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Elena Rybakina: “Non mi sento come la campionessa di Wimbledon”
Rybakina parla di leadership debole e dell’assenza di punti a Londra: “Tanti giocatori stiano pagando per queste decisioni”. Poi scherza sulla scommessa-tatuaggio con il suo coach

La prima a rispondere alle domande dei giornalisti nella giornata di ieri – dedicata alle conferenze stampa – è stata Iga Swiatek la quale, oltre ai vari temi come il ritiro di Serena, si è anche espressa su quella che sta diventando una sua battaglia personale: le palline diverse usate dalle donne in questo slam, a suo dire troppo leggere. Dopo la polacca, è stato il turno di Elena Rybakina, attuale n.25 del mondo con 1850 punti, nonché campionessa in carica del torneo di Wimbledon. È evidente che per lei ci sia qualcosa che non torna, e non aveva troppa voglia di parlare di palline. “Non per offendere chicchessia, ma penso che ci sia molto più in ballo di cui parlare e più cose da migliorare – nel Tour, se parliamo di questo. Palline, sì, dovremmo discuterne, ma non è l’argomento principale”.
La successiva domanda si scrive da sola dopo tale bellicosa dichiarazione: “È stato un mese e mezzo travolgente per te. Come ti ha cambiata nel quotidiano e a casa?”. O qualcuno non era attento o non ha capito lo spirito del gioco. Elena fa finta che le abbiano fatto la domanda giusta. “Come stavo dicendo, stanno succedendo molte cose. Certo, tutto è stato nuovo per me dopo Wimbledon. Mi dicevo che era un grande risultato e sono fiera del mio team. In termini di esperienza, direi non la più fantastica. Penso che il problema sia la struttura del Tour. Onestamente, una leadership un po’ debole perché c’è tanto in ballo. Vincere Wimbledon era il mio sogno. È un peccato. Non mi sento davvero come la campionessa di Wimbledon. C’è voluto tempo per capirlo ma, quando vai da un torneo all’altro, è così che ti senti alla fine”.
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Berrettini non ha giocato molto bene quest’estate: arriverà il riscatto a New York? L’orizzonte è Stefanos Tsitsipas agli ottavi. Musetti, c’è subito Goffin. Nadal ha un tabellone piuttosto comodo: riuscirà a centrare lo Slam numero 23? E per quanto riguarda le donne, Giorgi e Trevisan ci regaleranno un’impresa? Al link sottostante, che indirizza alla sezione “Sottorete” del sito di Intesa Sanpaolo, si può ascoltare l’intero commento di Ubaldo Scanagatta ai tabelloni dello US Open 2022.
Clicca qui per guardare il video-commento completo di Ubaldo Scanagatta ai tabelloni dello US Open 2022 sul sito di Intesa Sanpaolo
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Non sentirsi la campionessa di Wimbledon è roba grossa e stavolta non le possono non chiedere il motivo. “È la questione dei punti. Non credo sia giusto. Certo non possiamo cambiarlo, è stato deciso prima. Sapendo che sarei seconda nella Race ma in questo momento sono fuori (è ventesima), non penso sia giusto. Non parlo solo di me, ma in generale credo che tanti giocatori stiano pagando per queste decisioni. Puoi essere la numero 1 e tutto è fantastico, ma alla fine della corsa stai solo dimenticando da dove vieni e quanto sia stato difficile arrivare dove sei. Così non avevo questa sensazione di essere n.2 o di poterlo davvero guadagnare perché rimane diverso il modo in cui vieni trattata quando sei in top 10 o in top 20. Anche se hai vinto Wimbledon. Non è lo stesso che essere numero 5 o 4. Lo stesso quando giochi in un torneo. In quanto campionessa di Wimbledon, la sensazione deve essere, ‘ok, ora l’attenzione è su di me e sto giocando bene’. Per esempio, in un torneo [Cincinnati] ho giocato contro una grande campionessa, Muguruza, e ci hanno messe sul campo 4. Ecco la vera questione per me”.
A questo punto, resta da domandare, invero quasi retoricamente, se si potrebbe rimediare in qualche modo. “Dicevo che i giocatori pagano per queste decisioni. Non mi sorprende che abbiamo esempi di giovani giocatori che ottengono grandi risultati ma poi decidono di lasciare il tennis: perché accade? Qualcosa deve essere migliorato e di questo dobbiamo parlare”.E anche qui il riferimento a una (ex) numero 1 del tennis femminile, Ashleigh Barty, è evidente.
