Roland Garros: la "Regina" delle rimonte Pavlyuchenkova riacciuffa anche Mertens, quando ormai le speranze sembravano perdute

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Roland Garros: la “Regina” delle rimonte Pavlyuchenkova riacciuffa anche Mertens, quando ormai le speranze sembravano perdute

Anastasia Pavlyuchenkova non vinceva 4 partite consecutive proprio dalla sua cavalcata a Parigi del 2021. Per Elise Mertens rimpianti a non finire dopo aver sprecato un vantaggio di 6-3 3-1, 0-40 e altre quattro palle break nello stesso game

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Anastasia Pavlyuchenkova - Roma 2023 (foto Francesca Michieli, Ubitennis)
 

(R.P.) A. Pavlyuchenkova b. [28] E. Mertens 3-6 7-6(3) 6-3

Altro turno, altra rimonta. Per l’esattezza è la terza Remuntada con protagonista Anastasia Pavlyunchenkova – che fra 29 giorni compirà 32 anni – in questa edizione del Roland Garros, e per giunta tutte materializzatesi ai danni di teste di serie del tabellone femminile parigino.

Dopo l’esordio, l’unico match finora disputato dalla russa in cui ha controllato tranquillamente le operazioni, dove ha rifilato un duplice 6-2 alla stellina – e promettentissima – ceca Linda Fruhvirtova, ha proseguito il suo percorso nel torneo ribaltando due partite in fila contro connazionali: prima la tds n. 15 Liudmila Samsonova, cresciuta tennisticamente in Italia, per 4-6 7-5 7-5 e poi 4-6 6-3 6-0 la tds n. 24 Anastasia Potapova.

Nel Day 8 dell’Open di Francia 2023, in apertura di giornata sul Phillippe Chatrier, è giunta l’ultima vittima della 31enne di Samara: la 28esima forza del draw Elise Mertens, reduce dall’illustre vittoria sulla n. 3 WTA Jessica Pegula, ha ceduto con lo score di 3-6 7-6(3) 6-3 in 3h06′ di partita.

Con questo successo l’attuale n. 333 della classifica, in gara grazie al Ranking Protetto relativo alla stagione 2021, conferma la propria eccellente tradizione negli ottavi di finale delle prove Slam: il suo bilancio recita un complessivo 8-2, con le due sconfitte datate US Open 2010 e sempre a Flushing Meadows nel 2021. A Parigi, si tratta del terzo quarto di finale raggiunto in carriera per colei che due anni fa si arrese soltanto in finale a Barbora Krejcikova, in quello che allora fu un ultimo atto tra esordienti a certe latitudini dei Majors.

Si ferma, dunque, la corsa della semifinalista in Australia nel 2018: avrà di che rimpiangere, perché sì la sfida è girata tutta lì, a metà secondo set. La tennista belga, che con le giocatrici russe e bielorusse ha un rapporto speciale – dato che nella specialità del doppio, di cui è stata n. 1 al mondo nel maggio 2021, ha trionfato al fianco di Aryna Sabalenka a New York nel 2019, a Melbourne nel 2021 per poi compiere il Sunshine Double: una delle sole 4 coppie del tennis femminile a riuscirci nell’Era Open. Successivamente in coppia con Veronika Kudermetova ha vinto anche le WTA Finals nel 2022 -, ha mostrato una palese assenza di killer instinct nel proprio arsenale di agonista gettando al vento un vantaggio nella seconda frazione di 3-1, 0-40 ed altre quattro palle break per un totale di 7 non concretizzate nel game, che l’avrebbero portata sul 4-1 e servizio: a tre soli games dal successo.

L’ex n. 12, da par suo e a differenza della rivale, continua a non avere un buon rapporto con gli ottavi Slam: ne ha vinti 3 e persi 10, una striscia di 0-6 dal 2021 in poi. In Francia è stata sconfitta, senza vincere alcun set, nel 2018 per mano di Halep e lo scorso anno dalla futura finalista Gauff.

Un’affermazione, realizzatasi quando oramai sembrava spacciata, che non può che rappresentare un’incredibile iniezione di fiducia per Pavlyunchenkova, dopo l’intero 2022 passato ai box per via dell’infortunio al ginocchio sinistro e addirittura i 5 mesi in cui non si è potuta neanche allenare. Tant’è che già con la vittoria al 3°T, era ritornata a vincere 3 match di fila dallo US Open 2021, mentre 4 successi consecutivi le mancavano proprio dalla sua cavalcata al Roland Garros 2021: che non possa essere per lei di buon auspicio.

