Dopo le ATP Finals di Torino è nata una vera Sinner-Mania in Italia

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Dopo le ATP Finals di Torino è nata una vera Sinner-Mania in Italia

Jannik Sinner chiude l’anno con 6490 punti (altro record), in Italia si parla solo di lui

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Jannik Sinner - Nitto ATP Finals 2023 Torino (foto Twitter @atptour)
Jannik Sinner - Nitto ATP Finals 2023 Torino (foto Twitter @atptour)
 

Ricordo la prima edizione delle ATP Finals a Torino, nel 2021. Matteo Berrettini era senza dubbio la star del momento, la stella del tennis italiano. La città era meno preparata, le strade più vuote, le piazze più tranquille. Il Covid aveva lasciato strascichi di paura e incertezza ancora notevoli, ma nonostante questo, gli appassionati di tennis fremevano all’idea di incontrare Berrettini e gli altri 7 giocatori più forti del mondo per le strade di Torino. Dopo un anno e mezzo di lotta contro la pandemia, c’era bisogno di energia, di sport e soprattutto di condivisione. Proprio per questo, l’infortunio, il primo, sul centrale del Pala Alpitour fu ancora più tragico in un momento del genere. Il tennista romano fu costretto a fermarsi nel match d’esordio contro Zverev per un infortunio agli addominali, tra le lacrime, sue, e di tanti tifosi. Jannik Sinner fu chiamato a sostituirlo come riserva. Ma in quel momento particolare, il confronto non riuscì a reggere. Sinner venne accolto con un entusiasmo trattenuto, distaccato. C’era una lieve diffidenza nell’aria, si sentivano già le persone chiedersi “ma è veramente italiano?”. La delusione e la tristezza di aver perso Berrettini alle prime Finals di Torino annebbiarono la vista di tanti che ancora non sapevano di avere davanti il più forte tennista italiano di tutti i tempi.

Un 2022 forse sottotono ma sicuramente di assestamento

L’anno seguente, per Sinner, fu un anno di cambiamenti, di tentativi e di qualche sfortuna di troppo, forse legate al fisico ancora in fase di sviluppo. Jannik Sinner si separò dal coach di una vita, Riccardo Piatti, e si mise nelle mani di Simone Vagnozzi, accompagnato in seguito da Daren Cahill. C’era tanto lavoro fisico da fare, tanto perfezionamento tecnico e la costruzione di un team che doveva ancora trasformarsi in famiglia. Fu un anno complicato, accompagnato da numerosi infortuni che lo videro costretto a ritirarsi contro Cerundolo ai quarti di Miami, contro Rublev agli ottavi del Roland Garros e contro Rune in semifinale a Sofia e, persino, ad abbandonare il Masters 1000 di Indian Wells. L’infortunio alla mano, l’ultimo dell’anno, lo costrinse ad abbandonare anche la fase finale di Coppa Davis.

Sinner chiuse la stagione 2022 con la partecipazione a 19 eventi rispetto ai 26 del 2021. Ma nonostante questo, si disse soddisfatto dei risultati ottenuti nei principali tornei, migliori rispetto a quelli dell’anno precedente: tre quarti di finale Slam (Australian Open, Wimbledon, US Open) e gli ottavi di finale al Roland Garros. Si parlava di Sinner, sempre di più, ma se ne parlava ancora in modo molto conservativo. Il pubblico italiano non riusciva a sbilanciarsi con sicurezza riguardo al futuro del giovane altoatesino, non c’era ancora un chiaro trasporto emotivo negli occhi di quelli che già si definivano parte del Sinner fan club. Eppure, come scritto dodici mesi fa, Sinner chiuse l’anno 2022 come lo sportivo italiano più ricercato su Google per confermare la voglia di crederci, l’aspettativa nascosta e scalpitante, presente nel cuore già di molti italiani.

