Boris Becker nel carcere "fatiscente, sovraffollato e infestato dai topi"

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Boris Becker nel carcere “fatiscente, sovraffollato e infestato dai topi”

La prigione che ospita l’ex campione tedesco è una delle peggiori del Regno. Secondo Andy Murray, “ha infranto la legge, nessun trattamento speciale”

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La notizia della condanna di Boris Becker ha fatto il giro del mondo e ora torna con l’aggiornamento sul luogo di detenzione dove è stato al momento condotto. Descritta come “fatiscente, sovraffollata e infestata dai topi”, la prigione di Wandsworth si trova a una decina di minuti di macchina da quei campi di Wimbledon dove l’ex campione tedesco ha trionfato tre volte, la prima nel 1985 da diciassettenne. Dall’età delle vittorie all’età vittoriana, trattandosi di edificio (il carcere) costruito 170 anni fa. La struttura detentiva appartiene alla categoria B, in una classificazione dove A significa “di massima sicurezza” e D minima.

Ai sensi della Legge Fallimentare britannica, Becker è stato condannato a una pena di due anni e mezzo per il primo dei quattro capi d’accusa di cui è stato riconosciuto colpevole (in sintesi, “il fallito è colpevole di un reato se distrae qualsiasi bene che avrebbe dovuto consegnare al curatore”). Per gli altri tre capi d’accusa, il giudice Deborah Taylor era partita da una base di diciotto mesi per ognuno, decretando poi in relazione a essi sentenze concorrenti, con l’effetto di cucirgli addosso una sentenza appunto di 2 anni e 6 mesi. L’effetto è che Boris sconterà in carcere metà della pena per poi essere rilasciato in libertà vigilata soggetto alle cosiddette “license conditions”, prescrizioni normalmente individuate nella buona condotta, rimanere in contatto con l’ufficiale addetto alla sorveglianza, risiedere permanentemente a un indirizzo e nel divieto di lasciare il Regno Unito senza apposito permesso. Ma torniamo alla prigione di Wandsworth.

Sul sito governativo dell’Ispettorato della Giustizia, apprendiamo da un report dello scorso settembre che il 91% dei detenuti disponeva di meno di due ore al giorno fuori dalla propria cella, a volte solo 5 minuti. Alcuni prigionieri hanno dichiarato di non poter uscire all’aria aperta per giorni se non per settimane. Inadeguati sono anche risultati l’accesso all’esercizio fisico e all’istruzione, o a un’attività lavorativa rilevante. Inoltre, a dispetto della diminuzione della popolazione del carcere a 1.364 unità, si legge nel rapporto, Wandsworth è rimasta una delle più sovraffollate prigioni di Inghilterra e Galles, con quasi tre quarti dei prigionieri che in due occupano una cella progettata per uno.

In aumento la violenza contro altri detenuti e lo staff, con le guardie che spesso non attivano le telecamere indossate sull’uniforme così da evitare ripercussioni; 1.398 incidenti negli ultimi mesi che riguardano l’uso della forza, un numero sorprendentemente alto considerato il pochissimo tempo trascorso fuori dalle celle. Ratti, topi e piccioni che infestano, celle e pianerottoli in cattivo stato, alcune docce orrende. Rispetto alla precedente ispezione ci sono stati anche notevoli miglioramenti: visite e videochiamate hanno luogo in una struttura eccellente con i muri decorati dagli stessi detenuti. E anche l’accoglienza è buona, con celle per la prima notte pulite; se non sempre c’è la possibilità per i nuovi arrivati di farsi una doccia il giorno stesso, la loro sicurezza è garantita. Il cibo non è male secondo buona parte degli intervistati, ma la cena, servita in cella, è trasportata in contenitori termici sudici.

In sintesi, sovraffollamento, violenza, sporcizia, topi: quello che ci si aspetta da una prigione e tuttavia come non dovrebbe assolutamente essere, che ci mettano dentro un famoso ex tennista o meno. Un po’ come l’hotel australiano dove in gennaio Novak Djokovic ha atteso la chiusura del suo iter giudiziario – non era un paradiso fino al giorno prima nè è diventato all’improvviso un posto indegno, ma di certo è tornato nell’oblio generale una volta che la star di turno ha fatto i bagagli. Lasciamo però i commenti a un altro dei Fab 4, Andy Murray che, riporta la stampa britannica, non prova molta compassione per il cinquantaquattrenne di Leimen: Ha infranto la legge e, se lo fai, non penso che dovresti ricevere un trattamento speciale per via di chi sei o per quello che hai realizzato. Mi dispiace che sia in quella situazione, ma mi dispiace anche per le persone che ha colpito con le sue decisioni e per quello che è successo loro”. E aggiunge, “spero che stia bene e che impari dai suoi errori, ma non provo particolari sentimenti al riguardo”.

La domanda, tuttavia, è cosa ci faccia in un carcere di categoria B una persona riconosciuta colpevole di quattro capi d’accusa relativi all’Insolvency Act, un luogo che per alcuni mesi ha ospitato nientemeno che… Oscar Wilde (sì, essere lui era reato all’epoca). A fornirci la risposta è il tabloid britannico Daily Mail che, citando alcune fonti all’interno di “Wanno”, scrive che Becker vi trascorrerà probabilmente una quindicina di giorni prima di essere trasferito in una struttura di categoria C, vale a dire per detenuti meno pericolosi. Intanto, Becker sosterrà un colloquio per valutare il rischio di suicidio (ce ne sono stati nove dalla precedente ispezione del 2018) e trascorrerà le prime tre notti nell’Ala E come ogni nuovo arrivo.

Era stato un ex detenuto, Chris Atkins, a rivelare la brutale realtà di Wandsworth in un libro, riprodotto a puntate dal Mail on Sunday. Condannato a cinque anni per frode fiscale, Atkins scrive occasionalmente per il Guardian ed è apprezzato autore di documentari. Secondo la sua esperienza, “Becker sarà terrorizzato”. Ma aggiunge che, “pur essendo un luogo violento, non è così pericoloso se voli basso e non vieni coinvolto in droga o debiti”. Addirittura, dice che “lo sport è molto importante sia per i detenuti sia per le guardie. Tutti lo vedranno un po’ come un eroe e probabilmente sarà inondato da richieste di autografi”.

Lo scenario migliore prevede quindi tenere a bada i fan per un paio di settimane, essere trasferito in una prigione meno dura e, stando ad altri tabloid britannici, tra cui il Mirror, diventare preparatore atletico dei detenuti, oltre che una riduzione della pena detentiva a dieci mesi, trascorrendo il resto con un braccialetto elettronico. Chi vuole bene a “Bum Bum” non potrà che augurargli un’evoluzione del suo prossimo futuro simile a quella del presente articolo, passato dall’iniziale studio di leggi, sentenze e report alla conclusione sfogliando i tabloid.

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