Wimbledon: Eubanks, che storia! Rimonta Tsitsipas e vola ai quarti contro Medvedev. Lehecka si ritira

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Wimbledon: Eubanks, che storia! Rimonta Tsitsipas e vola ai quarti contro Medvedev. Lehecka si ritira

Capolavoro dell’americano, primo quarto Slam e primo top 5 battuto. Il ceco si ritira contro Daniil dopo due set

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Christopher Eubanks - Wimbledon 2023 (foto via Twitter @Wimbledon)
 

Un lunedì speciale, quello che apre la seconda settimana di Wimbledon, e che chiuderà il quadro dei quarti di finale. Un lunedì che attende Berrettini e Alcaraz, ma ha già fatto in tempo a diventare memorabile. Se Daniil Medvedev, sia per un tennis splendido mostrato, sia per i problemi fisici di Jiri Lehecka, che lo hanno costretto al ritiro dopo due set, ha faticato poco per il primo quarto di finale a Wimbledon, la situazione del suo avversario di mercoledì è molto diversa. Christopher Eubanks, che solo qualche mese fa ha raggiunto il primo quarto in un 1000 (a Miami, perdendo proprio contro il russo) e settimana scorsa ha vinto il primo titolo ATP, farà anche il suo esordio tra gli ultimi otto di uno Slam. A farne le spese uno Stefanos Tsitsipas incerto, a larghi tratti falloso e poco cinico nei momenti decisivi, che paga un gioco da prati ancora da affinare. Dunque il primo quarto di finale che va a comporsi, nella parte alta del tabellone, vedrà contro il n.3 al mondo Medvedev e la sorpresa Eubanks, in un match con il russo favorito ma tutt’altro che scontato.

[3] D. Medvedev – J. Lehecka 6-4 6-2 rit.

Il primo a passare, sfruttando le doti difensive che quasi annullano la progressione di Lehecka e sembrano rallentargli il braccio per l’impossibilità di prendere ritmo rapido, è Medvedev. Il russo trova un ottimo primo game, concede poco e porta all’errore l’avversario, che deve cercare di rispondere bene, e soprattutto di non assecondare il palleggio serrato di Daniil. Continua un set molto difficile per il ceco, costretto a giocare costantemente al di sopra del suo abituale ritmo, e ad evadere con soluzioni estemporanee (serve and volley), per tenere breve la distanza tra i due. Nel quinto gioco la tds n.3 ha due occasioni di mettere un doppio break tra lui e il ceco, bravo a salire ed impedirgli di martellare. Non varia il copione con l’evolversi dei giochi: Lehecka fa, disegna il campo, attacca, Medevdev semplicemente rimette tutto nel campo avversario, e spinge nei momenti caldi così da impedire una reale fiducia all’avversario. Il n.3 al mondo chiude, con il quarto ace (due dei quali sullo 0-30 nel sesto game) un primo set chirurgico, tenuto in mano dall’inizio alla fine, capitalizzando la pressione che ha all’inizio schiacciato il ceco, e qualche problema (una vescica, chiama medical time out a fine primo) che lo ha attanagliato nel finale, impedendogli di giocare al meglio un paio di punti decisivi.

Se nel parziale d’apertura era il gioco a dare ragione al russo, nel secondo emergono, in modo netto, problemi di mobilità per Lehecka. Il ceco è costretto a giocare quasi da fermo, accusa gravi difficoltà sugli spostamenti, che non gli permettono di trovare un buon palleggio o bloccare lo straripante Medvedev odierno, che trova così il break nel terzo game. Un infinito quinto gioco (anche a causa di un malore sugli spalti) che interrompe la partita, vede una piccola rinascita di Lehecka. Il ceco, pur soffrendo nello spostarsi, e necessitando di appoggi fissi da fondo, annulla quattro palle del doppio break all’indiavolato Daniil, trovando un fondamentale alleato nel serve and volley (kick e chiusura alta). Alla lunga i limiti fisici si dimostrano però troppo ampi: nello scambio Lehecka non tiene il passo del russo, che rimanda di continuo palle pesanti, profonde e anche angolate, che impediscono a Jiri di giocare come vorrebbe e come sa, specie se mancheranno ancora le variazioni.

