[1] N. Djokovic b. [8] H. Rune 7-6(4) 6-7(1) 6-3
Novak Djokovic raggiunge Jannik Sinner in testa al Girone Verde dopo la prima giornata delle Nitto ATP Finals grazie alla vittoria messa a segno su Holger Rune, come da pronostico almeno per quanto riguarda l’esito finale, giunta al temine di tre ore e quattro minuti di lotta sul filo di un equilibrio rotto solamente a metà del parziale decisivo per il 7-6(4) 6-7(1) 6-3 conclusivo.
Una prestazione di ottimo livello da parte di Djokovic, magari con qualche occasionale sbavatura e spesso subendo l’esuberanza giovanile, ma sempre in controllo e compiendo le giuste scelte quando il punto doveva essere vinto con l’eccezione a dir poco vistosa ma alla fine irrilevante del secondo tie-break.
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Rune chiude una performance sicuramente consona all’evento con saldo winner-unforced di 49-29 (18 gli ace), ma è innanzitutto mancato nelle due occasioni in cui era chiamato a consolidare il break. E al terzo ne aveva di più quello nato nel 1987 che si aggiudica così il loro quinto confronto diretto, il terzo dell’anno con vittoria danese a Roma e rivincita in quel Parigi-Bercy di Nole, il quale passa così a condurre il conto delle sfide.
Diciannovesima vittoria consecutiva per Djokovic (ultima sconfitta in finale a Wimbledon con Alcaraz) che vale il primo passo nella giusta direzione verso il settimo titolo di Maestro (staccherebbe Roger Federer) e, soprattutto, la certezza matematica del numero 1 di fine anno per l’ottava volta. Oltre che di superare le 400 settimane in vetta al ranking…
Primo set – Holger aggressivo spreca il vantaggio
Rune sceglie di lasciare la battuta all’avversario e lo sorprende subito con una risposta vincente, poi vince uno scambio da 14 colpi. Djokovic non si scompone, mette due prime e approfitta di due errori (chissà cosa avrà pensato Boris Becker nell’angolo danese della volée affossata). Anche Holger fa il suo in battuta, sebbene esibisca presto un suo cavallo di battaglia (palla comoda sopra la rete e sassata senza guardare dove lo aspetta Novak) ed eviti di bissare l’errore al volo lasciando un passante che resta in campo.
Però è carico, il ventenne il numero 8 del seeding, anche se in realtà ancora n. 10 del ranking ufficiale, ma ottavo da lunedì nella classifica (retroattivamente) valida per la qualificazione a Torino. Risponde alle seconde da quasi un metro dentro il campo e forse anche per quello Djokovic commette un doppio fallo sulla palla game dopo essere risalito da 15-40 e finisce per cedere la battuta al quinto gioco. Rune però non conferma e lo fa alla grande, con due doppi falli, seguendo a rete un dritto a sventaglio colpito dietro la riga di fondo in corrispondenza del corridoio (Adel Nour dovrebbe dargli pure un warning per tale scelta) e una smorzata che è la versione orrida di quella perfetta giocata tre punti prima.
4 pari, il gioco si infiamma riaprendosi dal nulla con Holger che trafigge due volte l’avversario e approfitta di un errore difendendo dietro la scritta Torino, ma Nole mette due prime spegnendo qualsiasi velleità dell’altro, a suo volta bravo a rimediare lo 0-30 successivo. Nel mezzo, un soft warning (l’avvertimento per un eventuale, futuro, vero avvertimento) di Adel Nour a Djokovic per il tempo massimo tra i punti; il serbo replica che gli nascondono lo shot clock.
In risposta Rune piazza ancora un paio di bei punti e chiede al pubblico di farsi sentire, presto imitato da Novak – giusto il tempo di smorzargli l’entusiasmo. Il ventiquattro volte campione Slam gioca con grande lucidità ma non è perfetto, manca un dritto che lo avrebbe portato a set point e gli tocca giocarsi un tie-break: non è un gran male, visto che quest’anno ne ha vinti 28 su 34.
E infatti il copione è rispettato, con Rune che si prende rischi, sbaglia e si ritrova tre set point da salvare. Uno va bene, ma la seconda slice seguita a rete viene punita da un drittone fotonico di Djokovic.
20 vincenti e 9 errori per Rune contro il 14-10 avversario a testimoniare sia l’ottimo livello offerto al pubblico, sia il diverso peso dei punti che, tradotto, significa che un gran vincente rispondendo sul 40-0 diventa un “fuori di poco” nel tredicesimo game. Un Rune preso di mira sul dritto dalla seconda, ma che di dritti ne ha complessivamente colpiti appena quattro più dei rovesci.
Secondo set – Holger e l’insostenibile peso del vantaggio, di nuovo
Il rischio che il secondo set scappi subito verso Belgrado pare sventato dall’atteggiamento positivo e propositivo di Rune che con calcolata aggressività brekka per il 2-0. Com’era successo nel primo parziale, tuttavia, Holger si blocca, manca il bersaglio su una seconda e lascia una palla buona; un ace e un vincente dopo un lungo scambio lo salvano da sinistra, ma due incursioni a rete (apprezzate dal pubblico ma insensate) vengono castigate da altrettanti passanti. Il 2 pari arriva poco dopo e con esso, ça va sans dire, sparisce l’ansia da vantaggio e riappare l’ottimo Rune.
Punteggio che ritorna senza patemi guidato dalla battuta fino al decimo game, quando Djokovic rimedia al 15-30 chiudendo a rete uno scambio comandato senza rischi, ma il lungolinea bimane vincente lo mette di fronte al set point: prima esterna precisa e la palla non gli torna indietro. Ancora qualche scambio divertente e alcuni gran colpi da parte di entrambi prima di un nuovo tie-break. Questa volta riportiamo il bilancio danese 22-11.
Djokovic si ritrova sotto 2-0 dopo aver sbagliato una chiusura elementare: il mondo al contrario. Da lì è tutta una discesa – da intendersi con diverse accezioni a seconda del contendente – verso il 7-1 che rimanda tutto alla terza frazione. 20-11 e 16-8 i vincenti/gratuiti del classe 2003 e del trentaseienne, rispettivamente.
Partita finale – Chi riuscirà a confermare il break?
E intanto quasi due ore e mezza se ne sono andate. Se ne va anche il primo turno di battuta di Rune, aperto da un’ottima risposta noliana a cui seguono orrori danesi. Sul 2-0, ora tocca a Djokovic confermare ma anch’egli fallisce. Raggiunta la panchina, non fallisce invece due interventi a gamba tesa su altrettante malcapitate racchette e Nour gli dà il warning per comportamento antisportivo.
Settimo doppio fallo per Rune che finisce per fronteggiare una palla break, annullata con la volée (27° colpo dello scambio) dopo la smorzata. Le gambe però pesano, lui affretta e un paio di punti dopo è 4-2 Nole che questa volta consolida. Holger fa il suo, ma Djokovic è perfetto nel turno di servizio che più conta e lo chiude a zero.
Martedì, quando toccherà di nuovo al Green Group, ci sarà quella che già dal sorteggio è considerata la sfida tra i due favoriti per il passaggio in semifinale (e anche qualcosa di più), vale a dire tra Jannik Sinner e Novak Djokovic. Oltre naturalmente all’incontro fra i due sconfitti della domenica, Tsitsipas e Rune.