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Natale e 2024: gli auguri di Ubitennis. È stato un grande 2023 per il tennis, ma il 2024 me lo aspetto ancora migliore. Grazie a Sinner ma non solo

Sogno uno Slam di Jannik e non vedo perché Musetti, Arnaldi, Sonego non possano crescere. L‘incognita Berrettini. Sarà più duro ripetersi per Djokovic. I quattro più forti, con Alcaraz e Medvedev sono…cinque.

Last updated: 26/12/2023 18:51
By Ubaldo Scanagatta Published 24/12/2023
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20 Min Read
Jannik Sinner a San Siro - dicembre 2023 (foto Twitter @janniksin)

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Accenno ora al fatto che nel 2021 il tennis italiano conquistò otto titoli ATP con Sinner, Berrettini e Sonego, nel 2022 cinque titoli con Sinner, Berrettini, Musetti e Sonego, quest’anno quattro titoli ma tutti con Sinner (un 250 a Montpellier, un 1000 a Toronto, un 500 a Pechino e un altro 500 a Vienna).

Io mi aspetto che Sinner faccia molto meglio nel 2024, di certo farà meglio negli Slam che lo hanno visto stoppato in ottavi in Australia (Tsitsipas), al secondo turno in Francia (Altmaier), in ottavi a New York (Zverev) e meno male che c’è stata la semifinale di Wimbledon e tutto il secondo semestre. Ma mentre penso che Jannik sarebbe perfettamente in grado di vincere uno o anche due degli Slam su cemento e erba (meno sulla terra…), sono fiducioso anche sui progressi degli altri tre azzurri compresi fra i top 50 (Musetti 27, Arnaldi 44 e Sonego 46). L’incognita è Berrettini, oggi n.92 ma out dai primi 100 se non riesce a giocare in Australia…

In questi giorni sono usciti diversi articoli che hanno ripercorso l’annata dei tennisti italiani, le loro “cambiali” da riscattare nel 2024, le loro pagelle. Vi consiglio di leggerli o rileggerli.

Pagelle degli italiani: Sinner non ancora da 10. Sufficienza stiracchiata per Musetti. Berrettini NC

Lorenzo Musetti, obiettivo best ranking: dove e quando scalare la classifica nel 2024

Jannik Sinner, si punta sempre più in alto: dove e quando scalare ancora il ranking

Per quanto riguarda le ragazze, anche qui abbiamo 5 rappresentanti nelle top-100, ma non della stessa qualità dei colleghi maschi, sebbene salvo Trevisan e Giorgi, le altre tre abbiano raggiunto nel corso dell’anno il loro best ranking. A fine anno ritroviamo Paolini n.30, Trevisan n.42 (Martina ha perso posizioni), Cocciaretto n.46, Giorgi n.53, Bronzetti n.62.

Mi auguro e le auguro soprattutto che nel 2024 Tathiana Garbin vinca la sua dura battaglia contro il tumore che l’ha costretta più volte in ospedale.

Aprendo una piccola pagina dedicata al tennis internazionale Djokovic è atteso da un’annata durissima. Quella in cui compirà 37 anni a maggio. Per far meglio del 2023 dovrebbe realizzare il Grande Slam, oppure rivincere 3 Slam e aggiungerci quell’oro olimpico finora sfuggitogli.

Ma secondo voi Alcaraz, Sinner, Medvedev …e Rune che penso sarà più competitivo di Zverev, Shelton e Tsitsipas, nell’ordine, gli lasceranno il passo?

Io non credo. Qualche piccola crepa nella condizione psicofisica di Nole a mio avviso si è intravista nel finale di questa stagione. Anche se i punti ATP di margine su Alcaraz a fine anno sarebbero stati ben di più se Nole avesse potuto giocare tutti i Masters 1000 del Nord America.

Nel tennis femminile Iga Swiatek sulla terra è…in realtà una extraterrestre. E credo lo resterà. Sul cemento continueranno a poter vincere in tante, Sabalenka, Gauff, Rybakina, Jabeur.

Per quanto riguarda Ubitennis, infine, non so come io possa credere di continuare a crescere di altri milioni di visite e visualizzazioni anno dopo anno.

Però ci credo. La qualità del tennis italiano me lo fa credere. Il boom di interesse che, con l’attenzione che i media gli stanno riservando, avvicinerà altri giovani al nostro sport. Impossibile non essere ottimisti.

Un sogno? Mi piacerebbe poter svolgere il mio/nostro lavoro con meno ostacoli… burocratici, questo sì.

