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Garbine Muguruza si sposa: niente tennis fino al 2024
La tennista iberica annuncia le nozze con Arthur Borges e dichiara la volontà di proseguire ancora il periodo lontano dai campi da gioco

Continua la vita no-tennis di Garbine Muguruza. Al posto della racchetta, alla mano della tennista iberica ci sarà presto un anello di matrimonio. Dopo la comunicazione di uno stop estivo che avrebbe interessato tutti gli appuntamenti sia su terra che su erba, l’ex numero uno WTA annuncia le nozze con il fidanzato Arthur Borges e non ne vuole sapere di tornare sui campi da gioco almeno fino al 2024.
In un’intervista rilasciata alla rivista spagnola ¡Hola!, Garbine ha fatto seguire alla notizia del matrimonio un breve ricordo del primo incontro con Arthur: alla vigilia dello Us Open 2021 la tennista stava facendo due passi intorno a Central Park – galeotta fu la Grande Mela –, quando fu riconosciuta casualmente da Borges, che le fece l’in bocca al lupo per il torneo e le chiese di scattare una foto insieme: “Con Borges fu un vero e proprio colpo di fulmine. Non sapevo nulla di lui ma mi piaceva che provenisse da un altro mondo, quello della moda e del lusso. Non fa parte del mondo del tennis e per me era molto importante, perché per me il tennis non è tutto. Quando ci siamo incontrati mi ha chiesto una foto, che oggi conserviamo con cura perché immagine del momento esatto in cui ci siamo incrociati”.
Marianna Piacente
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Roland Garros, Vavassori risplende: “Mi godo la vittoria, e punto a uno Slam in doppio”
Andrea Vavassori e il concetto di autoefficacia: “Ho vinto tanti match sul filo di lana quest’anno. Se l’hai fatto una volta, puoi rifarlo”

Andrea Vavassori, per tutti “Wave“, ha firmato ieri una tra le vittorie più belle di questo Roland Garros. Non solo perché è arrivata, ma per come è giunta, attraverso un gioco d’attacco fatto di discese a rete e tagli; vecchi strumenti di un mestiere ormai inesorabilmente mutato. Certo, anche il nudo risultato avrebbe la sua importanza: battendo Miomir Kecmanovic in poco più di cinque ore di emozioni, annullando per giunta cinque match point complessivi, il ventottenne nato a Torino ha centrato la prima vittoria in carriera nel tabellone principale di uno Slam (giornata propizia, per i novizi, quella di ieri…), e si è garantito un secondo round abbordabile contro un sopravvissuto come lui alla forca delle qualificazioni, l’argentino Genaro Alberto Olivieri. Un bagaglio di buone notizie, sufficiente a presentarsi in sala stampa con un comprensibile sorriso.
D: Quanta soddisfazione, quanto gusto c’è a vincere una partita così, dopo cinque ore, con il pubblico in estasi? È una frase fatta dire che una vittoria simile ripaga di tutti i sacrifici fatti?
ANDREA VAVASSORI: È bellissimo, felicità pura. È stata tostissima, sinceramente non so come ho fatto a sopravvivere, più che a vincere la partita. A fine terzo set ho iniziato a sentire i crampi, ma quest’anno ero già riuscito a vincere partite al limite. Da inizio stagione lavoro con un nutrizionista che mi sta aiutando tanto; mangio bene, mi integro bene e quando sento che il serbatoio è quasi vuoto so che posso spingermi oltre. Sono riuscito a rimanere lucido, e ha pagato la mia decisione di andarmi sempre a prendere il punto. Alla fine lui era un po’ più teso di me e ho vinto in maniera coraggiosa, quindi sono molto contento.
D: È stata una lotta anche fisica, ho visto che a ogni cambio campo ti facevi mettere il ghiaccio sull’adduttore. E anche lui (Kecmanovic, NdR) si è sentito male sul 5-4 al quinto.
ANDREA VAVASSORI: Confermo, è stata molto dura. Da un paio di giorni sono un po’ bloccato con la schiena, ma i trattamenti mi hanno aiutato. Al quarto set ho iniziato a sentire i crampi, ma ho continuato a mettere ghiaccio su quadricipite e adduttore e in qualche modo sono riuscito a tenere. La possibilità di farsi massaggiare due volte dal fisioterapista è stata anche quella di enorme aiuto.
D: Adesso è arrivato il tempo di festeggiare oppure la testa è già completamente focalizzata sul prossimo obiettivo?
