ATP Montecarlo: Musetti-Djokovic il match più intrigante fra i 3 degli azzurri in ottavi. L’incognita Nole… dopo tante batoste monegasche

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ATP Montecarlo: Musetti-Djokovic il match più intrigante fra i 3 degli azzurri in ottavi. L’incognita Nole… dopo tante batoste monegasche

Jannik Sinner e la sua consapevolezza. “Sono forte…”. Sonego fortunato fin qui lo sarà anche oggi con Humbert? Un anno fa gli cancellò quattro matchpoint

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Lorenzo Musetti - Montecarlo 2023 (Photo Felice Calabro’)
 

Jannik Sinner, Lorenzo Musetti e Lorenzo Sonego, tre italiani in ottavi a Montecarlo e, tranne che per quegli anni in cui il torneo open del Principato aveva un tabellone con 32 tennisti invece di 64 o 56, era successo solo due volte e cioè un anno fa (Musetti, Sinner e Berrettini) e nel 2019, l’anno del trionfo di Fabio Fognini (Fognini, Sonego e Cecchinato). Era successo cinque volte in tutto nei Masters 1000: a Miami quest’anno e ad Amburgo nel ’92, nell’era Open.

Sinner ha giocato un match di una solidità impressionante contro Sebastian Korda lasciandogli soltanto tre game e poteva addirittura lasciargliene meno, Sonego (orfano di Gipo Arbino e fino a lunedì prossimo senza il nuovo coach Fabio Colangelo… ma qui c’è Rianna, Volandri e team FITP) ha sofferto le pene dell’inferno nel secondo set con Aliassime, n.35 ATP ma ex n.6 nonché vincitore della Coppa Davis 2022, visto che era sotto 4-1 e 5-2, ma soprattutto ha avuto bisogno di 6 matchpoints per chiudere il secondo set sul 7-5 dopo essersi illuso di aver già chiuso il conto sul quinto matchpoint quando ha esultato convinto di aver messo a segno un secondo servizio vincente che era invece un doppio fallo. Si fosse ritrovato al tiebreak, dopo quel piccolo trauma e dopo tutte quelle occasioni perse, non so come sarebbe andata a finire. Meglio non pensarci. Di Musetti vittorioso l’altra sera alle 21.45 sul francesino Fils, avrete già letto: fino 6-3,5-2 aveva giocato un match perfetto. Poi gli è venuto un po’ di braccino.

Nella giornata dedicata alla disputa di tutti gli ottavi, questo giovedì, i duelli dei nostri sono Musetti-Djokovic (1-3 negli head to head), terzo match dalle 11 sul Centrale, a seguire Sinner-Struff (1-0) e Sonego-Humbert (2-2), ultimo sul Court des Princes.

Un anno fa Musetti batté Djokovic cui questo giovedì concede dunque una rischiosissima rivincita, Sinner ebbe la meglio su Hurkacz per ritrovarsi nei quarti al derby italico contro Musetti, mentre Berrettini che nel giorno del suo ventisettesimo compleanno e pur avendo dilapidato un vantaggio di 5-0 nel primo set (5-7,7-6,6-4) aveva superato l’ostico Cerundolo – che avrebbe battuto Sinner a Roma… – fu costretto al ritiro prima di scendere in campo contro Rune per il quasi cronico problema agli addominali.

Sinner poi batté poi Musetti, ma in semifinale venne rimontato da Rune alla fine di un match in cui il danese, beccato dalla folla che tifava per Sinner, si distinse nuovamente per i suoi comportamenti assai poco simpatici.

Nel 2019 invece Fognini, salvatosi per il rotto della cuffia al primo turno con Rublev che aveva vinto il primo set e mancato due palle per il 5-1 nel secondo, aveva battuto negli ottavi Zverev, Sonego lo aveva imitato contro Norrie e invece Cecchinato aveva perso dall’argentino Pella.

Questi gli amarcord delle tre edizioni con tre italiani in ottavi. Nel ’78, con un tabellone a 32, ovviamente bastava passare un turno per essere fra i primi 16 e quell’anno ne avemmo ben 5 di azzurri in lizza in quel secondo turno che era anche ottavi: Barazzutti batté Proisy, Panatta superò Ocleppo, mentre Nastase sconfisse Zugarelli e Gerulaitis battè Bertolucci. Nei quarti Barazzutti sconfisse poi Panatta, ma in semifinale perse da Smid, con il torneo che fu vinto dal messicano Raul Ramirez sul tennista ceco.

Chiedo scusa se questi ricordi sono super datati, ma d’altra parte io li ho vissuti e ogni tanto fa piacere, probabilmente soprattutto a me, rinfrescarmi la memoria.

Oggi sono molto più ottimista di allora sul prosieguo del torneo, grazie a Jannik Sinner che è certo uno dei più grandi favoriti e ne è consapevole dopo aver dato una lezione di tennis a Korda. Jannik non ha avuto dubbi nell’esprimersi, senza falsa modestia, in risposta a una mia domanda (più ampia di quella sintetizzata in questo articolo) e che riprendo dunque nella sua interezza (e con quel che si poteva intendere) con la sua risposta.

Scanagatta:-A seguito del forfait di Alcaraz ti basterà arrivare in semifinale qui per mantenere il secondo posto nelle classifiche mondiali. Hai spesso detto che non è importante essere n.2 o n.3…però chi è n.2 e lo sarà magari nei tabelloni di Madrid e magari di Roma e Parigi , può rendersi conto che sarebbe un vantaggio…intanto sei sicuro di non finire nella stessa metà del n.1, e poi puoi forse evitare (al 50%  delle probabilità) anche il n.3…?

