M. McDonald b. [1] R. Nadal 6-4 6-4 7-5
È un secondo turno sulla carta ancora complicato per Rafael Nadal, uscito indenne da un primo turno con luci e ombre contro il mirabile Jack Draper. Il suo avversario odierno, quel MacKenzie McDonald impietosamente battuto nell’unico precedente al Roland Garros autunnale 2020, è invece giunto al secondo round al termine di una maratona di oltre quattro ore nel derby statunitense con Nakashima, vinta 6-4 al quinto dopo oltre quattro ore. Agli ottavi nel 2021, ma altrimenti mai oltre il secondo turno, il numero 65 del mondo ha da subito colto i frutti di un proposito la cui realizzazione non è mai stata troppo scontata per molti suoi colleghi: non uscire già battuto dagli spogliatoi dopo aver incrociato lo sguardo della leggenda.
Al contrario, il buon Mackenzie gioca un match ai limiti della perfezione nei primi due set, non sbagliando quasi mai e conquistando molti punti prolungati. Che per Nadal non sia una giornata ideale lo si intuisce dai due break subiti all’alba del primo e del secondo set, ma la stangata per lo spagnolo arriva nell’ottavo gioco del secondo parziale, quando in uno scatto verso sinistra si procura un infortunio all’anca che lo limita notevolmente nei movimenti. Il numero 1 del tabellone resta in campo fino alla fine (perché come ha confessato in conferenza stampa, il ritiro non sarebbe stato un degno epilogo per il campione in carica) e disputa anche un buon terzo set, ma non può fare davvero nulla per vincere. McDonald ottiene la vittoria più importante della carriera, imponendosi 6-4 6-4 7-5 e infliggendo a Rafa la quarta sconfitta consecutiva per mano di uno statunitense, dopo quelle subite contro Tiafoe, Paul e Fritz. Il record di oltre 900 settimane di fila in top10 è a rischio.
IL MATCH – Partito comprensibilmente alla ricerca del punto con l’uno-due, il 27enne californiano ha presto dimostrato di poter reggere – e vincere -anche gli scambi oltre i dieci colpi, naturale terreno di caccia del maiorchino. All’inizio del secondo set, in vantaggio di un break dopo aver vinto il primo, la statistica restituita dalle grafiche preposte era quantomeno sorprendente: cinque scambi sopra i nove colpi vinti da Nadal, nove da McDonald. Ad inizio partita, il campione uscente ha subito consegnato all’allievo di Robby Ginepri il break del gioco inaugurale con due dritti larghi e un brutto back di rovescio lungo. McDonald conferma lo strappo con tre ace consecutivi e si mostra propenso ad aggredire la seconda del maiorchino, anche assumendosi il rischio di rispondere due metri dentro al campo.
Addirittura, spesso cerca scientemente il dritto di Rafa, centrando un nuovo break per il 4-1 pesante grazie ad un allucinante passante di dritto dalla gradinata. Creatosi un buon margine, McDonald sa di non poter abbassare la guardia, ma la nozione ben definita nella sua testa non gli ha impedito di rischiare la rimonta di Nadal. Sotto per 40-15 nel sesto gioco, sul baratro di un definitivo 5-1, il mancino di Manacor ha approfittato di tre errori gratuiti con il dritto del californiano e ridotto lo svantaggio con a un passante da testi classici. La risalita è durata sino ad un nuovo break point per lo spagnolo, che sotto 4-5 ha avuto una chance per il 5-5, svanita però per via di una successiva stecca di rovescio in risposta. Questo errore l’ha di fatto condannato a cedere il primo set al suo avversario: 6-4.
La situazione è anche peggiorata all’inizio del secondo parziale, quando uno smash terribile e una gran difesa del mobilissimo rivale hanno costretto Nadal a salvare dover fronteggiare subito tre palle break consecutive all’alba della frazione. A McDonald è stato sufficiente osservare il rovescio del numero 2 del mondo spegnersi in rete per gustare un punteggio con ogni probabilità insperato alla vigilia. Il maiorchino rischia ancora nel terzo game, costretto a salvare una nuova occasione di break grazie a un servizio vincente, ma i problemi non sono certo finiti.