ANDREA VAVASSORI: In realtà alle 11 gioco il doppio (insieme al brasiliano Marcelo Demoliner, opposto alla coppia svizzero-cilena composta da Marc-Andrea Huesler e Nicolas Jarry, NdR), quindi non ho molto tempo per festeggiare. Del resto non ce n’è gran bisogno, la festa la provo dentro. Come dicevo prima è una grande gioia, una bella ricompensa per tutti gli sforzi fatti negli anni. Quindi adesso voglio dare il meglio in doppio perché ci tengo a fare bene per me e per il mio compagno, e poi penserò a recuperare bene per giocare un grande singolo al secondo turno.
D (Vanni Gibertini, Ubitennis): Se al posto del tie-break finale al quinto si fosse andati avanti a oltranza come avveniva fino a due anni fa, senza aver davanti un limite certo, come pensi che avresti approcciato il set finale?
ANDREA VAVASSORI: Quando è iniziato il quinto set francamente vedevo fisicamente meglio lui, poi quando l’ho visto vomitare sul 5-4 le parti si sono invertite. Non vorrei azzardare, ma sul finire della partita gli ero un pochino sopra; lui si era già salvato sul 6-5, quando ho sbagliato quella risposta importante. La mia sensazione è che a un certo punto lui fosse arrivato al limite, anche se prima non aveva dato segnali fisici. Bisogna dire che nessuno è abituato a giocare cinque ore, bisogna solo scavare dentro ed essere forti mentalmente. Forse oggi io lo sono stato un po’ più di lui.
D: Oggi hai annullato cinque match point; quattro nel tie-break del terzo e uno sul 5-4 al quinto. Cosa hai pensato in quei momenti?
ANDREA VAVASSORI: Non lo so, è stato strano. Quando mi sono ritrovato in quelle condizioni al terzo ho pensato al match che ho vinto a Marrakech contro Munar, annullando due match point sul 6-4 nel tie-break del secondo. Anche lì avevo i crampi, addirittura già dal primo set, perché avevo giocato tantissimo nei giorni precedenti tra singolare e doppio. Oggi ho ripensato a quella partita. È la cosiddetta “autoefficacia”, quando sei venuto fuori da una situazione simile una volta, allora lo puoi senz’altro rifare. Quest’anno ho vinto tante partite in doppio al supertiebreak, in momenti tirati, appeso a un filo. Se l’hai fatto una volta, significa che lo puoi rifare. Ripensarci mi ha dato una mano a venirne fuori, anche se ancora non so come faccio a stare in piedi!
D: Giocare singolare e doppio alla lunga può diventare massacrante, specie negli Slam. Visti gli ultimi risultati in singolare, hai mai pensato di dedicare un po’ meno tempo al doppio?
ANDREA VAVASSORI: Sinceramente se sono qui a parlare con voi è grazie al doppio. Fino a diciotto anni ero uno normalissimo, un tizio che faceva il liceo scientifico su cui nessuno avrebbe puntato un centesimo, se parliamo di prospettive tennistiche. Il doppio mi ha aiutato a inserirmi nell’ambiente, a giocare match ATP di alto livello, a formare il giocatore che sono diventato anche in singolare. L’obiettivo è vincere uno Slam in doppio, entrare stabilmente nella top ten, quindi non mi sogno lontanamente di mollarlo.
D (Vanni Gibertini, Ubitennis): In teoria parti favorito al secondo turno, perché il tuo avversario è più basso di te in classifica: meglio o peggio? Voglio dire, se affrontassi Alcaraz andresti magari più a cuor leggero, mentre contro Olivieri, che peraltro ha giocato un primo turno da cinque set come te, l’occasione potrebbe aumentare il livello di pressione.
ANDREA VAVASSORI: Innanzitutto dovrò recuperare bene, poi cercherò di studiarlo in video assieme a mio padre per preparare il piano di battaglia. Poi sai, in partite di questo tipo nel corso di uno Slam è difficile trovare il favorito certo. Sicuramente non sarà (Olivieri, NdR) un muro da dietro come Kecmanovic. Fargli punto oggi era veramente difficile, a tratti mi ha inchiodato sul rovescio e anche di dritto giocava angoli veramente stretti.
D: Eppure nel quinto con il rovescio slice l’hai fatto impazzire…
ANDREA VAVASSORI: Per fortuna ha iniziato a funzionarmi, a stare basso, perché nel primo set mi partivano dei pallonetti inguardabili!
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Roland Garros day 4 LIVE: Fognini in campo contro Kubler, fra poco Giorgi-Pegula. Pomeriggio Musetti, in serata Djokovic
Segui la diretta di tennis a Parigi con cinque italiani in programma. Nel pomeriggio Musetti-Shevchenko

11:44 – 4-2 Fognini-Kubler, 5-3 Tsitsipas-Carballes Baena
11:30 – Break Fognini, avanti 2-1 e servizio
11:07 – Fognini ha iniziato il riscaldamento sul campo 6 contro l’australiano Kubler
11:00 – Il secondo Slam della stagione, come di consueto sulla terra di Parigi, è giunto alla quarta giornata e iniziano i match del secondo turno. Cinque i tennisti azzurri che scenderanno in campo oggi. Mentre ieri si è registrato un record azzurro: 11 italiani al 2° turno, 7 di essi vittoriosi contro classifica.
