La vita in carcere di Boris Becker: mangia sano, si allena e insegna yoga

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La vita in carcere di Boris Becker: mangia sano, si allena e insegna yoga

Dopo il trasferimento da Wandsworth a Huntercombe, Becker sta molto meglio. Potrebbe essere rilasciato presto per buona condotta

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Sono passati all’incirca sei mesi da quando l’ex numero 1 del mondo Boris Becker è stato condannato a 2 anni e mezzo di reclusione per bancarotta fraudolenta dal tribunale di Southwark. Almeno 15 i mesi da scontare in prigione per il campione tedesco, vincitore di sei titoli Slam di cui tre a Wimbledon. In seguito alla sua incarcerazione, sono state pubblicate alcune informazioni sulla prigione dove iniziò a scontare la pena. Si trovava a Wandsworth, non lontano dall’All England Club dove ha costruito le sue fortune. Questa prigione del sud-est di Londra è stata descritta come “sovraffollata, fatiscente e infestata dai topi”. “Bum bum” avrebbe vissuto in queste condizioni solo per poche settimane.

Al momento infatti si trova al carcere di Huntercombe, vicino alla cittadina di Henley-on-Thames, nell’Oxfordshire. Il suo trasferimento dalla precedente prigione è avvenuto a metà maggio. Si tratta di una struttura detentiva di categoria C, dunque un livello inferiore rispetto alla categoria B, nella quale rientra la prigione di Wandsworth. Nella categoria C i detenuti “non hanno le risorse o non hanno la volontà di tentare la fuga” (mentre la categoria B si avvicina al carcere di massima sicurezza).

Inoltre, se a Wandsworth oltre tre quarti dei quasi 1400 detenuti occupano in due una cella occupata per uno, a Huntercombe la situazione è accettabile. Ospita tra i 400 e i 500 prigionieri, tutti di nazionalità straniera. Fu costruita dopo la Seconda Guerra Mondiale per detenere soldati tedeschi catturati. Poi dal 2000 al 2010 la struttura fu adibita a carcere giovanile e negli ultimi dodici anni ha trattenuto sempre prigionieri esteri. Dall’ultima ispezione del 2017 è emerso che dei 197 detenuti rilasciati, 185 sono stati deportati dal Regno Unito. È questo il destino che dovrebbe toccare anche a Boris Becker, come anticipato nei mesi scorsi (se la condotta criminale è proseguita post-Brexit). Potrà comunque fare ricorso, ma il processo potrebbe essere troppo oneroso per lui.

Come sta però Becker? Le risposte a questa domanda le ha date il suo avvocato Oliver Moser, che ha parlato con il quotidiano tedesco Bild. Secondo Moser, Becker sta bene date le circostanze e si è integrato in modo in modo costruttivo nella vita di tutti i giorni in prigione. Può telefonare quando vuole e comunicare all’esterno della prigione”. Il relativo benessere raccontato da Bild e ripreso da quotidiani e tabloid inglesi deriva anche da uno stile di vita sano. A Huntercombe si mangia meglio rispetto a Wandsworth. Il cibo infatti fu tra le lamentele principali di Becker, che spendeva le sole 10 sterline settimanali per il cibo comprando cioccolato, banane e biscotti.

L’ex campione tedesco ha per forza abbandonato anche l’assunzione di alcolici, vietata in prigione, e ha iniziato ad allenarsi con una certa costanza. Nella seconda struttura detentiva c’è una palestra, dove si allena insieme ad altri detenuti: ha perso così ben 8 chili. Secondo la fonte, Becker è tenuto in considerazione nel carcere per via del suo status (o precedente status…). Ha iniziato a tenere lezioni a 45 detenuti: yoga, ma anche meditazione e gestione delle difficoltà, usando la sua esperienza da sportivo, ma anche considerando tutti i grossissimi problemi matrimoniali e finanziari affrontati una volta chiusa la carriera. “Come atleta, conosce i lati della vittoria e della sconfitta” ha aggiunto la fonte. “Condivide le sue esperienze di vita con i carcerati”.

Viene riportato dai giornali inglesi che la fidanzata Lilian de Carvalho Monteiro va regolarmente a trovarlo, e a maggio l’ha fatto insieme ai figli più grandi dell’ex tennista. Il Mirror inoltre ha riportato anche le parole della mamma di Boris, che però ha ricevuto soltanto una telefonata fino al momento in cui è stata contattata dal giornale, a settembre: “Non posso più andare a trovarlo” ha detto Elvira Becker, 87 anni. “Mi sono rotta il femore e ho bisogno delle stampelle o qualcuno che mi aiuti a camminare. Boris mi ha telefonato una volta da quando è in prigione, è stato nel giorno della festa della mamma (14 maggio). Mi ha detto che andava tutto bene e che non devo preoccuparmi”.

Continuando di questo passo, Becker potrebbe uscire presto dal carcere per buona condotta ed essere rilasciato con la condizionale. Resterà poi da definire il suo futuro – molto probabilmente lontano dal Regno Unito – tutto da reinventare.

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