[1] N. Djokovic b. [LL] V. Pospisil 7-6 (5) 6-3
Novak Djokovic regalerà ai fan israeliani almeno un altro match. Il serbo ha infatti superato in due set più combattuti del previsto l’amico Vasek Pospisil, con cui ha fondato la PTPA due anni fa. Il canadese, che quest’anno ha presenziato molto più nel circuito Challenger che in quello ATP, ha giocato alla grande, mettendo in mostra quelle qualità che nel 2014 lo avevano portato al numero 25 del mondo e nel 2015 ai quarti di finale di Wimbledon. La prestazione di Djokovic, invece, non è stata affatto indimenticabile. Nole è comunque venuto a capo del match aggrappandosi alle sue capacità difensive e sfruttando la stanchezza dell’avversario che, dopo aver più volte rimesso in piedi la partita, alla fine non ha potuto contare su una percentuale di prime all’altezza della situazione. Domani l’ex numero uno del mondo giocherà la quinta semifinale del suo 2022 contro il russo Safiullin che ha eliminato in due set Rinderknech.
IL TABELLONE DELL’ATP 250 DI TEL AVIV
IL MATCH – C’è di nuovo Djokovic sul centrale del Tel Aviv Watergen Open e con lui si rivedono i volti quasi estasiati della gente israeliana che mai avrebbe pensato di poter ammirare dal vivo il campione serbo. Gli spettatori nelle prime file, più che guardare la partita, non staccano gli occhi (o la fotocamera dello smartphone) da Nole. È giusto che sia così, soprattutto nei primi game non particolarmente emozionanti: l’avvio dell’ex numero uno del mondo, infatti, non è a tamburo battente, a differenza di quanto successo nel match di esordio. Ci mette del suo anche l’avversario-amico Pospisil (numero 149 nel ranking ATP) che su questo tipo di superficie è un test assai più probante dell’Andujar di ieri.
Il canadese parte bene al servizio, con tante prime in campo e vincenti. Vasek mette in mostra anche le sue doti da doppista, aggiudicandosi qualche bel punto a rete. Nel frattempo, Nole appare poco reattivo: bastano però un paio di guizzi difensivi per accendere il pubblico, oltre che per non dover sudare più di tanto per tenere i suoi turni di battuta. Sul 3-3 Pospisil smarrisce la prima di servizio e Nole sente l’odore del sangue ma le gambe girano ancora troppo a rilento.
Pochi minuti dopo, sul 4-4, Djokovic riesce finalmente a sporcare il 100% di realizzazione dei punti iniziati con la prima palla di Pospisil che però non si scompone e serve alla grande. Si scambia sempre di meno e, come superando il casello autostradale con il telepass, si arriva dritti al tie-break. Qui, però, il canadese inciampa subito: un doppio fallo è il presupposto della fuga del serbo che sale sul 5-1. Ma non è ancora finita: Vasek pesca la miglior risposta della sua partita e da questa trae linfa per rimontare fino al 5-5. Ora il pubblico può godersi non solo la presenza di Nole ma anche una bella partita. Djokovic, allora, torna concentrato e affidandosi prima al back e poi alla risposta riesce a evitare la beffa. Il primo parziale è suo dopo un’ora esatta di gioco.
IL TABELLONE DELL’ATP 250 DI TEL AVIV
A questo punto, al rientro in campo per il secondo set, si potrebbe pensare che le speranze e le energie di Pospisil non siano più tali da garantire un match combattuto. Invece, il canadese regge persino meglio gli scambi da fondo, facendo la differenza con il dritto. Si procura così la prima palla break della partita ma Nole non si distrae e la cancella con una buona prima. Il momento “spezza-gambe” per Vasek sembrerebbe però arrivare in maniera ancora più prepotente nel game successivo: sul 30-30 il numero 149 del mondo fa tutto benissimo, ma Djokovic difende l’indifendibile e alla fine Pospisil sbaglia a rete. Il canadese non può non accusare il colpo e si fa brekkare.
Vasek, però, non ha intenzione di darsi per vinto e alla prima occasione utile trova un impronosticabile controbreak contando su un dritto che gira meravigliosamente come ai tempi migliori (2014-15). Nole non la prende bene e, dopo aver già mostrato nel primo set segnali di insofferenza per la tensione delle corde delle sue racchette, durante il cambio campo se la prende esplicitamente (e in italiano) con gli incordatori. Pospisil continua a giocare bene, sfruttando anche il fatto che il serbo riesca raramente a trovargli il rovescio, ma la sua stanchezza si fa sempre più evidente. Così, senza che il 21 volte campione Slam ritrovi il suo miglior tennis, arriva il break (dopo due palle game per Pospisil) che porta Djokovic a servire per chiudere il match. Il canadese insegue qualsiasi palla fino all’ultimo ma sulla combo nastro-riga dell’ultimo punto non può nulla: è 7-6 6-3 dopo quasi due ore di grande lotta.