Ma Elena è anche pronta a tornare sorridente quando le chiedono del tatuaggio con il suo nome che ora ha addosso il suo coach Stefano Vukov. “Ho grande rispetto per lui per averlo fatto perché avevamo scommesso. Anni fa, a Doha, per un torneo, eravamo a cena e c’era anche mia sorella. A un certo punto lui dice, ‘ok, quando vincerai Wimbledon o un altro Slam, mi farò un tatuaggio’. Stavamo scherzando, abbiamo detto, ‘lo farai davvero?’. Lui ha confermato, ce l’ho in video, l’ho messo su Instagram”.
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ATP Miami, Fritz: “È positivo raggiungere questi risultati senza giocare benissimo”
Poi su Rune, il suo prossimo avversario: “Non conosco molto il suo tennis. Imparerò tanto su di lui durante la partita”

Il numero uno a stelle e strisce Taylor Fritz ha parlato dopo la vittoria per 6-4 6-4 ai danni di Denis Shapovalov, che gli ha permesso di approdare agli ottavi di finale, in cui affronterà Holger Rune, numero 8 del mondo, martedì 28 marzo.
D. Ben fatto. Cosa pensi che abbia fatto la differenza contro un avversario pericoloso come Denis oggi?
FRITZ: “Penso di aver difeso bene il mio servizio, ho giocato bene i game in battuta. Non ho regalato punti, ho servito bene, senza concedere palle break. Sono riuscito a capitalizzare l’unico break che ho conquistato in entrambi i set. La differenza è stata lì”.
D. Adesso affronterai Holger Rune. Come consideri questa sfida?
FRITZ: “Penso che sia una sfida molto dura per essere un ottavo di finale, è un sorteggio complicato con me contro Holger. Sono contento di affrontarlo, sarà la nostra prima sfida. Non so ancora come lo affronterò, ovviamente lui è molto forte. Vedremo quando saremo in campo”.
D. Adesso puoi guardare indietro e dare un giudizio sulla tua stagione sul cemento. A che punto credi che sia il tuo livello di gioco?
FRITZ: “Sono abbastanza soddisfatto. Penso che sia molto positivo che io senta di aver giocato bene, ma non benissimo, ed abbia raggiunto questi risultati. Sono stato piuttosto costante, con ottimi risultati. Direi che un problema potrebbe essere l’aver perso in semifinale ad Acapulco e nei quarti ad Indian Wells, sono partite che fanno una grande differenza in termini di punti quando arrivi in fasi così avanzate dei tornei. Se vinci quelle due partite in più… Penso sia stata dura perdere due partite al terzo set in questi due tornei. Se riuscissi a superare questi turni farebbe una grande differenza”.
D. Quando hai un avversario da affrontare, quanto tempo passi ad analizzarlo? Molti giocatori analizzano gli avversari. Altri preferiscono focalizzarsi su uno o due aspetti, principalmente su sé stessi. Tu guardi molti video o tutto ciò ti distrae?
FRITZ: “Dipende molto da quanto conosco il mio avversario. Ho affrontato diverse volte Denis, perciò non ho guardato nessun video o nulla ieri sera, sapevo cosa aspettarmi. Quando non conosco bene il mio avversario guardo parecchi video. Voglio capire con quali colpi si sentono più a proprio agio, cosa gli piace fare nei punti importanti, o cose simili. Nulla di incredibile. Mi interessa capire quali siano i colpi a cui si affidano nei momenti importanti”.
D. Riguardo Denis, pensi che se fosse più paziente potrebbe essere più duro da affrontare o pensi che la sua grande aggressività nella selezione dei colpi rappresenti la più grande difficoltà nell’affrontarlo?
FRITZ: “Credo che, a volte, essere più paziente… Ci sono momenti in cui vanno applicate entrambe, non penso sia sempre solo o uno o l’altro. Per me, ciò che mi preoccupa maggiormente quando lo affronto è la violenza con cui colpisce la palla. Volendo essere sempre aggressivo e cercando di attaccare, è difficile farlo quando lui colpisce ogni palla a 90, 100 miglia all’ora. Mi crea diversi problemi. Penso che possa migliorare se riuscisse a commettere meno errori, però non è così al momento. Credo che lui giochi come si sente più a suo agio”.
D. Tommy Paul ha avuto un grande avvio di stagione. Conoscendolo da molto tempo, hai notato qualcosa in particolare che è cambiato nel suo gioco?
FRITZ: “Penso che molte persone che, come me, lo conoscono da molto tempo, sanno che questo è il suo livello. Sapevamo già che lui ha questo livello nelle sue corde. Penso che lui sia migliorato molto soprattutto nelle partite meno brillanti, in cui magari faceva un paio di errori e concedeva un break. Ora sembra più solido e concentrato, fa sudare l’avversario. Ha migliorato la sua solidità, e direi che anche il servizio è migliorato”.
