Australian Open, Tsitsipas e il lapsus di Djokovic: "La finale del Roland Garros? Non la ricordo nemmeno io..."

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Australian Open, Tsitsipas e il lapsus di Djokovic: “La finale del Roland Garros? Non la ricordo nemmeno io…”

Il greco dopo la vittoria in semifinale su Khachanov: “L’esperienza mi ha aiutato dopo aver perso il terzo set. Ma avrei potuto essere più aggressivo”

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Stefanos Tsitipas - Australian Open 2023 (Twitter @AustralianOpen)
Stefanos Tsitipas - Australian Open 2023 (Twitter @AustralianOpen)
 

Mentalità da campione e un dritto devastante: così Stefanos Tsitsipas si è fatto strada fino alla finale dell’Australian Open 2023. Battendo in quattro set Karen Khachanov in semifinale, si è guadagnato la possibilità di giocare la sua seconda finale Slam. In palio c’è il primo Major della carriera e anche la prima posizione mondiale. Domenica sarà la partita più importante della sua carriera, ma di mezzo ci sarà il vincente della sfida Djokovic-Paul. Intanto, ecco le dichiarazioni rilasciate da Tsitsipas dopo la sua vittoria in semifinale.

Così Tsitsipas nell’intervista sulla Rod Laver Arena ai microfoni di Jim Courier, subito dopo la vittoria.

Come descriveresti questo momento?

“Ho visto Baghdatis qualche anno fa giocare qui la finale su questo campo. Da ragazzino sognavo di farlo anche io. Sono contento per la lotta di oggi contro Karen. Quella finale con Baghdatis nel 2006 non andò come io avrei voluto, ma lui era uno dei miei giocatori preferiti”.

Marcos è qui da qualche parte…

“Sì. Sono contento di poter giocare su questo livello grazie al lavoro che abbiamo fatto con Mark Philippoussis. Anche lui veniva dalla Grecia, anche se poi ha giocato per l’Australia. Bello portare avanti il nostro paese che è così piccolo. Sono contento e vedremo come andrà la finale”.

Come sei riuscito a riprendere il controllo dopo i match point mancati?

“Ho pensato a quanto ho lavorato duro per arrivare qui. Non sono riuscito a chiudere nel terzo set, ma era uno di quei momenti in cui se rimani attaccato alla partita con atteggiamento giusto anche il pubblico ti aiuta e io sono riuscito a soddisfarlo con alcuni bei punti”.

Tuo padre ti segue sempre. Cosa ha aggiunto Mark al team?

“Il senso dell’umorismo… (sorriso). Il serve and volley, che io non facevo ma in qualche modo adesso c’è!”

Tra poco la seconda semifinale, Djokovic contro Paul. Cosa ne pensi?

“C’è un giocatore che ha giocato nove o dieci finali qui… E poi uno della mia generazione. Sono cresciuto con Tommy e tante volte l’ho affrontato da juniores. Bello vederlo arrivare dalle retrovie per giocare una semifinale Slam”.

Sarà la tua seconda finale Slam e se vincessi diventeresti il numero uno…

“Mi piace il numero uno. Questo sport è individuale e dipende tutto da te. Ho lavorato tanto per ottenere determinati traguardi e questo avrebbe un significato superiore rispetto a una sola finale o un solo torneo. Sono contento che l’opportunità di riuscirci sia capitata qui, perché è un posto in cui ho ottenuto tanto. Proviamoci ragazzi!”

Così Tsitsipas, invece, ai microfoni di Eurosport:

Raccontaci le emozioni dopo questa vittoria. C’è stato dello stress da gestire?

“L’esperienza mi ha aiutato. Bisogna cercare di continuare ad apprezzare il fatto di giocare, nonostante la situazione. Ho mantenuto le cose semplici senza complicarmi i pensieri”.

Lui ha cercato di comandare lo scambio nel finale del terzo set…

“Alla fine del terzo set sono stato meno aggressivo di quello che avrei potuto. Ma non importa, l’importante è aver trovato il modo di vincere e le cose che sono andate meno bene rappresentano un margine di miglioramento”.

Margot Robbie ha risposto al tuo invito?

“Il mio piano è fare il mio lavoro e giocare bene. Lei è una grande attrice, ma il resto lo vedremo dopo… (sorriso)”

In conferenza stampa, Stefanos Tsitsipas ha poi rilasciato le seguenti dichiarazioni.

Quali sono i tuoi pensieri riguardo a Djokovic e Paul?

Tsitsipas: “Penso che siano due grandi avversari entrambi. Affronterò o un giocatore che qui ha vinto tantissime volte, o un giocatore che ha meno esperienza ma molta fame. Vedremo come andrà a finire tra loro due. Per adesso posso solo dire che sarà una fantastica opportunità per me. Qui ho giocato da junior, ora sono in finale. E’ uno step importante. Farò di tutto per cogliere l’opportunità”.

