Come un fulmine a ciel sereno. Una sorta di meteorite piombato improvvisamente sui cieli languidi dell’universo tennistico mondiale. È arrivata più o meno così la notizia della separazione – dopo sei anni e ben dodici Slam vinti insieme – fra il numero uno del mondo, Novak Djokovic ed il suo coach (ed ex stella del circuito ATP) Goran Ivanisevic.
Nulla di preventivabile, in verità. Già. Perché anche nel recente passato non vi era stata alcuna avvisaglia al riguardo. O, almeno, non sotto gli occhi dei riflettori. Neanche quando il ventiquattro volte campione Slam, aveva annunciato la sua non-partecipazione all’Open 1000 di Miami.
Una separazione, quella tra il campione serbo ed il vincitore di Wimbledon edizione 2001, che ha quasi del clamoroso e che Nole ha spiegato attraverso un post su Instagram. Queste, le sue parole: “Ricordo chiaramente il momento in cui ho invitato Goran a far parte della mia squadra. Era il 2018 e Marian ed io stavamo cercando di innovare e portare un po’ di magia al nostro duo. Infatti, non solo abbiamo migliorato il servizio, ma ci siamo fatti anche tante risate, divertimento, primati nelle classifiche di fine anno, traguardi da record e altri 12 Grand Slam (e qualche finale) da allora.” Ha sottolineato Djokovic. Per poi aggiungere: “Ho parlato anche di un po’ di dramma? Io e Goran abbiamo deciso di smettere di lavorare insieme qualche giorno fa. La nostra chimica in campo ha avuto i suoi alti e bassi, ma la nostra amicizia è sempre stata solida come una roccia. Infatti sono orgoglioso di dire (non sono sicuro che lo sia) che oltre a vincere tornei insieme, abbiamo fatto una battaglia laterale a Parchisi in corso… per molti anni. E… quel torneo non si ferma mai per noi. Šefinjo, grazie di tutto amico mio. Ti voglio bene.”.
Insomma, parole di stima quelle espresse da Novak su Instagram. Così com’è accaduto quasi sempre in passato. Solo pochi mesi fa, del resto, Djokovic non si era detto per nulla contento del fatto che Ivanisevic non avesse vinto il premio di “Coach of The Year” nel 2023, (premio che poi è andato a Vagnozzi e Cahill). Adesso, però, la domanda che tutti si pongono è la medesima: chi ci sarà nell’angolo del serbo durante il prossimo torneo di Montecarlo? Lo scopriremo solo vivendo.