Ai quarti Anastasia troverà la vincente di Muchova/Avanesyan, augurandosi che le raffiche di vento siano meno intense: nel match si sono contati 24 doppi falli, 16 per la belga e 8 per la russa, entrambe avrebbero dovuto affidarsi di più all’effetto in kick.

Primo Set: Mertens mette a nudo i limiti della transizione difenisiva russa

Il piano tattico con cui le due giocatrici approcciano alla gara è fin troppo palese, e dalla prospettiva di Mertens ricalca quasi in maniera speculare la strategia messa a punto per compiere lo scalpo della n. 3 del ranking Jessica Pegula.

La tennista belga, infatti, deve necessariamente – come già fatto in modo strabiliante con la 29enne di Buffalo – variare e differenziare molto il suo tennis alternando continuamente angoli, altezza di palla e traiettorie delle proprie esecuzioni; senza tuttavia rinunciare ad essere aggressiva e comandare lo scambio per evitare che Anastasia possa far valere la sua superiore potenza nelle accelerazioni e nel palleggio a frequenza ritmata. Ciononostante Elise, se vuole tenere saldamente il controllo del match nelle sue mani, deve far sì che la propria attitudine propositiva venga gestita con parsimonia per non andare su di giri con i fondamentali da fondo. In questa ottica, come contro l’americana, il rendimento della seconda palla di servizio sarà un elemento chiave nella lettura delle dinamiche tecniche della sfida: dovrà forzarla anche a costo di incorrere in diversi doppi falli, l’importante è non farsi condizionare da eventuali inciampi e perseverare sul proprio canovaccio, perché altrimenti su una seconda di servizio molle Pavlyuchenkova può entrare facilmente maramaldeggiando con la sua possente ribattuta. Dunque, proprio per questo, sarà cruciale l’inizio della partita con la 27enne di Lovanio che avrà bisogno di partire forte per fare il carico di fiducia, ossia ossigeno vitale per non abbandonare la propria identità tattica a fronte di qualche momentaneo incidente di percorso.

Per quanto riguarda invece la 31enne di Samara, poiché la sua mobilità è ancora decisamente lontana da una versione anche solo un minimo sufficiente è obbligata ad esprimere un gioco, ove possibile, ulteriormente aggressivo – più del solito – da mazzolatrice infuocata.

Al 2-0 apripista di Mertens segue un successivo scambio di break che ripristina il vantaggio di Elise, la quale questa volta non fa sconti e conferma l’allungo: 4-1.

Anastasia cerca di accelerare brutalmente appena può, e difatti ciò che questa prima parte di partita ci sta dicendo reiteratamente è la seguente verità: nonostante nelle ultime settimane si siano ammirati indiscutibili segnali di ripresa – a riprova i quarti raggiunti a Strasburgo la settimana scorsa, mentre nei primi tre mesi di stagione da Adelaide a Roma aveva raccolto soltanto risultati modesti -dopo la lunga assenza dalle competizioni della passata stagione, il processo del ritorno continuativo ad alti livelli di Pavlyunchenkova necessita ancora qualche fermata di passaggio prima dell’approdo al tanto agognato obiettivo.

Il dritto russo, non a caso, dà e toglie all’ex n. 11 WTA dividendosi tra eccezionali siluri vincenti e gratuiti piuttosto grossolani, specie di misura, che dimostrano come le gambe della finalista del 2021 chiamino a gran voce match e partite ufficiali con una certa costanza. Altro colpo ballerino, finora, per la tre volte campionessa Slam a livello junior si sta rivelando lo smash: ne ha mandati in rete alcuni veramente da infarto per il suo coach, che testimoniano l’assenza di reattività dei piedi della 31enne russa, e altri che invece hanno propiziato miracolosi recuperi in lob vincenti della belga e che addirittura in taluni casi hanno anche beffato Anastasia depositandosi sulla riga.

Ebbene sì: non soltanto l’oro olimpico di Tokyo nel doppio misto deve fare i conti con le sue difficoltà aerobiche in sé per sé, ma esse vengono perfino accentuate dalla straordinaria capacità di esaltarsi nella difesa ad oltranza di Elise, per poi contro-attaccare al momento buono, che sottrarre ancora più convinzione di potercela fare alla classe ’91 della Russia.