D. Prima hai menzionato Holger Rune (Qui la sua intervista). Hai visto qualche sua partita che ti ha fatto notare qualche aspetto del suo gioco in particolare?
FRITZ: “No, ci siamo allenati insieme qualche volta. Ma anche in quei casi, non ho analizzato molto il suo gioco. Non guardo molto tennis, a parte quando mi capita di vedere un giocatore che devo affrontare, quando avanzo nei tornei. Non ho visto molto di come gioca Holger, quindi dovrò familiarizzare con il suo tennis. Sono sicuro che imparerò molto quando giocheremo”.
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Rune: ”Voglio vincere il Roland Garros. Io, Alcaraz e Sinner saremo i nuovi Big 3”
Il giovane danese allontana la fama da bad boy: “Non sono arrogante, ho solo passione”. Poi svela gli obiettivi futuri e parla del forte legame con la mamma

Una delle rivelazioni più grandi del 2022, anche se chi segue i tornei giovanili conosceva già il suo nome da diverso tempo, è stato senz’altro Holger Rune. Il 19enne danese, primo della sua nazione ad entrare nella top ten ATP, ha parlato ai microfoni de La Gazzetta dello Sport, intervistato da Federica Cocchi.
Il 2022 è stato infatti un anno di successi per il Rune, con tre titoli vinti, tra cui il Masters 1000 di Parigi Bercy in finale contro Novak Djokovic. E proprio nel torneo parigino, il danese è diventato il primo tennista nell’Era Open a battere cinque top ten nello stesso torneo (Hurkacz, Rublev, Alcaraz, Auger-Aliassime, Djokovic) a soli 19 anni.
Dopo il secondo atto della “commedia” tra il numero 8 del ranking ATP e Stanislas Wawrinka, andato in scena ad Indian Wells, la fama di bad boy è cresciuta a dismisura, ma Rune dice che “a volte sono un po’ troppo sanguigno, ma è soltanto perché ho una passione incredibile”. Sulla sua vivacità si è espresso anche un altro bad boy per eccellenza, Nick Kyrgios, che si è schierato dalla parte del nativo di Gentofte contro le critiche del collega svizzero. Il danese ha apprezzato molto il sostegno dell’australiano, con cui condivide l’esuberanza, che li porta a differenziarsi dalla maggioranza dei tennisti. Il finalista di Wimbledon 2022 ha dichiarato addirittura che gli piacerebbe fare da allenatore a Rune. La risposta lusingata del danese non si è fatta attendere, con il numero 8 del mondo che esprime apprezzamenti verso il collega anche sul piano tennistico: “Se mi fosse data l’occasione di rubare un colpo a qualcuno, ruberei il suo servizio”. Poi afferma di voler migliorare nella gestione delle sue emozioni e concentrarsi sul suo gioco, improntato sullo spettacolo e sulla bellezza delle partite, ma soprattutto sulle vittorie.
A proposito di vittorie, Holger commenta anche il successo del suo coetaneo e avversario da una vita, Carlos Alcaraz: “Se lo è meritato, ma non vivo il tennis come una competizioni tra noi due”. Poi fa un pronostico audace, affermando che i prossimi Big Three saranno lui, lo stesso Alcaraz, e Jannik Sinner. Sull’italiano aggiunge: ”Ha un atteggiamento incredibile. Sembra sia sul tour da una vita ma ha appena 21 anni, e ogni volta che gioca mostra miglioramenti”.
Una figura molto importante per il giovane è rappresentata dalla madre, che riveste il ruolo di suo manager e lo accompagna in giro per il mondo, e con cui Holger afferma di avere un rapporto meraviglioso: “Nessuno mi conosce meglio di lei, a chi dovrei dare retta?”. Rune racconta poi del suo amore per il tennis, arrivato ai livelli di un’ossessione, cosa che ritiene fondamentale per poter vivere al meglio la vita nel circuito. Sui sogni futuri Rune ha le idee chiare, tanto che non c’è più da chiamarli sogni, ma obiettivi. Sul primo Slam che vuole vincere dichiara senza esitare: “Il Roland Garros, e molto presto”. Gli avversari, Rafa su tutti, sono avvisati.