Hai parlato della finale del 2006 e di Baghdatis, quello è il tuo primo ricordo di questo torneo?

Tsitsipas: “E’ uno dei primi. Un altro è stata la finale con Fernando Gonzalez che ho visto dalla tv insieme ai miei amici. Lui era un altro dei miei preferiti. Mi piaceva la sua esplosività e il modo con cui colpiva la palla. Ha giocato con Roger mi sembra. Quindi questi sono i miei primi ricordi dell’Australian Open”.

Quando sei venuto a Melbourne per la prima volta?

Tsitsipas: “Nel 2015 quando ho giocato per la prima volta l’evento junior”.

Melbourne ha una gran parte di popolazione della Grecia. Tu qui giochi quasi in casa per il supporto che hai. Se giocherai con Novak, sarà Grecia contro Serbia, che atmosfera ti aspetti?

Tsitsipas: “Sarà una grande atmosfera. Sia la Grecia che la Serbia si sono collocati sulla mappa del tennis come grandi contendenti negli eventi più importanti. Anche la Serbia, come la Grecia, è un piccolo paese. Ma hanno prodotto un sacco di buoni giocatori e giocatrici, vincendo diversi Slam. Spero che in Grecia potremo fare la stessa cosa. Parlo con il plurale perchè coinvolgo Maria Sakkari, insieme vogliamo fare grandi cose. Ovviamente, ora sono concentrati su me stesso ma è importante avere due giocatori che possano dare speranze a un paese”.

L’altro giorno Novak non si ricordava della finale che hai giocato a Parigi contro di lui. Pensi sia stato un lapsus, oppure è un giochino mentale?

Tsitsipas: “Non la ricordo neanche io…”

La finale…

Tsitsipas: “No, non me la ricordo”.

Ormai siete abituati a giocare con la possibilità di coaching. E stai giocando molto bene. Pensi che questo ti stia aiutando?

Tsitsipas: “Il coaching c’è sempre stato. Anche se alcuni coach lo facevano più di altri. Nel mio caso, ha sempre fatto parte di come faccio le cose in campo. E sono soddisfatto che ora sia stato depenalizzato. Giusto che sia così. Non vedo ragioni per cui dovresti avere un coach con te se non puoi avere scambi di vedute con lui mentre stai competendo. Penso che sia qualcosa di molto naturale”.

Hai detto che non ricordi l’ultima finale Slam da te giocata. Però hai detto anche che ti senti pronto per la prossima quanto non sei mai stato. Puoi spiegarti meglio?

Tsitsipas: “Sto giocando un grande tennis. E mi sto divertendo. Non vedo negatività in quello che sto facendo. Anche se non funziona quello che provo a tratti, sono comunque ottimista e positivo riguardo ogni risultato e ogni avversario che devo incontrare. Questo è qualcosa che a volte mi è mancato. Credo in quello che posso produrre e questo è abbastanza. Metto tutto quello che posso in quello che faccio, poi le cose potrebbero non andare come spero, ma metto il 110 per cento di me stesso sempre”.

Ultimamente sei molto calmo nei momenti di maggior pressione, anche alla United Cup lo sei stato. Riesci a spiegare quanto lavoro tu e il tuo team avete fatto relativamente a questo aspetto?

Tsitsipas: “Penso che inizia tutto con la fiducia in te stesso. E’ qualcosa che devi costruire nel tempo. A volte è facile provare frustrazione se quello che fai non ti riesce. Ma questo non mi sta più capitando. Ho una buona relazione con me stesso. E questo si traduce con un buon atteggiamento in campo. E’ anche frutto dell’esperienza”.

Ti è stato chiamato fallo di piede e sei sembrato molto frustrato. Cosa è successo?

Tsitsipas: “Apparentemente ho scoperto che era un leggero fallo di piede sulla linea di separazione dei due lati del campo. Una cosa che non succede spesso, perchè solitamente quando succede si calpesta la linea di fondo. Non mi è successo molte volte. Penso che fosse un fallo di piede davvero lieve. Ero un po’ frustrato perchè ai miei occhi non mi sembrava di aver fatto nulla”.

Potresti vincere il primo Slam domenica. E arrampicarti al numero uno del ranking. Da ragazzino pensavi di poter fare queste cose?

Tsitsipas: “Mi ricordo che guardavo la tv e mi dicevo: un giorno vorrei essere lì. E vorrei ricreare proprio quel feeling. Sapevo che per arrivarci ci sarebbe stato un lungo viaggio da fare. Ci sono determinati passi che devi fare per arrivare a competere per queste cose. Ma ci ho creduto tanto. Da ragazzino, avevo molta fiducia. Grazie a Dio ottenevo buoni risultati in Grecia. A partire da quello, sapevo che se fossi riuscito a fare lo stesso in altri paesi mi sarei dimostrato bravo davvero. Da junior sono stato numero uno e ora voglio riuscirci anche da professionista”.

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