due restanti sono andati alle prime due del seeding, Swiatek e Pegula. Sakkari, quarta del seeding, sarebbe stata esentata dal primo turno anche senza questo tipo di bye; Garcia invece è quinta. Ma cos’è un performance bye?
È quello, chiariscono le WTA Rules aggiornate al 19 settembre scorso, “assegnato alla giocatrice sulla base della prestazione della settimana precedente, come stabilito dalla WTA in fase di approvazione del calendario e delle dimensioni dei tabelloni”. Quindi non sembrano un’invenzione dell’ultimo momento, anzi, in passato erano previsti anche per le finaliste di Anversa che avrebbero preso parte al Premier 5 di Dubai. Andando però a leggere il Regolamento WTA aggiornato al 19 settembre scorso, nell’articolo relativo ai bye si legge solo di quattro perfomance bye da assegnare alle semifinaliste del 1000 di Wuhan (peraltro, se Pechino è tornato in calendario quest’anno, Wuhan continua la sua assenza). Nessun accenno a Guadalajara/Tokyo.
Nell’inevitabile discussione su Twitter è intervenuta la doppista top 20 Nicole Melichar-Martinez, obiettando che “le regole non sono cambiate all’ultimo momento. L’informazione del performance bye era scritta nella scheda informativa del torneo…”.
Nella scheda di Guadalajara, almeno nel classico articolo della WTA “draws, dates, prize money and what you need to know”, non c’è traccia dei performance bye. Se ne parla invece in quella del Toray Pan Pacific Open, datata 15 settembre: “Le prime teste di serie, da quattro a sei (in attesa dei performance bye in base ai risultati di Guadalajara), riceveranno un bye al primo turno”. Per prima cosa, dunque, che fine ha fatto la parte per cui sarebbero state sei? Inoltre, siamo moderatamente sicuri che esista una differenza tra “le regole” citate da Rybakina e Melichar-Martinez e un’informazione contenuta nella di quell’evento.
Ancora nessuna precisazione da parte della WTA, che tuttavia, poche ore dopo, ha twittato una foto di Elena: “La sua prima qualificazione alle WTA Finals. Elena Rybakina sarà a Cancun!”.
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ITF, David Haggerty rieletto Presidente
Terzo mandato consecutivo per Haggerty che riceve oltre il 70% dei voti

Con un’ampissima maggioranza che supera il 70% (per la precisione ha ottenuto il 72.94% di voti) David Haggerty è stato rieletto Presidente della International Tennis Federation. Per venir eletti erano necessari 219 voti su 436 e lui ne ha ricevuti 418. Questo sarà il terzo mandato da quattro anni per Haggerty a capo della ITF, alla fine dei quali non potrà più ricandidarsi dato che vige la regola di massimo tre mandati.
“Vorrei ringraziare i membri dell’ITF per aver riposto la loro fiducia in me per un ulteriore mandato. La nostra strategia di crescita sostenibile a lungo termine, ITF 2024, ha portato i finanziamenti dell’ITF per lo sviluppo del tennis quasi a raddoppiare in pochi anni dalla sua introduzione – queste le parole del 65enne americano. “Non vedo l’ora di lavorare a fianco del nostro esecutivo e del nostro consiglio di amministrazione per rivedere e aggiornare la nostra strategia per la prossima fase. Ci assicureremo di porre le competizioni dell’ITF su basi solide e continueremo ad alimentare gli investimenti nello sviluppo globale del nostro gioco per realizzare la missione del tennis dell’ITF per le generazioni future”.