Coppa Davis
Quanto vale davvero la World Cup of Tennis (alias Coppa Davis)?
Un’analisi di business del nuovo formato. Al momento siamo allineati a un ATP 500 top, ma il trend è in crescita

Dopo un weekend di intense emozioni a seguito del commovente saluto di Federer che non dimenticheremo facilmente, comincia una nuova settimana abbastanza soft, con soltanto tornei ATP 250. Ne approfittiamo allora per guardare avanti e parlare un po’ di questa nuova Davis Cup, che speriamo possa regalarci nel prossimo futuro belle soddisfazioni.
Riavvolgiamo allora il nastro;
ANNO 2018: Il board ITF votò l’OK alla nuova formula della Davis sulla base di una proposta che parlava di un total financial commitment iperbolico di 3 miliardi di euro in 25 anni, ovvero 125 milioni all’anno (col senno di poi sarebbe interessante leggere il report di Deloitte che all’epoca redasse la due diligence per ITF sulla “soundness” della proposta di Kosmos; purtroppo il documento è riservato). Tuttavia già all’epoca la quota “reale” di prize money destinata ai giocatori era ben diversa, nell’ordine dei 15 milioni di euro totali.
ANNO 2019: la grande discontinuità comincia nel 2019, con la prima edizione che si tiene a Madrid nella Caja Magica. Tutte le fasi finali con le migliori 16 squadre tutte assieme appassionatamente, nei round robin che hanno determinato poi il quadro a eliminazione diretta dai quarti in poi. Due cose sono rimaste di quell’edizione: un nuovo capitolo della leggenda di Nadal che si caricò lettaralmente sulle spalle la Spagna per portarla alla vittoria finale; e il delirio organizzativo con un numero folle di match compressi in una settimana, col risultato di sessioni mattutine dagli spalti vuoti e session serali che si prolungavano fino a notte fonda.
ANNO 2020: niente da segnalare, le finali di Davis non hanno luogo causa Covid, e causa deficit registrato a seguito della prima edizione del nuovo corso, con gli organizzatori che colgono la palla balzo per evitare guai ulteriori
ANNO 2021: primo aggiustamento della formula, con la distribuzione della fase a gironi presso 4 sedi staccate per ampliare la partecipazione di pubblico e snellire le finals ai match più significativi di semifinali e finali. Esperimento parzialmente riuscito in quanto l’idea delle sedi staccate appare azzeccata per avere in una di quelle sedi un home team che traina la partecipazione di pubblico (meglio se però in città affamate di tennis). Il tallone d’achille fu però una programmazione che rendeva di fatto irrealistico per i fan organizzarsi per andare a seguire alle finali la propria squadra e rendere l’atmosfera speciale, visto che fra quarti e semifinali/finali il lag temporale era di circa 10 giorni.
ANNO 2022: qua siamo arrivati al nadir della storia della Davis con l’opzione di Abu Dhabi che sembrava emergere prepotentemente come sede favorita delle Finals, sull’onda di chissà quanti petrodollari; una decisione che è stata schivata per sollevazione popolare, visto che una fetta consistente degli addetti ai lavori, in modo più o meno rumoroso, espresse la propria disapprovazione per l’ipotesi che avrebbe definitivamente ucciso ogni rimando al vecchio formato. L’altra innovazione al formato introdotta infine è stata quella di spostare i quarti nello stesso slot temporale e nella stessa sede della fase finale, grazie ad un’estensione dello slot a calendario dedicato alla manifestazione.
Nell’attesa insomma di vedere gli sviluppi del braccio di ferro Kosmos – Tennis Australia che dovrebbe portare all’unione fra ATP Cup e Davis Cup, con ogni evidenza la soluzione di maggior buon senso sotto tutti i punti di vista, con l’attuale formula Kosmos e ITF sembrano aver trovato un minimo di equilibrio. Ma è davvero così?
Andiamo allora a vedere come si colloca su queste basi la Davis rispetto ad altri tornei ATP e se i fondamentali economici e sportivi siano sballati o meno. L’analisi che faremo verterà su tre dimensioni:
- Appeal sportivo
- Ritorno economico per i giocatori
- Ritorno economico per gli organizzatori
Su queste 3 dimensioni cercheremo per quanto possibile di fare una comparazione con diverse categorie di tornei ATP e a squadra, come la Laver Cup e l’ATP Cup.
APPEAL SPORTIVO: misure fisiche oggettive ovviamente non ce ne sono, ma proviamo comunque a porci la seguente domanda: quanto è attraente la Davis per un tennista? Lasciamo da parte le nostalgie della vecchia formula, per cui la Davis era sì un traguardo ambito da raggiungere, ma non in maniera seriale. Se da un lato un grande campione nei decenni in genere ha sempre cercato di mettere in bacheca una Davis oltre ai trofei del grande Slam, è anche vero che lo sforzo che veniva richiesto per l’insalatiera era tale che ci si considerava liberati dopo aver iscritto anche solo una volta il proprio nome nell’albo d’oro (come ci confermava anche Albert Costa in una chiacchierata al torneo di Barcelona). A un Roland Garros in più in bacheca invece non si dice mai di no…vero Rafa?
Ma scherzi a parte un modo per vedere se l’interesse dei giocatori è reale o meno possiamo considerare che questi hanno sempre la possibilità di “votare con i piedi”, ovvero di non rispondere alle convocazioni; pertanto andare a vedere ad esempio quale sia il ranking dei migliori 8 giocatori che partecipano alle varie competizioni è un modo per avere un’idea di quanto siano più o meno considerate
Il caso dell’ATP CUP poi evidenzia come ulteriori fattori quali la collocazione in calendario e la disponibilità di punti ATP siano un fattore non irrilevante nel considerare le scelte.