Sono stufo di dover “mendicare” accrediti stampa soltanto per poter lavorare di più e meglio, come se dovessimo giustificare a destra e manca tutto il grande lavoro che facciamo –oltre 5.000 articoli l’anno (non solo articoli e foto, ma audio, video, presenze su tutti i social) – e che dovrebbe essere apprezzato da chiunque (FITP, ATP, WTA, ITF, SLAM) sia chiamato a svolgere compiti istituzionali di promozione del tennis.

Un compito che noi di Ubitennis promuoviamo con inesauribile passione, abnegazione e spirito di sacrificio.

Eppure non avete idea invece di quanti bastoni fra le ruote ci vengano messi, quante “sante inquisizioni” vengano scatenate per un inutile video di un ridicolo allenamento o le immagini scattate in un corridoio di un torneo (non si dice uno spogliatoio, non si dice una fase di gioco eh, lì si capisce che debbano essere rispettati diritti tv di società che hanno pagato milioni) apparso qua o là. Basta un nonnulla per venir trattati come i peggiori “banditi” che non rispettano regole non scritte e mai comunicate dai singoli tornei e che – peraltro – non avrebbero neppure alcun senso razionale d’essere scritte.

Troppo spesso in tempi di social super invasivi i giornalisti non possono scattare una foto, un video che tutti coloro che giornalisti non sono possono invece tranquillamente fare, girare, scattare. Ma che magari poi diventano virali e allora ecco che possono essere ripresi da tutti. Ma che senso ha tutto ciò? Cui prodest? Perché poi? Possibile che non ci si accorga che i tempi sono cambiati? Che il giornalismo deve potersi esprimere con mezzi diversi rispetto a un tempo?

Alla base di tante difficoltà che chi scrive negli anni si è trovato ad affrontare, c’è ovviamente quell’autonomia e indipendenza politica che ogni autorevole media, ogni buon giornalista dovrebbe mirare a proteggere, anche rischiando di far la figura dei Don Chisciotte. E alla quale però troppi – media per ragioni commerciali, giornalisti per quieto vivere –   purtroppo decidono di rinunciare …onde scansare abusi e problemi, oltre che magari per ottenere qualche piccolo privilegio, una intervista in più a questo o quel giocatore, tecnico, dirigente, un’informazione (o soffiata) più tempestiva, un biglietto di favore, un invito. Quando ci rifletto su provo una gran tristezza. Anche perché spesso mi sento solo (ad eccezione naturalmente dei collaboratori di Ubitennis che tutto sanno).

Nel fare gli auguri a tutti i lettori, e a me stesso perché le cose appena accennate avvengano in misura sempre minore (non spariranno mai, lo so), devo da una parte ringraziare tutti i ragazzi, giovani e meno giovani, che collaborano con sempre grande entusiasmo a Ubitennis – i part-time sono con il tempo diventati quasi una trentina (!), il problema più grosso è diventato il coordinarli –  segnalando altresì che sono sempre aperte (scrivendo a joinus@ubitennis.com ) le porte per nuove collaborazioni per chiunque voglia imparare il mestiere di giornalista vivendolo sul campo (al computer come sui tornei piccoli e grandi) costruendosi una gran bella vetrina, un buon CV e magari un tesserino giornalisti. Le cose da fare sono sempre tante, così tante che non potete immaginare, oggi che non c’è solo scrittura sul sito, ma anche audio, video, traduzioni, live, e si deve agire spesso contemporaneamente  su social sempre nuovi e in continua evoluzione, cercando di far crescere i followers su Facebook, Instagram, Twitter (o X come si chiama adesso), TikTok e chi più ne ha più ne metta. Perché l’unione dei diversi media contribuisce a fare la forza.

E oltre a Ubitennis.com, il sogno più ambizioso è quello di far diventare anche Ubitennis.net e Ubitennis.es dei siti in lingua inglese e spagnola apprezzati nel mondo, utilizzando certe sinergie che costa fatica solo il pensarle ma al tempo stesso è uno spreco non farlo. Quest’ultimo è un obiettivo quasi impossibile da centrare senza un maggior coinvolgimento di collaboratori appassionati di tennis e di madre lingua. Ma ci proveremo, anche se collaboratori con quelle caratteristiche e’ difficile trovarli.

Ho nuovamente abusato della vostra pazienza perché la mia forza di far crescere sempre di più questa creatura, Ubitennis, nata 15 anni fa, inevitabilmente mi trascina!

Chiedo scusa e rinnovo i migliori auguri, Natale e Anno Nuovo, a chiunque ci voglia bene. Io vorrei abbracciare tutti i nostri lettori uno per uno.

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