Iga Swiatek: numeri e record in crescita continua con la vittoria del Roland Garros

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Iga Swiatek: numeri e record in crescita continua con la vittoria del Roland Garros

Vediamo le statistiche della n.1 al mondo dopo il quarto Slam vinto

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Iga Swiatek - Roland Garros 2023 (foto Roberto Dell'Olivo)
Iga Swiatek - Roland Garros 2023 (foto Roberto Dell'Olivo)
 

Lo sport, e il tennis specialmente, passa spesso anche attraverso i numeri, le statistiche. I record sono un’arma fondamentale per definire il peso, il valore di un giocatore. E Iga Swiatek, che ieri ha vinto, per la prima volta anche soffrendo, il quarto titolo Slam della carriera, non fa eccezione. La polacca, che ha compiuto da poco 22 anni, oltre a stupire per la precocità con cui ha iniziato a vincere e per la forza di prendere in mano lo scettro di dominatrice del circuito, quasi a ogni torneo aggiorna un nuovo record, iscrivendo con sempre più determinazione il suo nome nella storia del tennis. Basti pensare che, con la vittoria di ieri, ha vinto non solo il quarto Slam, ma anche la quarta finale su quattro giocate. Solo altre due giocatrici erano state capaci, prima di lei, di vincere le prime quattro finali Major disputate, e non sono nomi da poco conto: Monica Seles, che arrivò addirittura a sei, vincendo il Roland Garros per tre anni di fila dal 1990, l’Australian Open back-to-back con il primo titolo nel ’91 e lo US Open 1991, perdendo la prima finale solo a Wimbledon 1992, e Naomi Osaka, che ha un record immacolato nelle finali Major, con vittorie allo US Open nel 2018 e nel 2020, e in Australia nel 2019 e nel 2021.

Oltre a questo impressionante killer instinct quando la pallina scotta, Iga è diventata anche la prima giocatrice capace di difendere il titolo a Parigi dal 2006, quando l’impresa riuscì a Justine Henin, che triplicò poi nel 2007. E, con la vittoria di ieri, è anche la quinta giocatrice capace di affermarsi tre volte a Parigi nell’Era Open, meno uno appunto dalla belga, a tre da Steffi Graff e quattro dalla primatista di vittorie in questo torneo Chris Evert. E le due grandi ex rivali, insieme a Seles, sono anche le uniche giocatrici capaci di raggiungere tre finali al Roland Garros prima di compiere 22 anni, rendendo dunque la polacca la quarta più giovane in questa impresa. Se si parla di precocità, però, Iga sa certamente come difendersi, essendo la giocatrice più giovane ad aver vinto almeno quattro Slam da Serena Williams, che vinse a 17 anni il primo (US Open 1999) e a 20, nel 2002, Roland Garros, Wimbledon e nuovamente il torneo di casa. Restringendo il campo a Parigi, l’attuale n.1 al mondo è di nuovo accomunata a Monica Seles: è infatti la più giovane, dai tre titoli della jugoslava tra il 1990 e il 1992, a vincere consecutivamente la Coppa dei Moschettieri.

Ma, oltre a colpire per la giovane età, ciò che davvero fa impressione di Swiatek è la sua difficoltà…a perdere. Se andiamo infatti ad analizzare in termini percentuali e basandoci sulle vittorie la carriera (giovanissima) di Iga, c’è da rimanere a bocca aperta. Da quando è diventata numero 1 al mondo (aprile 2022) ha disputato 28 partite negli Slam, perdendone due, contro Cornet a Wimbledon e contro Rybakina all’Australian Open, rispettivamente al terzo e al quarto turno. Dunque cinque Slam giocati, tre vinti (due Roland Garros, contro Gauff e Muchova, lo US Open contro Jabeur). Curiosamente sono cinque anche i tabelloni principali disputati sulla terra parigina in carriera dalla polacca che, nell’Era Open, vanta la seconda percentuale di trofei qui vinti in rapporto ai tornei giocati: il 60%, con la sola Margaret Court che si trova davanti rispetto a lei con il 75%, 3 su 4. E l’australiana è anche l’unica ad avere percentuali di vittoria più alta in un singolo Major, con incredibili 95,5% in Australia e 95,2% a Parigi, dove Swiatek vanta invece il 93,3%.

Numeri da capogiro, record infranti quasi quotidianamente, in una carriera tutta ancora da scrivere. Questo racconta finora la storia di Iga Swiatek che, a soli 22 anni, già può sedersi, con grandi numeri, al tavolo delle grandissime del tennis. Sulla terra già appare chiaro un dominio che potrebbe protrarsi negli anni, sul cemento le sensazioni ci sono, e sono anche ottime. Dovrà, Iga, avere l’umiltà e la caparbietà di lavorare e provare ad adattarsi anche all’erba. Allora sì che potrà a tutti gli effetti essere una delle stelle assolute del firmamento storico del tennis femminile. E potrà, senza vergogna, porsi sullo stesso piano di chi ha portato questo sport dalla cronaca alla storia.

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