*(classifiche al 26/09/22).
Fra parentesi per ogni torneo almeno le prime 8 teste di serie, se rientranti nei primi 20 del ranking ATP all’atto del torneo.
Il caso dell’ATP CUP poi evidenzia come ulteriori fattori quali la collocazione in calendario e la disponibilità di punti ATP siano un fattore non irrilevante nel considerare le scelte. Inoltre, la formula inclusiva che ai nastri partenza un numero di nazioni ben superiore a quello di fasi finali della Davis rende più facile la presenza di tutti i migliori. Questo era un po’ il ragionamento che era stato adottato anche per l’edizione 2019 della Davis, ma che poi è stato scartato causa calendario troppo compresso. Anche in questo senso, il vantaggio di calendario dell’ATP cup è evidente.
RITORNO ECONOMICO PER I GIOCATORI: Qua le comparazioni son un po’ più complicate in quanto gli schemi sono differenti fra un torneo e l’altro e inoltre un valore assoluto come il prize money non è comparabile fra tornei a squadre e tornei individuali, in quanto gli schemi di remunerazione sono differenti e meno sbilanciati verso un singolo individuo vincitore del torneo.

Per i tornei ATP il dato è di facile lettura. Per i tornei a squadre invece la lettura è un po’ più articolata:
- Per la Laver Cup è previsto uno schema semplificato per cui ognuno dei 6 membri di ogni team riceve 250k $ in caso di vittoria, e 125k in caso di sconfitta. A queste somme vengono aggiunte delle participation fees variabili in funzione del ranking. Non sono distribuiti punti ATP.
- Nel caso della Davis Cup nel 2021 il prize money era distribuito fra 16 team composti da 5 membri ognuno, che a partire dai round robin si sono scontrati fino alla fase a eliminazione diretta, dai quarti di finale in poi. Non ci sono differenze di remunerazione in funzione del ranking e di singoli match vinti, conta soltanto il risultato di squadra. Non sono distribuiti punti ATP. Sono inoltre previsti altri 5 milioni da ripartire fra le federazioni
- Lo schema di remunerazione dell’ATP CUP infine è quello più complessa di tutti, basata su participation fees che variano in funzione del ranking, vittorie individuali e vittorie di squadra. Inoltre, oltre ad una discreta sommetta, i giocatori ricevono fino ad un massimo di 750 punti ATP per il singolare e 250 per il doppio. Le participation fees sono un bel richiamo per attirare i top player, che garantiscano ai top ten un cachet di ingresso di oltre 150k, indipendentemente dalle prestazioni di team o individuali. I team partecipanti sono 24, contro i 16 della Davis.
RITORNO ECONOMICO PER GLI ORGANIZZATORI: Il ritorno economico per gli organizzatori ovviamente dipende da variabili che prescindono dal semplice “sbigliettato”. Tuttavia se un torneo “tira” a livello di pubblico sugli spalti, è ragionevole pensare che l’evento abbia un certo appeal e che questa possa essere una proxy anche dell’appeal televisivo.
Andando anche in questo caso ad analizzare per i vari tornei l’affluenza di pubblico registrata e i prezzi dei biglietti messi in vendita per diverse tipologie di settore ci possiamo farci un’idea a livello comparativo.