Inoltre, vanno anche considerate le impervie condizioni atmosferiche che stamane stanno interessando Porte d’Auteuil: folate di vento come se non ci fosse un domani, raffiche che persino stanno “pettinando” lo Chatrier creando un bel di polvere rossa.

Nel sesto game, Anastasia rischia di cappottarsi definitivamente ma ai vantaggi riesce a salvarsi e a rimanere quantomeno in scia (4-2). A questo punto si arriva al momento della verità, sul 5-3 con Mertens in battuta per chiudere il parziale: qui Pavlyunchenkova tira fuori l’orgoglio, e crescendo in particolare nell’incisività della propria risposta anche grazie a qualche doppio errore di troppo della rivale (4 in tutto il set), cancella un set point e si procura una chance del contro-break.

Di fronte alla possibilità di sprecare il cospicuo vantaggio accumulato fin lì, l’ex n. 12 del mondo si risveglia dal temporaneo torpore nel quale si era immobilizzata – ritrovando anche il suo colpo migliore, il rovescio bimane, smarrito per qualche istante – e al secondo set ball manda agli archivi la frazione, dopo 10 punti totali in quello che è stato il secondo gioco del set deciso oltre il 40-40: 6-3 in 46 minuti.

Un statistica, poi, dà pienamente coscienza delle complessità affrontate sinora dalla russa: negli scambi che si decidono sotto i 5 palleggi, quindi in teoria lo scenario a lei più favorevole, ha un bottino di 6 su 20. Troppo poco anche solo per fare match pari.

Secondo Set: Elise comincia ad essere troppo passiva smarrendo la profondità, Pavlyuchenkova sale in cattedra con il drop-shot dal lato sinistro

Si riparte pure nella seconda frazione con il materializzarsi di un break a favore di Mertens, ma in questo caso il vantaggio iniziale viene immediatamente ricucito da Anastasia: 1-1. La russa, tuttavia, continua a mostrarsi troppo discontinua e così l’ex n. 1 di specialità si riprende il break per condurre le operazioni e stavolta lo consolida (3-1). Dopodiché nel quinto game va in scena il vero turning point dell’intera sfida, la tds n. 28 – sponsorizzata dalla Lotto – si procura uno 0-40 soprattutto grazie alla decisiva complicità della russa che pare essersi definitivamente arresa sul quarto break subito nel match: la sua prestazione non smette di infarcirsi di doppi falli a profusione mandati fuori bersaglio.

Qui però, la belga rivela una pesante mancanza di killer instinct: d’improvviso quando poteva irrimediabilmente – per la rivale – mettere la testa sott’acqua alla 31enne di Samara, è vittima di un dannoso braccino. Comincia a giocare molto più corto, perde di lucidità intestardendosi nel voler ricercare sovente il contropiede con un’avversaria che proprio a causa della scarsa mobilità non aspetta altro che una palla da colpire usufruendo di appoggi ben stabili.

Così dopo 16 punti, e 7 palle break complessive non concretizzate nel game da Mertens ed anche un esemplificativo errore di valutazione di Pavlyunchenkova – che si è pienamente disinteressata del colpo avversario, a testimoniare come la russa non credesse minimamente nella rimonta – sull’ennesimo mortifero pallonetto della belga, la n. 333 ha accorciato sul 2-3 prima di dare vita ad un filotto di tre games in fila sino ad inerpicarsi sul 4-3 in suo favore. In questa situazione di punteggio, dove è lampante come la consueta emotività degli incontri femminili abbia modificato il file-rouge dello scontro a livello psicologico e di conseguenza tatticamente e tecnicamente, la finalista del torneo di due anni fa alza decisamente i giri del motore del suo bimane con il quale inizia ad estrarre traccianti formidabili senza farsi neppure mancare una splendida palla corta di rovescio: in verità questa soluzione la sta mettendo in mostra in modo proficuo e continuativo sin dagli albori della sfida, sorprendendo a più riprese l’avversaria.