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Roland Garros, Paolini: “La mia solidità è stata la chiave. Ora gioco con più fiducia” [VIDEO]
“Con Olga Danilovic ho giocato a Roma qualche anno fa. Serve molto bene, sarà difficile risponderle” così Jasmine in vista del secondo turno a Parigi

La conferenza stampa di Jasmine Paolini dopo la bella vittoria di primo turno contro la romena Sorana Cîrstea.
Complimenti, bella partita. è arrivato il momento di superare questo fatidico secondo turno che non hai mai superato.
Per ora mai. Sono contenta della partita che ho giocato oggi, non era facile. Lei fa tanti vincenti, è una giocatrice sempre pericolosa. Sono contenta perché ho spinto quando dovevo spingere e ho difeso quando dovevo difendere. Ho giocato un buon match.
Ora hai Olga Danilovic. Hai mai giocato con lei?
Ci ho giocato una volta a Miami. Ha appena vinto un torneo la scorsa settimana e sta giocando bene. Ha appena superato un turno, sarà un match complicato, lei sa giocare benissimo ma io farò del mio.
Tutti dicono di aver trovato dei campi e delle palline lente, tu che dici?
Sì, le palline diventano subite grosse, forse l’anno scorso erano più veloci. All’inizio prendono bene la rotazione, sono veloci, ma dopo si gonfiano. Quindi sicuramente inizia ad essere molto più lento con l’andar avanti dei game.
Quanto è stata importante la vittoria di Firenze per arrivare poi qua?
Parecchio, perché sono state partite combattute, una settimana difficile. Il punteggio in finale è stato quello più facile ma è stato un torneo difficile per le condizioni, avendo piovuto tutta settimana. Sono contenta di come ho gestito la settimana, sono andata migliorando partita dopo partita. La partita di oggi è frutto della settimana di Firenze, di come sono stata in campo.
Senti di aver girato la pagina? I primi 3-4 mesi della stagione non sono stati semplici.
Sono stati disastrosi (ride). Guarda già da Roma mi sentivo meglio . Sto cercando di concentrarmi su quello che devo fare senza crearmi aspettative, senza mettermi pressione, cercando di pensare in maniera positiva, perché c’è stato un momento in cui pensavo solo in maniera negativa e le cose non andavano bene.
Pensi sia stato solo mentale o ci sono stati anche motivi tecnici che ti impedivano di vincere le partite?
Onestamente tutte e due. Poi ho iniziato a giocare meglio è la fiducia arrivata. Ho cercato di essere più positiva senza curarmi troppo del risultato. Ad un certo punto era diventata un ossessione perché andava sempre male. Quella è stata la chiave.
Quanto è importante dimenticare le delusioni? Ad esempio a Roma con la Rybakina hai giocato un grande primo set, poi hai giocato un grande tie-break ma hai perso. Come si fa a voltare pagina? O ancora ci pensi?
Ho preso il buono di quella partita. Ha vinto il torneo la Rybakina. E’ una giocatrice di altissima livello e lo sta facendo vedere, è anche continua per il tipo di gioco che ha. Ho cercato di prendere il buono. Però sono andata a Firenze pensando che stavo giocando meglio rispetto a prima. E’ stata una partita migliore di tutte quelle giocate quest’anno.
Quale è stata la chiave della vittoria contro Sorana Cîrstea?
Penso che la chiave sia stata la mia solidità. Lei è una grande giocatrice che può tirare vincenti da ogni parte del campo. Io ho provato ad essere solida sulle diagonali e ho cercato di muoverla quando potevo. Penso che questa sia stata la chiave.
Puoi dirmi qualcosa riguardo ad Olga Danilovic. Cosa ti aspetti da questo match?
E’ un’ottima giocatrice, è un grande talento. Lei sta giocando bene dopo aver vinto a Madrid (ITF), poi si è qualificata qua. Sarà un match difficile, ma sono pronta a giocare.
Tu hai già giocato contro lei?
Sì a Miami ho perso con lei tre anni fa. Quest’anno ci siano allenate due o tre volte, ci conosciamo.
Quali sono le sue armi migliori?
Penso lei serva molto bene, difficile risponderle. Lei gioca bene le due fasi di gioco. La chiave sarà giocare profondo contro di lei.