Dopo aver scongiurato la possibilità di un doppio break di svantaggio, Nadal torna prepotentemente in carreggiata giocando un ottimo game in risposta, facendo sentire la sua presenza in campo e iniziando a far viaggiare di più i colpi, in particolare il dritto. McDonald continua a giocare su ottimi livelli, ma il maiorchino – dopo un’ora e un quarto – passa in vantaggio per la prima volta nel match: 3-2. Lo spagnolo sembra poter prendere in mano le redini dell’incontro, salendo 0-30 nel sesto gioco, ma viene rimontato e, incredibilmente, cede ancora il servizio nel settimo gioco, commettendo due errori di fila a rete sulla parità.
McDonald sale 4-3 e servizio, conferma il break e si porta ad un passo dal conquistare anche il secondo set, ma nel cuore dell’ottavo game Nadal si fa male. La testa di serie numero uno avverte un problema fisico, probabilmente all’inguine della gamba sinistra, e inizia a fare molta fatica nei movimenti. Rafa prova comunque a restare in campo, ma la fine del secondo set è ormai scritta: lo statunitense lo conquista ancora – più che meritatamente – con il punteggio di 6-4. Le difficoltà motorie, tuttavia, sono evidenti: oltre a non riuscire a correre in maniera fluida, lo spagnolo fa anche molta fatica a spingere con le gambe, trovandosi spesso costretto a colpire solo di braccio e facendo di tutto per accorciare gli scambi.
Il box del 22 volte campione Slam riflette al meglio l’atmosfera funesta che si respira in campo. La moglie Xisca non trattiene le lacrime, mentre le facce di papà Sebastian, Carlos Moya e Marc López sembrano le stesse viste lo scorso luglio nei quarti di Wimbledon contro Taylor Fritz. Rafa chiede al suo angolo se sia meglio ritirarsi o meno, ma non può che essere lui a dover prendere la decisione finale e, come sempre fatto in carriera, decide di provarci. McDonald va un po’ in difficoltà e sembra più contratto, dimostrando ancora una volta quanto sia difficile competere contro un giocatore infortunato, ma non perde mai la bussola nei suoi turni di battuta. Nadal vuole fare di tutto per rimanere ancora un po’ sulla Rod Laver Arena, però, a conti fatti, non fa altro che prolungare la sua agonia di una quarantina di minuti.
Il terzo set scivola via rapidamente fino al 4-4 senza che nessuno dei due giocatori in risposta abbia una chance di break. Il maiorchino prova ad autoconvincersi che esista una remota possibilità di compiere l’ennesima impresa, ma ad un certo punto deve scontrarsi con la terribile realtà. E dire che non ha giocato neanche male nel terzo parziale, lasciando andare i colpi e deliziando spesso il pubblico con giocate di fino a rete, nel tentativo estremo di scambiare il meno possibile. Nel nono gioco Nadal cancella un break point con un ace, ma sul 5-5 deve arrendersi ad un bel passante lungolinea di McDonald, che non fa una piega e si porta a servire per il match. Lo statunitense ottiene il successo più importante della carriera, imponendosi in due ore e mezza per 6-4 6-4 7-5 e raggiungendo il terzo turno, dove attende uno tra Nishioka e Svrcina.
“Sono davvero contento, ho servito e risposto molto bene, è stato difficile restare mentalmente in partita nel terzo set“ – ha dichiarato nell’intervista a caldo. “Rafa è un grande campione che non vuole mai arrendersi, anche per me è stato difficile andare avanti e concentrarsi solo su me stesso, ma fortunatamente ci sono riuscito. Ora cercherò di riposare e presentarmi al meglio per il terzo turno”.
Per Nadal è una sconfitta che costa carissima, sotto diversi punti di vista. Per la prima volta dal 2001 (allora toccò a Gustavo Kuerten), infatti, il numero 1 del tabellone maschile viene eliminato al secondo turno dell’Australian Open, in quella che per Rafa è soltanto la sesta sconfitta in carriera in uno dei 67 Slam disputati in questo round, la prima in Australia. Quel che è certo, però, è che lo spagnolo perde i 2000 punti della vittoria dello scorso anno e precipita al momento al numero 6 del mondo, con la possibilità però di poter essere ancora scavalcato da diversi inseguitori e uscire clamorosamente dalla top10, ponendo fine ad un record clamoroso di oltre 900 settimane consecutive passate fra i primi 10. Da quando ci è entrato per la prima volta infatti, in un lontano 25 aprile 2005, Nadal non è mai più uscito. 6489 giorni dopo, ossia quando lunedì 30 gennaio verrà aggiornato il ranking, questa incredibile striscia potrebbe giungere al termine.
Hanno collaborato Emmanuel Marian e Giovanni Pelazzo