Jannik Sinner: Ovviamente seguo quello che sta succedendo, ma non guardo tanto gli altri. So di essere forte anche io, se sono due, tre o quattro non mi faccio problemi. Essere il n. 2 è una bella soddisfazione, però non deve essere questo l’obiettivo. L’obiettivo nelle prossime settimane sarà quello di trovare il miglior gioco per i tornei più importanti, che alla fine sono Parigi e le Olimpiadi. Il resto lo prendiamo come viene, cercando di fare il meglio possibile. La mia prospettiva non cambia”.

Insomma non c’è dubbio sul fatto che ormai Jannik (“so di essere forte anch’io…”) abbia acquisito la piena consapevolezza della sua forza. Rispetta sempre tutti gli avversari, riconosce sempre i loro meriti… anche quando li batte severamente come ha fatto oggi con Korda (“è stato più difficile quanto dica il punteggio”), non dà nulla per scontato, ma ribadisce il suo mantra: “L’obiettivo è giocare sempre meglio, migliorare…”. E se migliora ancora… diventa n.1. Ammesso che n.1 non lo sia già, prescindendo da quel che dice la classifica. “Il computer fa le classifiche, ma non capisce di tennis!” diceva il grande “computer-Rino Tommasi”.

Questo giovedì si vedrà finalmente di quali panni si vesta… non tanto Sinner, che secondo me lo hanno già capito tutti, ma Djokovic.

Il serbo che a Montecarlo ha vinto “soltanto” due tornei, è arrivato spesso qui impreparato. Lo sa, lo ha detto: “Qui ho spesso giocato male”. E, dopo che avevo ricordato già ieri che lui ha vinto qui soltanto due edizioni del torneo in una quindicina di partecipazioni (nel 2015 in finale su Berdych, nel 2013 su Nadal), sono andato a rivedermi con chi ha perso. Senza stare a specificare i turni, spesso fra i primi, risalendo all’indietro ecco i suoi k.o: Musetti nel 2023, Davidovich Fokina nel 2022, Evans nel 2021, il… Covid nel 2020 (non si è giocato), Medvedev nel 2019, Thiem nel 2018, Goffin nel 2017, Vesely nel 2016, Federer (75 62) nel 2014, Nadal 63 61 nel 2011, Verdasco 62 62 nel 2010, Nadal nel 2009, Federer 63 62 nel 2008, Ferrer nel 2007.

Insomma un ruolino di marcia… incoraggiante per Musetti che lo scorso anno vinse 46 75 64 e che nel 2021 ad appena 19 anni al Roland Garros – solo altro match giocato sulla terra rossa (le sconfitte sono state nel ’22 a Dubai e Bercy) – aveva vinto i primi due set al tiebreak prima di vincere un solo game, 61, 60 e 40 e ritirarsi in un modo che personalmente disapprovai perché avrebbe dimostrato più fairplay nel concludere quella partita che, per due set e oltre due ore, era stata invece straordinaria.

Anche Nole, a dire il vero, non era stato un esempio di fairplay. Perso il secondo set si era concesso un bel cinque minuti di toilette-break e al rientro in campo era un altro. Mentre il carrarino pagò l’inesperienza… Quanti pensieri gli avranno attraversato la testa, mentre era lì, avanti due set, con il n.1 del mondo? Fatto sta che alla ripresa del gioco Djokovic non era quel primo Djokovic e Musetti non era più quello stesso Musetti.

Ma aveva però dimostrato di poter dare molto fastidio al campione serbo. Idem lo scorso anno, anche se a voler essere oggettivi Djokovic non era davvero in forma.

Quest’anno però Nole si è preso tre settimane per allenarsi. Si deve vedere questo giovedì, quando il meteo sembrerebbe non essere più propenso a fare capricci – anzi, dovrebbe essere proprio bello – quale Djokovic scenderà in campo. Perché anche se si è allenato gli mancano gare. In Australia non aveva giocato bene né in United Cup (battuto da de Minaur) né a Melbourne pur battendo Prizmic, Popyrin, Etcheverry e Fritz prima di cedere a Jannik in 4 set (ma avrebbe potuto perdere in tre). Poi c’è stata la sconfitta choc con Nardi a Indian Wells e la “fuga” da Miami con il rientro in Europa. Qui ha battuto Safiullin, che tutto è fuorchè un “terraiolo” quindi mancano serie controprove. Credo che contro Musetti che non ha granché da perdere e quindi è doppiamente temibile, saranno molto importanti i primi game, per capire il suo status… ma forse sono più importanti gli ultimi no?

Mi sono soffermato su Musetti-Djokovic perché è la partita che mi intriga di più. Francamente Sinner-Struff non dovrebbe riservare sorprese. Sonego (n.57 ATP ma già n.51 virtuale) e Humbert mi sembra più incerta, visto che Lorenzo ha vinto le due partite sul rosso con il francese n.15 del mondo. (E ci ha perso invece in Canada e a Pechino). Vero che lo scorso anno qui ha dovuto annullare 4 matchpoint nel terzo set. Ma al Roland Garros furono invece tre set a zero.

Mi sa che Sonego-Humbert, quinto match sul campo dei Principi, finirà tardi, anche se Rune dovrebbe giocare un mezzo match (avanti 6-3 2-1). Musetti-Djokovic giocheranno poco dopo l’ora di pranzo. E Sinner Struff dopo.

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