ATP Indian Wells: Alcaraz a quota 100, superato Griekspoor. Ora Draper: suo il derby brit con Murray - Pagina 2 di 2

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ATP Indian Wells: Alcaraz a quota 100, superato Griekspoor. Ora Draper: suo il derby brit con Murray

Lo spagnolo raggiunge le 100 vittorie ATP avendo giocato 132 partite: meglio di lui solo McEnroe. Affronterà Draper, che ha sconfitto Murray in un derby generazionale

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Carlos Alcaraz - ATP Indian Wells 2023 (Twitter @atptour)
Carlos Alcaraz - ATP Indian Wells 2023 (Twitter @atptour)
 

J. Draper b. A. Murray 7-6(8) 6-2

Draper, seppur in maniera più variegata rispetto all’avversario, sembra ben deciso ad accettare una partita che sin da subito si prospetta lunga e dura. Scambi pesanti da fondo, tanto sulla diagonale incrociata, che però inizialmente porta bene: break nel terzo gioco per Jack, sublimato da un doppio fallo, ma condizionato da gran capacità di variare ritmo e arrivare al vincente. A fare la partita è Murray, spesso al comando da fondo, per quanto quasi in stato di apnea, dovendo sostenere un muro dall’altra parte della rete. Draper tiene benissimo da fondo, spinge come un forsennato e appena può dimostra anche doti di tocco non banali, oltre al mortifero servizio, che sfrutta per un annullare una chance di contro-break nel sesto gioco. Subito dopo Sir Andy, per cavarsi come sempre da qualche difficoltà, risale da 15-40 per evitare il doppio break; deve essere lui a cercare di accorciare e attaccare, dato che alla lunga non può reggere questo ritmo. Sul più bello la pressione subentra nel giovane inglese, che con qualche errore di troppo non riesce a chiudere e permette di rientrare a Murray, che nonostante un dritto un po’ assente esce con altri scambi da maratona da tre palle break. E alla fine, dopo 1h e 23 minuti è meritatamente il più giovane dei due britannici a portare a casa il primo parziale. Con un ace vince 8 punti a 6 il tie-break Draper, costante da fondo e reattivo spingere all’occorrenza per quasi tutta la partita finora.

Chiave tattica di Murray da subito chiara: stuzzicare Draper con la palla corta, specie quando gli capita sul rovescio, e cercare di muoverlo il più possibile lateralmente, dato che per quanto bene tenga, da fermo (specie sul dritto) è molto più pericoloso. Il secondo parziale scorre in maniera molto più liscia, entrambi appaiono meno propensi allo scambio lungo, dopo un primo a ritmi francamente ingestibili. La prima rottura è nel sesto game, a favore di Draper, aiutato certamente dal primo “quasi” passaggio a vuoto di Murray, senza però rinunciare ad attaccare e cercare di calcare col gancio mancino, per quanto troppe volte i colpi rimangano corti. Efficaci quanto bastano però per mettere la freccia, e soprattutto per consolidare il break risalendo da 15-40 subito dopo, gestendo uno scozzese strepitoso in risposta sfruttando il servizio e seguendolo a rete appena possibile, anche dopo accelerazioni da fondo. Ma il primo set alla lunga si fa sentire per il signore delle 36 primavere, che non riesce nell’ennesima rimonta. Con una conclusione ingiusta come un doppio fallo Murray si arrende a un ottimo Jack Draper, costante e consapevole quando serviva, senza soffrire eccessivamente di timori reverenziali contro un giocatore che ancora continua sempre a stupire (splendido l’abbraccio tra i due a fine partita, manifesto dell’emozione di un ragazzo che vince sul proprio idolo). Per il britannico più giovane sarà il secondo ottavo in un Master 1000, dopo la vittoria contro Monfils la scorsa estate in Canada. E se la spregiudicatezza e la castagna saranno ancora così calde, è meglio non dar nulla per scontato.

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