Elena Rybakina: "Non mi sento come la campionessa di Wimbledon"

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Elena Rybakina: “Non mi sento come la campionessa di Wimbledon”

Rybakina parla di leadership debole e dell’assenza di punti a Londra: “Tanti giocatori stiano pagando per queste decisioni”. Poi scherza sulla scommessa-tatuaggio con il suo coach

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Elena Rybakina – WTA Cincinnati 2022 (foto via Twitter @WTA)
 

La prima a rispondere alle domande dei giornalisti nella giornata di ieri – dedicata alle conferenze stampa – è stata Iga Swiatek la quale, oltre ai vari temi come il ritiro di Serena, si è anche espressa su quella che sta diventando una sua battaglia personale: le palline diverse usate dalle donne in questo slam, a suo dire troppo leggere. Dopo la polacca, è stato il turno di Elena Rybakina, attuale n.25 del mondo con 1850 punti, nonché campionessa in carica del torneo di Wimbledon. È evidente che per lei ci sia qualcosa che non torna, e non aveva troppa voglia di parlare di palline. “Non per offendere chicchessia, ma penso che ci sia molto più in ballo di cui parlare e più cose da migliorare – nel Tour, se parliamo di questo. Palline, sì, dovremmo discuterne, ma non è l’argomento principale”.

La successiva domanda si scrive da sola dopo tale bellicosa dichiarazione: “È stato un mese e mezzo travolgente per te. Come ti ha cambiata nel quotidiano e a casa?”. O qualcuno non era attento o non ha capito lo spirito del gioco. Elena fa finta che le abbiano fatto la domanda giusta. “Come stavo dicendo, stanno succedendo molte cose. Certo, tutto è stato nuovo per me dopo Wimbledon. Mi dicevo che era un grande risultato e sono fiera del mio team. In termini di esperienza, direi non la più fantastica. Penso che il problema sia la struttura del Tour. Onestamente, una leadership un po’ debole perché c’è tanto in ballo. Vincere Wimbledon era il mio sogno. È un peccato. Non mi sento davvero come la campionessa di Wimbledon. C’è voluto tempo per capirlo ma, quando vai da un torneo all’altro, è così che ti senti alla fine”.

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Berrettini non ha giocato molto bene quest’estate: arriverà il riscatto a New York? L’orizzonte è Stefanos Tsitsipas agli ottavi. Musetti, c’è subito Goffin. Nadal ha un tabellone piuttosto comodo: riuscirà a centrare lo Slam numero 23? E per quanto riguarda le donne, Giorgi e Trevisan ci regaleranno un’impresa? Al link sottostante, che indirizza alla sezione “Sottorete” del sito di Intesa Sanpaolo, si può ascoltare l’intero commento di Ubaldo Scanagatta ai tabelloni dello US Open 2022.

Clicca qui per guardare il video-commento completo di Ubaldo Scanagatta ai tabelloni dello US Open 2022 sul sito di Intesa Sanpaolo

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Non sentirsi la campionessa di Wimbledon è roba grossa e stavolta non le possono non chiedere il motivo. “È la questione dei punti. Non credo sia giusto. Certo non possiamo cambiarlo, è stato deciso prima. Sapendo che sarei seconda nella Race ma in questo momento sono fuori (è ventesima), non penso sia giusto. Non parlo solo di me, ma in generale credo che tanti giocatori stiano pagando per queste decisioni. Puoi essere la numero 1 e tutto è fantastico, ma alla fine della corsa stai solo dimenticando da dove vieni e quanto sia stato difficile arrivare dove sei. Così non avevo questa sensazione di essere n.2 o di poterlo davvero guadagnare perché rimane diverso il modo in cui vieni trattata quando sei in top 10 o in top 20. Anche se hai vinto Wimbledon. Non è lo stesso che essere numero 5 o 4. Lo stesso quando giochi in un torneo. In quanto campionessa di Wimbledon, la sensazione deve essere, ‘ok, ora l’attenzione è su di me e sto giocando bene’. Per esempio, in un torneo [Cincinnati] ho giocato contro una grande campionessa, Muguruza, e ci hanno messe sul campo 4. Ecco la vera questione per me”.

A questo punto, resta da domandare, invero quasi retoricamente, se si potrebbe rimediare in qualche modo. “Dicevo che i giocatori pagano per queste decisioni. Non mi sorprende che abbiamo esempi di giovani giocatori che ottengono grandi risultati ma poi decidono di lasciare il tennis: perché accade? Qualcosa deve essere migliorato e di questo dobbiamo parlare”.E anche qui il riferimento a una (ex) numero 1 del tennis femminile, Ashleigh Barty, è evidente.

Ma Elena è anche pronta a tornare sorridente quando le chiedono del tatuaggio con il suo nome che ora ha addosso il suo coach Stefano Vukov. “Ho grande rispetto per lui per averlo fatto perché avevamo scommesso. Anni fa, a Doha, per un torneo, eravamo a cena e c’era anche mia sorella. A un certo punto lui dice, ‘ok, quando vincerai Wimbledon o un altro Slam, mi farò un tatuaggio’. Stavamo scherzando, abbiamo detto, ‘lo farai davvero?’. Lui ha confermato, ce l’ho in video, l’ho messo su Instagram”.

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