** Dato stimato per il 2022: la fase a gironi di settembre nelle 4 sedi di Valencia, Bologna, Glasgow e Amburgo ha fatto registrare ottimi risultati di pubblico con oltre 110.000 presenza complessive. A metà settembre 2022 inoltre oltre il 20% dei biglietti per le Finals di Malaga risulta già venduto e pertanto, stante una capienza dell’impianto pari a 11.000 spettatori un target di 160.000 biglietti venduti appare raggiungibile

CONCLUSIONI: che la Davis sia ancora in una fase di assestamento è indubbio. Al momento sulla base della nostra analisi diremmo che sotto vari aspetti la manifestazione è un appeal che come minimo è pari a quello di un 500 top come Vienna o Barcellona. Che questo sia sufficiente a far quadrare gli “economics” (come dicono quelli bravi…i conti della serva per chi non ha vezzi da consulente) è tutto da vedere anche perché il dettaglio della proposta fatta da Kosmos ad ITF non è stato reso pubblico. Sicuramente la strada intrapresa è quella giusta, in quanto la formula delle 4 città per i round robin per avere l’effetto traino di una nazione che gioca in casa funziona. e una collocazione in calendario a fine anno che veda quarti semifinali e finali nella stessa settimana e nella stessa location è utile sia ai fan per organizzarsi che per far crescere il pathos dell’evento. Staremo a vedere come andrà a finire, noi ovviamente saremo in prima fila a tifare azzurri contro il team USA.
BONUS TRACK: Abbiamo scelto di non fare comparazioni con Roma e Madrid in quanto combined event, mentre Bercy ha solo il tabellone ATP. In ogni caso nelle nostre ricerche abbiamo dato un occhiata anche ad altri tornei di nostro interesse come Roma e Madrid e ci siamo accorti che il torneo capitolino non ha ancora pubblicato il programma delle partite per l’edizione 2023, a differenza della Villa spagnola: fate attenzione se state pensando di acquistare in anticipo i biglietti per Roma, visto che potrebbe essere adottato lo schema di Madrid, e magari il sabato, anziché le semifinali maschili potrebbe aver luogo la finale femminile, scelta fatta da Madrid e già resa pubblica.

A Roma invece, per quanto riguarda il torneo femminile (categoria WTA 1000), sono ancora in corso colloqui con la WTA per adeguarlo alla lunghezza e alla dimensione di quello maschile, in maniera analoga ai tornei dello stesso livello. Insomma i biglietti sono già in vendita, ma su come verranno i definiti i contenuti delle singole giornate ancora non v’è certezza. Insomma, occhio!
Coppa Davis
David Haggerty (ITF): “La nuova formula della Coppa Davis funziona”
Nonostante la fine del contratto con Kosmos per la gestione della Coppa Davis, il presidente dell’ITF David Haggerty ribadisce che la nuova formula per la competizione a squadre è la scelta vincente

Presente a Nizza per la presentazione della Hopman Cup che si svolgerà a luglio nella settimana che segue Wimbledon, il presidente dell’International Tennis Federation (ITF) David Haggerty ha ribadito che la tanto criticata nuova formula della Coppa Davis “ha funzionato”.
A gennaio, l’ITF si è trovata costretta a riprendere il controllo dell’organizzazione dell’evento, ponendo fine alla collaborazione con Kosmos, il gruppo di investimento presieduto dal calciatore spagnolo Gerard Piqué, iniziato nel 2018 e che doveva durare ben 25 anni. Sulle ragioni della fine della partnership, ne abbiamo parlato in questo articolo.
Con l’arrivo di Kosmos nel 2018, la formula della competizione a squadre più antica della storia dello sport era stata modificata con il consenso dell’ITF. Le tradizionali partite in casa o in trasferta sono state abbandonate a favore di fasi giocate in un unico luogo. Questo nuovo sistema ha faticato a convincere giocatori e tifosi e continua a far discutere.
La fine della collaborazione aveva fatto sperare le tante voci contrarie su un possibile “ritorno al passato” o, quantomeno a una ridefinizione dell’attuale formula. Haggerty però sembra convinto: “Abbiamo un modello che funziona”, anche se “continuiamo a lavorare per migliorare il format”.
Ricordiamo che, dopo un primo turno eliminatorio che si è giocato all’inizio di questo febbraio, 12 nazioni si sono qualificate (Cile, Corea del Sud, Croazia, Francia, Finlandia, Gran Bretagna, Olanda, Repubblica Ceca, Serbia, Stati Uniti, Svezia, Svizzera) per una fase a gironi che si giocherà dal 12 al 17 settembre in quattro città diverse (delle quali ancora non si conosce il nome, però ci rivediamo a Bologna), a cui parteciperanno anche Italia, Spagna, Australia e Canada, ammesse senza passare dalle qualificazioni. Gran finale con la fase a eliminazione diretta a Malaga dal 21 al 26 novembre.
Coppa Davis
Coppa Davis, sorteggiati i tie dei World Group. Ma cosa succederà nel 2024?
Ecco tutti gli accoppiamenti delle sfide di settembre dei due gruppi mondiali. Le vincitrici del World Group I giocheranno le qualificazioni per le Finals 2024

