Andy Murray: “Credevo di fare meglio, ora penso alla terra. Alcaraz nei top finché ne avrà voglia, impossibile dire quanto vincerà”

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Andy Murray: “Credevo di fare meglio, ora penso alla terra. Alcaraz nei top finché ne avrà voglia, impossibile dire quanto vincerà”

L’asso britannico non si schiera sulla questione-palline: “Meglio però se non cambiano troppo tra torneo e torneo”

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Andy Murray esce per mano di Dusan Lajovic al primo turno del Miami Open in due set 6-4 7-5. Dopo alcune incredibili imprese compiute in questo inizio di stagione, soprattutto in termini di resistenza fisica, questo stop ha destato sorpresa ed è stato oggetto di discussione durante la conferenza stampa post-match.

Sul fisico e le condizioni

Il campione britannico ha fatto riferimento alla condizione fisica ma anche ad altri fattori. “Ho lottato” – ha detto Murray – “ho servito molto bene, ma negli altri aspetti del gioco ho avuto alcuni problemi”. Murray ha raccontato di non essersi mosso bene come in altre occasioni, e i diversi errori che non si sarebbe aspettato di commettere, come nella risposta, sono arrivati proprio da qualche problema negli spostamenti.

Inoltre, le condizioni ambientali diverse hanno giocato il loro ruolo. “Le palline rimbalzano molto più velocemente qui” – ha poi proseguito – “e in alcune occasioni ho perso il timing giusto. Campi diversi, condizioni diverse. Certo mi aspettavo di fare meglio anche perché mi sono allenato in maniera decente”.

Murray è stato successivamente sollecitato in merito alla propria preparazione off-season, e ha confermato il ruolo del proprio programma di training nei faticosissimi match vinti nel primo scorcio di stagione: “durante il torneo non posso fare tutti gli esercizi previsti, come per esempio quelli con i pesi, ma molto del lavoro che ho fatto nelle settimane precedenti mi sta aiutando proprio adesso. Anche se oggi non è andata come pensavo”.

Sulla questione palline

In merito alla querelle sollevata da Medvedev sulla consistenza delle palline, che ha trovato un alleato in Tsitsipas, il due volte medaglia d’oro olimpica glissa e non vuole prendere una posizione netta, pur riconoscendo cheovviamente, in ottica anti-infortunio per noi, sarebbe bene che le caratteristiche delle palline non cambiassero troppo settimana dopo settimana. Non credo le palline siano le stesse dello scorso torneo. Credo sia lo stesso produttore”. Sullo stesso argomento ha poi dato spazio ai ricordi: “abbiamo tempo tra i diversi eventi per abituarci alle diverse condizioni. E’ per me interessante, perché ricordo come agli inizi della carriera le caratteristiche fossero opposte. A Indian Wells il gioco era assai vivace e le palline fendevano l’aria molto facilmente. Poi arrivavo a Miami e nei primi giorni mi sembrava sempre di colpire corto. Le palline non viaggiavano”.

Alla domanda sui programmi per l’immediato futuro, Murray ha risposto di non essere sicuro se fermarsi qualche giorno ed iniziare sul posto la preparazione sulla terra, ma di sapere dove recarsi per proseguirla. Andrò in Spagna per la fine del mese, più precisamente a sud. La mia famiglia mi precederà lì, e mi allenerò sul posto per una settimana almeno”.

Su Alcaraz

Per finire una domanda su Carlos Alcaraz: cosa ha di diverso rispetto a tutti i giovani che si sono affacciati al grande tennis negli ultimi dieci anni? Su di lui Sir Andy unisce le sue parole a quelle di molti altri esperti, non risparmiando un monito a chi si lascia andare a trionfali previsioni. “Si muove in maniera incredibile” – dice Murray – “ha un gioco a tutto campo che si può adattare facilmente a tutte le superfici. Non è altissimo, ma serve veramente bene. Ha un gioco vario ed eccitante; certo, so per esperienza che è più facile sostenere uno stile come il suo a 18 o 19 anni, quando non ci sono cicatrici nei tessuti muscolari. Gli auguro di riuscirci a lungo”.

“Sicuramente” – conclude Murray – “sta facendo meglio a diciannove anni della maggior parte dei suoi colleghi; tanta gente si aspetta che chiunque possa vincere 20 titoli Slam, come fosse la normalità. Io non farei questa previsione per nessuno. Sicuramente lui può restare al top finché avrà voglia di giocare”.

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