Elise trova forze insperate per tamponare l’emorragia e successivamente la regola del servizio, pur condizionato dal vento che ora soffia trasversalmente, incredibilmente per quello che è stato l’incontro fino a questo punto si mantiene intatta sino al dodicesimo game. Quindi sarà tie-break, c’è da dire che nonostante Mertens abbia retto l’onda d’urto di Anastasia, ritrovatasi bruscamente dopo il gentile cadeaux della 27enne di Lovanio che ha voluto rimetterla in partita, ha dato sempre la sensazione di essere in sofferenza e che il break russo potesse materializzarsi da un momento all’altro. Tuttavia non è stato così, ma ciò che più si evince rispetto al primo set e a prima che la belga si letteralmente “mangiasse” quello 0-40 sul 3-1 del secondo è la perdita progressiva del controllo degli scambi esasperando l’utilizzo del back e del chop e quindi spianando la strada alle indomabili mattonate di Pavlyunchenkova. E anche il jeu décisif non fa che confermare questa pericolosa tendenza per Elise: l’ex n. 11 domina in lungo e largo il tredicesimo gioco, improvvisandosi pure una volleatrice di primo ordine dopo invece i tanti errori commessi nei pressi della rete nel set precedente, suggellandolo per 7 punti a 3 al termine di 1h16‘ di durata.

La russa nel rush conclusivo della frazione si è fatta sentire sonoramente a livello vocale, così come aveva fatto Mertens nei frangenti cruciali per la conquista del set inaugurale. Un elemento, poi, fra gli altri che hanno smesso di funzionare da metà seconda ripresa per la semifinalista all’Australian Open 2018 è stata la seconda di servizio, lo avevamo ricordato in sede di presentazione: anche se incorre in doppi errori, non deve farsi piegare emotivamente da essi ma il problema è che i 5 in cui è inciampata nel secondo parziale sono arrivati senza neppure forzarla più di tanto.

Terzo Set: i doppi falli di Mertens non smettono di palesarsi, Anastasia fa quello che la belga non aveva fatto nel secondo set e chiude la partita

E purtroppo per la belga, il leitmotiv nonostante la pausa fisiologica rimane il medesimo. Parte con il 10° e l’11° doppio fallo della sua partita che permettono ad Anastasia di involarsi a freddo sull’1-0 e servizio, Elise avrebbe subito l’occasione per rimettersi in carreggiata, con Pavlyunchenova che concede qualcosa in battuta, ma spreca malamente la sua 10 palla break sulle 14 avute a disposizione dando così spazio al 2-0 Russia.

Poi va in scena un terzo game da 16 punti, con la 27enne di Lovanio che fa e disfa con il servizio ma che alla fine deve soccombere al doppio break di svantaggio, al quarto break point palesatosi nel gioco, e dopo anche tre palle game non sfruttate dalla belga. Prima che però la russa possa servire per salire 4-0, la tds n. 28 chiama il MTO per due diversi fastidi, alla coscia sinistra e alla schiena; mentre nel frattempo sull’altra panchina la tre volte quartofinalista a Melbourne si refrigera mediante due buste di ghiaccio posizionate sulle orecchie.

L’interruzione per permettere l’ingresso del fisioterapista, forse più tattica che dovuta effettivamente a reali problemi fisici, raffredda il braccio della 31enne di Samara che cade trappola del più classico dei passaggi a vuoto e vede il suo vantaggio ridimensionarsi: 3-1, giunto alla terza possibilità per Mertens dopo che Pavlyunchenkova aveva recuperato il 15-40.

Tuttavia è soltanto un effimero fuoco di paglia per Elise, che non porta a compimento il 40-15, si fa rimontare per riconsegnare così il doppio break alla russa: ironia della sorte, Anastasia fa quello che non era stata in grado di fare la giocatrice della Lotto; salire 4-1 e servizio anche perché i doppi falli belgi continuano imperterriti (siamo già a 14). Il match ormai è in cassaforte per la russa, fatale il mancato doppio-break di Mertens nel secondo, i doppi errori lato Elise giungono a 15 e Pavlyunchenkova si issa per ben tre volte a match point sul 5-1, il che avrebbe significato quarto break nel set contro Mertens – il settimo nel match – soprattutto grazie al sesto bimane winner nel parziale della n. 333; ma la tre volte vincitrice Majors in doppio non ci sta e alla fine con il terzo ace della sua partita prolunga l’attesa: 5-2.

Reazione tardiva di Elise? Sì, e se poi c’è l’aiutino dell’altra non può che esserci un unico risultato: ancora emotività a farla da padrone e Mertens accorcia le distanze. (5-3). Infine, come è consuetudine nel tennis femminile, ennesimo ribaltone di questa partita: la belga si rifarà definitivamente sotto? Macché, subito 0-40 e al quinto match point complessivo Pavlyunchenkova si qualifica per i quarti di finale al termine di oltre 3 ore di gran battaglia.

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