ATP Barcellona, l'entusiasmo di Arnaldi: "Contento della mia prestazione, obiettivo essere testa di serie a Parigi"

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ATP Barcellona, l’entusiasmo di Arnaldi: “Contento della mia prestazione, obiettivo essere testa di serie a Parigi”

Nessun dubbio, per il tennista azzurro, sui suoi obiettivi futuri: “Voglio piazzarmi fra i primi 32 del ranking e diventare testa di serie Slam”

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Arnaldi - Umago 2023(foto Roberto dell'Olivo)
 

dal nostro inviato a Barcellona

È un Matteo Arnaldi decisamente entusiasta quello che si presenta ai nostri microfoni al termine della gara vinta (in scioltezza) contro l’argentino Marco Trungelliti negli Ottavi di Finale dell’ATP 500 di Barcellona. Il ventitreenne tennista azzurro, infatti, si è detto piuttosto fiducioso circa il livello raggiunto dal suo tennis e sul percorso che lo aspetta sulla terra battuta dell’Open iberico. Così come si evince chiaramente dalle dichiarazioni rilasciate al nostro Federico Bertelli al termine del match.

D.: Complimenti per la vittoria e per il raggiungimento dei Quarti di Finale. Oggi, paradossalmente, l’avversario era un po’ più abbordabile, ma le gare vanno sempre vinte. Quali sono le tue sensazioni al riguardo?

Arnaldi: “Come ho spiegato l’altra volta, ho vinto una partita molto buona con Baez dove non stavo giocando benissimo. Sapevo, però, che nel match successivo sarebbe andata meglio e così è stato. Anche se parliamo di un avversario che ha già battuto Jarry. Io sono stato bravo a restargli attaccato all’inizio ed a prendere il largo successivamente. Sono contento di come ho giocato oggi e spero di continuare così anche nella prossima gara.

Ai Quarti preferiresti affrontare Ruud o Thompson? Diciamo che Ruud ti evoca dei dolci ricordi…

Sì. Anche se è passato oramai un anno e si tratta di un giocatore completamente diverso. Contro Thompson, invece, non ci ho mai giocato. Guarderò qualche scambio adesso, ma sono più concentrato su me stesso. Come ti dicevo, sono contento della mia prestazione di oggi e spero di giocare ancora meglio nella prossima partita.

Per ciò che concerne il tuo dritto, quali sono le sensazioni? Ieri, con Baez, sembravi più in difficoltà. Oggi, invece, eri un po’ più tranquillo. Dovessi giocare contro Ruud, quale sarebbe il tuo approccio?

“In realtà credo che ieri sia stato io a mettere in difficoltà Baez, poiché l’argentino stava giocando all’altezza che volevo. Anzi. Su quella diagonale ero nettamente più forte. Oggi è successa più o meno la stessa cosa. Ieri ho commesso più errori, ma non stavo giocando molto bene. Oggi, invece, sono riuscito ad esprimere il mio gioco, salendo di livello. Questo è il mio tennis. Come ho già detto prima, sono contento di come sia andata oggi e chiunque sarà il mio prossimo avversario, cercherò di migliorarmi ancora.”

Pensi di raggiungere il tuo best ranking qui a Barcellona? Potresti farcela?

“Non lo so. Anche se ritengo di esserci quasi riuscito. Non seguo tanto la classifica. Diciamo che il mio obiettivo è di essere fra i primi 32 per arrivare ad essere testa di serie “Slam”. L’ho detto ad inizio anno e continua ad essere quello l’obiettivo. Ad ogni modo, sono contento di essere arrivato ai quarti e adesso penso alla prossima partita.”

Per quanto riguarda le Olimpiadi, invece, ci pensi? Che sensazioni ti suscitano?

“Beh, non le ho mai giocate ed ovviamente rappresentano un traguardo che mi farebbe super-piacere raggiungere e giocare. Soprattutto dopo la Davis che abbiam giocato l’anno scorso, sarebbe un onore per me rappresentare l’Italia in un altro evento così prestigioso. In passato ho giocato in qualche evento del genere sia da “junior” che ai “Giochi del Mediterraneo” e fa sempre piacere. Sinceramente, non so neanche come funizoni di preciso. Quando ci avvicineremo alle Olimpiadi, si vedrà e cercherò di capire meglio come funziona. Adesso siamo ai Quarti di Barcellona, pensiamo a Barcellona.”

A questo punto qual è la tua superficie preferita?

“Diciamo che sono un giocatore che si adatta un po’ a tutte le superfici. Sto migliorando anche in questo. L’anno scorso, per esempio, ho giocato meglio sulla terra battuta, ho fatto bene allo US Open, indoor e così via. Forse sull’erba è la superficie in cui ho giocato di meno e ho solo bisogno di adattare il mio tennis a questo livello. Però, ecco, partita dopo partita sto ritrovando il mio tennis, al di là delle superfici. È sempre stato così per me e continuerà ad esserlo.”

(ha collaborato Francesco De Salvin)

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