Caso Boris Becker: ora l'ex campione rischia anche l'espulsione dal Regno Unito

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Caso Boris Becker: ora l’ex campione rischia anche l’espulsione dal Regno Unito

Si valuta se i reati commessi dal tedesco siano continuati anche dopo la Brexit: in questo caso l’espulsione dal Paese sarebbe automatica

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Boris Becker - Queen's 2016 (Alberto Pezzali © All Rights Reserved)
 

Nonostante da ormai una settimana Boris Becker si trovi nel carcere di Wandsworth, nel sud-ovest di Londra, la sua situazione non fa che peggiorare. Infatti gli ultimi aggiornamenti parlano di una possibile espulsione dal Regno Unito per l’ex tennista tedesco, secondo una dichiarazione di un portavoce dell’Home Office: “Qualsiasi cittadino straniero condannato per un crimine e condannato a pena detentiva è preso in considerazione per l’espulsione alla prima occasione utile“. Non è stato fatto il nome di Becker, né altri esempi, ma è chiaro che questa situazione riguardi direttamente Boris. La sentenza finale è stata emessa il 29 aprile al tribunale di Southwark e ha condannato il sei volte campione Slam a due anni e mezzo di detenzione, almeno la metà da spendere in carcere. L’accusa è quella di bancarotta fraudolenta in seguito a violazioni dell’Insolvency Act, come raccontato a più riprese la scorsa settimana.

Ora è arrivata un’ulteriore bega da gestire. Il sistema giudiziario inglese dovrà verificare se le attività illecite di Becker si sono verificate solamente prima o anche dopo la Brexit, il 31 dicembre 2020: nel primo caso verrebbe giudicato in base alla normativa ante Brexit (UK Borders Act del 2007). Nel secondo caso il riferimento sarebbe la versione aggiornata (post Brexit) dell’UK Borders Act. Infatti dal 2021 le leggi sull’immigrazione nel Paese sono state pesantemente inasprite, soprattutto verso i cittadini dell’Unione Europea. Non si hanno notizie, inoltre, di un’acquisizione da parte di Becker della cittadinanza britannica, unico elemento che potrebbe cambiare le carte in tavola. Una fonte riportata dal Mirror dichiara che Becker aveva più volte detto di volere prendere la cittadinanza, ma non l’ha mai fatto.

Per capire meglio il significato di tale scenario, il The Guardian ha intervistato l’avvocato esperto di immigrazione Colin Yeo, autore anche di un libro sul tema. Se la condotta criminale ha avuto luogo anche dopo il 31 dicembre 2020 – spiega Yeo, – allora Becker è soggetto all’espulsione automatica perché ha ricevuto una condanna superiore ai 12 mesi. Potrebbe tentare di opporsi all’espulsione appellandosi ai diritti umani, ma abbiamo visto giovani uomini di colore che hanno vissuto nel Regno Unito molto più a lungo di Becker, a volte fin dalla prima infanzia, espulsi per condanne inferiori alla sua”. Invece se le violazioni non sono avvenute in seguito alla Brexit “beneficerebbe della protezione dell’accordo UE-Regno Unito. Sarebbe però ancora considerato per l’espulsione e il Ministero dell’Interno potrebbe tentare di espellerlo, ma avrebbe un caso legale più forte per rimanere”. Si stima che un processo del genere potrebbe costargli fino a 30.000 sterline, un elemento da non sottovalutare vista la condizione economica in cui versa.

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