Finisce 6-2 il secondo set, che coincide, com’era già nell’aria, anche con la fine del match. La vescica ha letteralmente privato della necessaria mobilità per una partita degna di essere chiamata tale il n.37 al mondo, costretto a ritirarsi sotto di due set a zero, onde non peggiorare la situazione. Hanno pesato sicuramente i cinque set con Paul, per quanto il Medvedev visto sin dall’inizio, e che conquista il primo quarto Slam del 2023 (primo in carriera a Wimbledon) appariva onestamente fin troppo lontano.

C. Eubanks b. [5] S. Tsitsipas 3-6 7-6(4) 3-6 6-4 6-4

Il secondo set, a conti fatti, segna la svolta del match: sono varie le occasioni per Tsitsipas di mettere due set di scarto tra lui e Eubanks, sprecate malamente, e che portano al rientro a pieno titolo nel match da parte dell’americano. Il terzo parziale, ben iniziato da Chris, che cerca di accelerare gli scambi, vede un brutto crollo nel quinto gioco da parte dell’ultimo giocatore a stelle e strisce rimasto, che capitola con un doppio fallo regalando il break al greco. Questi, in scioltezza e concedendo meno delle briciole, ben giostrandosi tra un servizio che gira e una resa da fondo nettamente superiore rispetto all’avversario, chiude un ottimo terzo set, giocato a ritmo altissimo e chiedendo tanto ad un dritto su cui poco ha potuto, con il suo gioco a tratti troppo leggero, Eubanks.

Il quarto set procede liscio sui binari del servizio, con il greco che dà qualche problema di più in risposta, senza riuscire però a scalfire la corazza di uno Eubanks capace di trovare il giusto equilibrio a servizio, e rischiare o con attacchi in slice o ricorsi al serve and volley per spezzare il ritmo e non permettere al greco di imporsi da fondo con il dritto. Uso senza freni dello slice, e gran sensibilità, guidano a un’importante palla break l’americano, che cozza però contro un’ottima uscita dal servizio di Tsitsipas, più fermo nei momenti decisivi. Ma, alla lunga, chi di doppio fallo ferisce, di doppio fallo perisce: quello che è probabilmente il game più divertente del quarto set, il nono, in cui il n.43 al mondo trova un’altra palla break, chiamando a rete il greco e spezzando il ritmo da fondo dalla diagonale sinistra, si conclude con un doppio servizio sbagliato dalla tds n.5, che si fa un po’ aggredire dal nervosismo. E, con un game al servizio cinico, perfetto, in cui mette solo prime, Eubanks chiude un quarto set in cui gioca a braccio sciolto, senza forzare, credendoci fino alla fine, e riuscendo a forzare il parziale decisivo sui prati del campo n.2.

L’americano, sorriso in volto e braccio che quasi va da solo (specie sul rovescio), cavalca l’onda lunga del set vinto, e per primo porta a casa un break nel quinto, tenendo da fondo, variando, e soprattutto trovando un lungolinea vincente dal lato sinistro di altissimo livello, che lascia fermo l’avversario. Prosegue il set con Tsitsipas che trova certezze al servizio ma è incapace di trovare soluzioni in risposta. Eubanks serve maledettamente bene, con battute forti e ben piazzate, onde evitare lo scambio, o quantomeno indirizzarlo subito per dargli la possibilità di concretizzare o andare poi a reclamare a rete. Il destino, sotto il cielo di Londra, sembra oggi proprio aver preso le parti della bandiera a stelle e strisce: Eubanks, dopo aver subito il contro-break facendosi prendere dalle provocazioni e da un gioco più stuzzicante del greco, trova un gioco in risposta di rara bellezza. Top a tutto braccio, slice profondi che affondano, volée in stile trincea, tutte dal lato sinistro (il suo forte), permettono a Christopher di ristrappare il servizio e scavare un solco importante.

Trema un po’, in un decimo game che profuma di sogni, il braccio di Eubanks. Trema il giusto, arriva al rischio di due palle break. Lì ci si aspetta che il campione, n.5 al mondo, faccia valere l’esperienza. Ma è l’americano a farsi valere, a stento dà chance di giocarsela a Tsitsipas che, poco dopo, dovrà soccombere ad un ace e un dritto vincente, manifesti di una fiducia talmente forte da divorare ogni tensione. É un epilogo giusto quello che promuove Eubanks, che sarà almeno n.31 al mondo. Se il rovescio funziona e il servizio gira come oggi, difficile precludere qualsivoglia cosa ai sogni di Chris. Per Tsitsipas, invece, ancora un americano, come fu John Isner cinque anni fa, a sbattergli in faccia la porta dei quarti di Wimbledon.

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