Flavio Cobolli grazie alla seconda vittoria stagionale ai danni di Nicolas Jarry (28 anni, numero 23 del ranking mondiale) ha raggiunto il terzo turno del torneo Masters 1000 di Madrid e nella serata di lunedì andrà a caccia di un’impresa con Karen Khachanov (27 anni e numero 17 della classifica ATP), sognando un ottavo di finale con Jannik Sinner.
Cobolli, reduce da un periodo piuttosto complicato a livello di risultati (una vittoria e tre sconfitte fino ad ora nel corso della stagione sull’amata terra battuta), grazie alle due vittorie di Madrid ritoccherà sicuramente il proprio best ranking, assestandosi perlomeno in 57esima posizione. Il padre e allenatore di Flavio, Stefano, ha concesso un’intervista al “Messaggero”, in cui ha analizzato il torneo e il momento del figlio: “Speravo in una reazione dopo Montecarlo e Barcellona, era sceso in campo troppo nervoso. Contro Tabilo ha vinto perché ha proprio voluto vincere e con Jarry, tennisticamente, ha giocato una delle migliori partite dell’anno. Adesso contro Khachanov dovrà ripetersi con un’alta percentuale di prime, rovescio lungolinea e dritto incrociato stretto. Senza lamentarsi, con la giusta personalità”.
Flavio nel corso degli ultimi 12 mesi è cresciuto tantissimo dal punto di vista tecnico, diventando un giocatore più completo e aggressivo: “Il dritto sta diventando pesante” dice papà Stefano “mentre il rovescio è più naturale, ma si addormenta di più e, in difesa, senza un ottimo back, commette gratuiti importanti. Fra 2-3 anni quando si sarà rafforzato a livello fisico sarà più efficace”.
Cobolli “Senior”, che nel 2003 raggiunse il proprio best ranking di numero 236 e che nel corso delle Next Gen ATP Finals di Jeddah ha tenuto un diario di bordo per Ubitennis, mantiene la lucidità del coach: “Il rapporto tra il padre allenatore e il figlio allievo è un rapporto complicato, di alti e bassi, devo essere bravo a non essere una presenza così costante. Gli chiedo e mi chiedo continuamente se va bene così, se sono l’allenatore giusto per lui o se invece c’è bisogno di un nuovo coach. Non so ancora bene quali possano essere i suoi margini di miglioramento. In teoria se guardo i top 15 o top 20 hanno tutti qualcosa in più di lui, ma Flavio mi sorprende sempre. Ha la potenzialità di fare dei grandi risultati, si esalta soprattutto nei grandi tornei e nelle difficoltà. Se lavora ed è disponibile può ancora migliorare nella tecnica di base e può stare stabilmente tra i primi 40. Il tennis però è anche gambe, testa e cuore, e in questi aspetti Flavio è già al top: si muove benissimo, sa soffrire ed è molto freddo, quando deve chiudere, chiude, quando ha la palla break tira il lungolinea. E se aggancia l’avversario, non lo molla più”.