Mattinata dedicata ai sorteggi quella di giovedì negli uffici dell’ITF a Londra. 48 sono stati i nomi delle nazioni estratti dall’urna per 24 sfide settembrine con il tradizionale formato casa-trasferta con cinque incontri individuali (rubber) al meglio dei meno tradizionali tre set. Il tutto su due giorni, anche se in realtà sono complessivamente tre perché la squadra di casa può scegliere se giocare venerdì e sabato oppure sabato e domenica. Il weekend sarà naturalmente quello del 15-17 settembre, dunque la settimana successiva allo US Open.
Ai tie validi per il World Group I prenderanno parte le 12 nazioni uscite sconfitte dalle qualificazioni disputate lo scorso fine settimana e le 12 vincitrici dei playoff del Gruppo I, con il sorteggio che ha tenuto conto del ranking ITF. Le vincenti di settembre, leggiamo nel comunicato della Federazione Internazionale, saranno ammesse ai Qualifiers del febbraio 2024, validi per guadagnarsi la possibilità di disputare le Finals. Eravamo però rimasti, dopo la rottura fra Kosmos e ITF, che il format non sarebbe cambiato… per quest’anno. Ci stanno dicendo che questa formula verrà confermata?
Perché, tralasciando (si fa per dire) il fallimento della collaborazione con il gruppo di Piqué e i cambi in corsa delle ultime edizioni, la parte del comunicato in cui quelli dell’ITF si dicevano “concentrati sulla crescita futura della più ampia competizione sportiva annuale a squadre” faceva presagire un nuovo cambiamento. Lo scopriremo, abbiamo quasi un’intera stagione davanti prima che sia battuta la prima palla del prossimo tie. Vediamoli, allora, questi abbinamenti, tenendo presente che la nazione con la (c) ha la scelta del campo (l’asterisco significa che tale prerogativa è stata sorteggiata) e i numeri indicano la testa di serie.
World Group I
Bosnia ed Erzegovina (c)* vs Germania (1)
Bulgaria (c)* vs Kazakistan (2)
Belgio (3) (c)* vs Uzbekistan
Argentina (4) (c)* vs Lituania
Ucraina (c)* vs Colombia (5)
Ungheria (6) (c)* vs Turchia
Israele (c) vs Giappone (7)
Austria (8) (c) vs Portogallo
Grecia (c)* vs Slovacchia (9)
Perù (c)* vs Norvegia ((10)
Romania (11) (c)* vs Taiwan
Danimarca (c)* vs Brasile (12)
Dodici sono i tie anche per il World Group II. Nell’urna, le perdenti dei playoff di cui sopra e le vincitrici dei playoff del Gruppo II. Le vincitrici delle sfide elencate qui sotto e le perdenti di quelle sopra giocheranno i playoff 2024 del Gruppo I.
World Group II
Monaco (c)* vs Ecuador (1)
India (2) (c)* vs Marocco
Nuova Zelanda (3) (c) vs Thailandia
Messico (4) (c)* vs Cina
Pakistan (5) (c)* vs Indonesia
Uruguay (6) (c)* vs Egitto
Libano (7) (c)* vs Giamaica
Slovenia (8) (c)* vs Lussemburgo
Georgia (c)* vs Tunisia (9)
El Salvador (10) (c)* vs Irlanda
Hong Kong (11) (c)* vs Lettonia
Polonia (12) (c)* vs Barbados
L’ultima informazione è che Pakistan e Uruguay sono pari nel ranking, per cui le rispettive teste di serie son state assegnate tirando una moneta – o con il sistema che sono soliti usare negli uffici dell’ITF.
Coppa Davis
Giudicelli, vicepresidente ITF: “Mahut è un ignorante, ormai può andare in pensione”
L’ex Presidente della Federtennis francese replica duramente a Nicolas Mahut, che di recente aveva criticato il format che la Coppa Davis ha assunto dal 2019

