Wimbledon, le chiavi di Berrettini-Alcaraz: perché si può (deve) sognare

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Wimbledon, le chiavi di Berrettini-Alcaraz: perché si può (deve) sognare

Come e perché Matteo può farcela contro il n.1 al mondo. Numeri e tattiche del match del giorno

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Berrettini 3T WIm 2023
 

Era nell’aria. Già da quando si era sul 2-0 contro Zverev, quando la palla viaggiava una meraviglia e il servizio era imprendibile, era scritto quasi nella pietra che oggi Matteo Berrettini sarebbe stato chiamato a sfidare l’enfant prodige che tanto enfant non è più già, Carlos Alcaraz. Non è la prima volta che i due si incontrano (2-1 per lo spagnolo i precedenti, ma l’unico negli Slam porta il nome di Berrettini, all’Australian Open 2022), ma sarà il battesimo sull’erba uno contro l’altro, la sfida tra gli ultimi due vincitori del Queen’s. La superficie, non prendiamoci in giro, strizza decisamente l’occhio all’azzurro, e non solo perché due anni fa arrivò a due set dall’alzare il trofeo al cielo di Church Road, ma per i numeri in carriera, che tratteggiano la padronanza e la serenità che gli dà lo spostarsi in laterale sui prati: 43 partite giocate, 36 vinte, con record di 13-3 a Wimbledon in 4 partecipazioni.

Carlitos, anche per chiare motivazioni anagrafiche, ha meno match sull’erba, ma comunque numeri da non sottovalutare: 12-2 il record, con 8 di queste vittorie arrivate negli ultimi 20 giorni, anche superando prove non scontate. Lo spagnolo ha sofferto contro Jarry al terzo turno, evitando per un pelo il quinto set, ma ha mostrato ottima confidenza con il Centrale, sia sfruttando il servizio in kick che le invidiabili doti di corsa, per aprirsi il campo o forzando o cercando l’amata palla corta, per poi andare ad incassare a rete. Dall’altra parte un Berrettini che finalmente, tornando a respirare l’ebbrezza della vittoria, è riuscito a ritrovare anche il piacere, la serenità, e la forza di giocare a braccio sciolto. L’azzurro, in tre match (e 10 set) giocati è il terzo giocatore dei Championships per punti vinti mettendo la prima in campo: 186 su 217, quindi un mostruoso 86%, che ben fotografa il determinismo dell’accoppiata servizio e dritto di Matteo.

Non che l’avversario odierno, però, lasci andare così facilmente le risposte: il n.1 al mondo (anche lui 10 set giocati) è infatti il terzo giocatore per punti vinti in risposta alla prima, ben 94, 17 in meno del leader Safiullin (!), già però qualificato ai quarti. Dunque, per quanto entrambi abbiano risorse fruttuose nei colpi di inizio gioco, chiaro che oggi ognuno dei due punterà su una precisa qualità per anestetizzare quella avversaria. Matteo non potrà prescindere da una stragrande maggioranza di prime, forti ma anche con le giuste dosi di variazioni, così da destabilizzare lo spagnolo e cercare di impedire di fargli prendere ritmo sin dalla risposta. Il dritto dell’italiano, specie in uscita, è tra i migliori al mondo per potenza e resa, ma la capacità dello spagnolo di esaltarsi nello scambio lungo, e soprattutto di sfruttare la palla corta o un costante forcing dal lato del rovescio, potrebbero essere gravi talloni d’Achille per il nostro.

Berrettini sa di potercela fare, per quanto sa che dovrà scalare una montagna. Ha l’occasione di farlo però sulla sua superficie preferita, su quello stesso campo che nell’estate di due anni fa lo rese immortale e lo catapultò in una spirale di successo che probabilmente mai avrebbe immaginato. Ha inoltre un record di 7-2 al quinto set, Alcaraz di 8-1, e quell’unica sconfitta proviene proprio dalle corde della racchetta del romano, che oggi, oltre a puntare al settimo quarto di finale Slam della carriera, proverà anche a battere per la prima volta, al quarto tentativo, un n.1 al mondo. Per Carlitos sarebbe invece la quinta volta tra gli ultimi otto di un Major, la prima a Wimbledon, la seconda da n.1 dopo aver demolito Tsitsipas a Parigi. Quello di Matteo è un sogno che, giocando al meglio le proprie carte, consapevole di aver fatto tanto, di essere oggettivamente tra i migliori al mondo su erba, potrebbe rivelarsi realtà. Non prima delle 18:30, dunque, sul sacro prato del Centrale, il gigante buono tricolore sfiderà il diablo di Murcia, con un Paese intero alla finestra a crederci. Solo i bookmaers sembrano avere una visione netta, nell’altro senso: la vittoria di Matteo paga infatti 2,90 volte la quota Sisal, 3 su Bet365 e Snai, mentre il passaggio del n.1 al mondo 1,40 su queste ultime due, 1,42 sulla prima.

Nota a margine: prima di catalizzare le attenzioni, dovute, sul Centrale, il programma odierno presenta un lauto antipasto, a partire dalle 14:00 sul campo 1. Daniil Medvedev, che sta iniziando a divertirsi anche sull’erba, sfiderà il “piccolo Berdych” Jiri Lehecka, che sta mostrando un tennis spumeggiante, godibile e decisamente efficace in questo Wimbledon, sognando di replicare tanto di buono fatto su questi prati dal celebre connazionale. Pulizia e stile da scuola tennis contro lo sgraziato e mortifero martellare da fondo del brutto anatroccolo. Potrebbe, se entrambi accendono la lampadina del bel gioco e sin dal servizio riusciranno a battezzare il prato, tranquillamente la partita del giorno, modo giusto per prepararsi ad ammirare le martellate di Matteo e le frustate di Carlitos.

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