Il 2023 di Jannik Sinner, non ha semplicemente ripagato quell’aspettativa, l’ha superata, oltrepassandola ad una velocità inaspettata. È andato oltre l’immaginazione degli italiani che un anno prima cercavano il nome Sinner nella barra di ricerca di Google.

Un 2023 che ripaga tutto il lavoro fatto

Il ragazzo dall’accento riconoscibile e il sorriso genuino di chi non finge mai ha chiuso l’anno con 6490 punti. Nessun tennista italiano aveva mai chiuso l’anno con così tanti punti dal 2009, ovvero da quando l’ATP utilizza questo sistema di punteggio. Per capirci meglio, nel 2010, sarebbe stato dietro solo a Nadal (12450) e Federer (9145). Sarebbe stato davanti persino a Djokovic (6240), oggi il suo nuovo miglior nemico. E che cosa rappresentano questi 6490 punti? Sono il risultato di 64 vittorie su 79 match disputati. Sono il riassunto di quattro titoli conquistati: il torneo ATP 250 di Montpellier, il primo Masters 1000 a Toronto, due tornei ATP 500 (Beijing e Vienna). Ma non solo. Questi punti rappresentano la semifinale raggiunta a Wimbledon, le prime vittorie contro i top 3, la finale raggiunta alle Finals. “Però alla fine è arrivato secondo” hanno detto i più scettici dopo Torino. Ma ricordiamoci sempre che il secondo è quello che viene dopo il primo, non sarà come l’oro, ma l’argento è pur sempre argento.  

Dopo aver parlato di storia e di numeri, veniamo alle conseguenze dell’eruzione di un vulcano che abbiamo osservato per due anni. Veniamo alla situazione emotiva di una Nazione che ha scoperto il tennis o, che se già lo conosceva, ha scoperto una vera e propria: “Sinner-Mania”.

Torino, una città ai suoi piedi

Per chi cresce guardando il calcio allo stadio, le folle impazzite per gli idoli sportivi non impressionano più di tanto, anzi fanno parte della routine. Ma quanto visto a Torino è diverso. La folla impazzita fuori dai Principi di Piemonte (l’albergo degli 8 giocatori durante le Finals), solo per salutare Sinner, è stato qualcosa di nuovo. Centinaia, forse migliaia di persone che aspettavano fuori dal negozio della Nike per vedere l’esibizione insieme a Carlos Alcaraz, la folla in Piazza Castello per vederlo entrare a Palazzo Reale durante la serata di inaugurazione. Questo, non era mai successo, non in una città come Torino, e non per un tennista italiano. Entrando nei bar, al supermercato, nei ristoranti, si vedeva gente di qualsiasi età fissare uno schermo, e ascoltare quel rumore in sottofondo di scarpe che scivolano in corsa sul cemento e il suono inconfondibile della pallina colpita con violenza dalle corde della racchetta.

Sinner è il giocatore di tennis numero 4 al mondo in classifica. È italiano, non ha la lavastoviglie a casa, cerca di non guardare mai il cellulare, ha i capelli rossi, un coraggio invidiabile sul campo e un’umiltà esemplare fuori. Senza fretta e silenziosamente, ha conquistato il cuore degli italiani, di tutti, anche di quelli che non se lo meritavano. Non lo tifavano perché non gli dava niente a cui aggrapparsi, nessun tratto personale nel quale riconoscersi. Alla fine, Sinner gli ha dato il tennis e l’ha fatto parlare al posto suo. L’hanno messo su tutte le copertine e nella maggior parte delle pubblicità. L’hanno messo come premio alle aste di beneficenza e intonano i cori per lui allo stadio di San Siro. Non ci sarebbe da sorprendersi se su Netflix uscisse una serie nel giro di due mesi intitolata “La vita di Sinner”.

Ma questa Sinner Mania, per il momento, non è nient’altro che confortante. Perché la nostra stella italiana di 22 anni ha ricordato all’Italia che l’impegno e l’umiltà sono ancora due valori importanti e sufficienti per avere un enorme successo.

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