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ATP Miami, Alcaraz: “Paul è molto talentuoso, sarà una battaglia”
“Quando commetto più errori cercando di essere aggressivo, vario il mio gioco” così Carlos Alcaraz dopo il complicato successo contro Lajovic. “Miami o Indian Wells? Non ho preferenze di condizioni”

L’uomo del momento per quanto riguarda il circuito maschile, ruolo che sembra destinato a ricoprire per ancora molti anni, considerati i soli 19 di età. A margine della vittoria “a due facce” contro il numero 76 del ranking ATP, Alcaraz ha parlato dell’incontro che lo aspetta negli ottavi di finale contro Tommy Paul, con cui ha perso l’unico precedente a Montreal nel 2022. Inoltre, il numero uno del mondo ha analizzato il suo gioco e ha parlato del feeling che ha con i campi di Miami ed Indian Wells, aprendo una parentesi per ringraziare con emozione tutti i tifosi e le celebrità che cercano posto negli stadi durante le sue partite, come capitato con la star dei Miami Heat Jimmy Butler in occasione dell’ultima partita giocata.
D. Ottima partita oggi, ben fatto. Guardando a martedì, avrai una sfida importante contro Tommy Paul, che ti ha battuto in Canada lo scorso anno. Vuoi dire qualcosa a riguardo?
ALCARAZ: “Sì, oggi ho giocato un ottimo match, spero di esprimermi allo stesso livello di oggi anche martedì. Mi aspetta una grande sfida, ho perso l’unico precedente con Tommy. So che è un giocatore molto forte e molto talentuoso, quindi dovrò giocare al mio meglio. Vedremo cosa succederà martedì.”
D. Parlando del tuo stile di gioco, come fai ad essere sempre molto aggressivo ma allo stesso tempo rimanere così solido da fondo campo? Pensi che, crescendo, diventerai un giocatore più paziente?
ALCARAZ: “Mi sento a mio agio nel giocare in entrambi i modi. Quando commetto più errori cercando di essere aggressivo, vario il mio gioco e cerco di essere più solido. Mi piace molto come mi muovo in campo, mi considero un giocatore molto veloce. Cerco di trarre vantaggio da questo, essendo giovane e veloce, cercando di essere solido e non sbagliare. Credo di essere un giocatore duro da affrontare perché so mescolare entrambi gli stili di gioco. Anno dopo anno sento di essere sempre più maturo e solido nei momenti importanti.”
D. Oggi sembrava dovesse andare come lo scorso turno, ma poi il secondo set è diventato molto teso. Cosa è successo? Hai perso un po’ di concentrazione nel secondo set, o è stato qualcos’altro?
ALCARAZ: “Ci sono stati alcuni punti, come quando ho servito sul 5-4, in cui ho commesso alcuni errori che hanno cambiato il match. Ho sbagliato in qualche occasione con il rovescio, cosa che non era successa fino a quel momento durante la partita. Sì, probabilmente ho avvertito la pressione dell’essere vicino a chiudere il match. Ma sono rimasto concentrato, anche quando il punteggio era equilibrato. Ho lavorato sul mio gioco e sono rimasto focalizzato sul mio obiettivo, e questa è stata la chiave. Ho sprecato anche una palla break sul 4-2, non ho sfruttato l’occasione. Quando sprechi le chances a questo livello diventa più difficile.”
D. Prima parlavi di Tommy Paul. C’è qualcosa in particolare che credi lo abbia portato ai grandi risultati raggiunti recentemente?
ALCARAZ: “Guardo molte sue partite. Mi piace molto vederlo. Come ho detto prima, è un giocatore molto talentuoso. Fa sembrare tutto semplice, mi piace vedere giocatori di questo tipo. Sta facendo molto bene, si muove bene, è molto veloce e colpisce molto forte, sia di dritto che di rovescio. Sarà un avversario molto ostico. Mi piace molto giocare partite di questo tipo, battaglie dure. Sarà una partita tosta, e sicuramente mi divertirò.“
D. Ci sono sempre più tifosi a vedere le tue partite. Anche le celebrità vogliono vederti giocare. Ci sono molti articoli che ti definiscono come il futuro del tennis. Come ti senti a riguardo?
ALCARAZ: “Mi sento alla grande vedendo che le celebrità vengono alle mie partite. Mi sembra davvero incredibile e mi sento anche un po’ nervoso quando vedo persone come Jimmy, o come altre celebrità, ad esempio, durante lo US Open. Per me è davvero incredibile.”
D. Tu hai già vinto sia a Miami che ad Indian Wells, ma con le condizioni così diverse in termini di velocità di palla, hai una preferenza?
ALCARAZ: “In realtà no, non ho una preferenza. Mi trovo molto bene in entrambe le condizioni. Mi piace giocare ad Indian Wells ed amo giocare qui, quindi non me la sento di scegliere tra le due.”