L’ultimo weekend di tennis andato in archivio ha regalato agli appassionati tante belle storie, a cominciare dall’inaspettato trionfo a Lione di Alycia Parks, che non nasconde le sue ambizioni e aspira alla top10 entro fine anno. Nell’altro torneo in programma a livello WTA Zhu Lin ha vinto in Thailandia il primo titolo in carriera, lei che è reduce dalla sorprendente campagna australiana. Anche la 29enne cinese sta contribuendo e non poco alla lenta ma costante rinascita del tennis cinese, con tante ragazze pronte a lasciare il segno.
Il circuito ATP si è invece fermato per una settimana, lasciando spazio alle qualificazioni di Coppa Davis (qui le 16 squadre qualificate per la fase a gironi di metà settembre), che hanno visto tanti pronostici rispettati ma anche qualcuno ribaltato. Un esempio sono le inattese vittorie di Finlandia, che per la prima volta nella sua storia parteciperà alle Finals, così come quella della Svizzera, capace di ribaltare la Germania di uno spento Zverev.
Tra le 16 qualificate a settembre ci sarà anche l’eclettica Francia, che ha faticato molto più del previsto contro l’Ungheria, prevalendo 3-2 al match decisivo. Contando che Fucsovics, numero uno ungherese, ha perso (da favorito) entrambi i suoi match di singolare, lo smacco per i transalpini era davvero dietro l’angolo. Una delle due partite perse è stato il doppio, dove i francesi sulla carta partivano decisamente più avanti rispetto a Marozsan/Valkusz, capaci però di imporsi in due set su Rinderknech/Mahut.
Proprio quest’ultimo è stato preso di mira da Bernard Giudicelli, attuale vicepresidente della ITF ed ex presidente della Federtennis francese, che lo ha invitato ad andare in pensione. Tra i due non è mai corso buon sangue, come dimostra un’intervista, questa volta da parte del tennista transalpino, in cui non vedeva di buon occhio l’elezione di Giudicelli alla presidenza della Federazione del suo paese.
Il motivo del nuovo battibecco tra i due risiede questa volta proprio nella Coppa Davis. Mahut non ha mai nascosto le sue perplessità riguardo al nuovo format (quello in vigore dal 2019), mentre la FFT – nella figura di Giudicelli – si è sempre detta favorevole al cambiamento. “Abbiamo buttato via quattro anni. Bernard sa che cosa penso delle sue decisioni da vicepresidente dell’ITF e presidente della FFT: ha grandi responsabilità per questo fiasco, ma vedo che non si mette in discussione“ – aveva dichiarato a L’Équipe il 41enne di Angers.
La risposta di Giudicelli non è tardata ad arrivare e, intercettato da Tennis Actu, l’ex presidente della FFT non le ha mandare a dire: “Nicolas Mahut è un ignorante. Non sarà un giocatore di 41 anni a spiegare oggi ad un giocatore di 20 o 22 anni come dovranno funzionare le cose. Ormai va bene per la pensione“.
L’intervento di Guidicelli si poi concentrato anche sul weekend di Davis appena trascorso, visto in modo più che positivo: “Ero in Finlandia e lì c’era un’atmosfera eccezionale. Nonostante sia un piccolo paese, con poco più di cinque milioni di abitanti, c’erano circa 5000 persone al giorno a seguire l’evento, cioè quasi 10.000 spettatori nei due giorni di competizione. È stato un evento vero e proprio, organizzato alla perfezione dalla Federazione finlandese”.
La Finlandia sarà tra le 16 nazioni che, a settembre, si giocheranno l’accesso alle Davis Cup Finals di Malaga, anche se ancora non sono note le città che a settembre ospiteranno le fasi a gironi. Oltre a Bologna, infatti, al momento sono da stabilire le altre tre sedi, come confermato dal vicepresidente dell’ITF: “Non sappiamo ancora quali città ospiteranno i gironi a settembre“.
Dalla nuova formula, secondo Giudicelli, non si può più scappare, con buona pace di chi la pensa diversamente: “Ormai non si può più tornare indietro. Mahut ha detto che abbiamo perso quattro anni? Lui è uno che parla senza sapere. Non abbiamo perso proprio niente, anzi, abbiamo salvato la Coppa Davis. Il format antico, quello in vigore fino al 2018, non funzionava più perché, semplicemente, non attirava più i migliori giocatori”.
Ancora Giudicelli: “Gli sponsor principali avevano detto che non avrebbero rinnovato i contratti. Non abbiamo sprecato quattro anni, abbiamo trovato un nuovo sistema che garantisce un pubblico eccezionale anche per le qualificazioni: basta guardare a quello che è successo in Grecia. Grecia e Ecuador non sono nazioni con una grande storia tennistica, eppure hanno generato grande entusiasmo perché c’erano giocatori forti. Mahut è un ignorante, può andare in pensione e magari diventare un giornalista. Avrebbe così l’opportunità di fare diverse critiche, cosa che tra l’altro gli riesce piuttosto bene”.